25 - Grace

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Ma chi cavolo é che mi chiama di domenica mattina? Guardo l'ora, alle 9:00 per giunta? Adesso gliene dico quattro. É mia mamma. Ci sentiamo abbastanza spesso però é quasi sempre lei a chiamarmi, mi sento subito in colpa visto che le avevo promesso che l'avrei chiamata io la volta successiva. Rispondo subito.

<Ciao mamma, come stai?> chiedo con voce rauca

<Ciao tesoro mio, ti ho svegliato? > ehm si, ma aspetta, se qua sono le 9:00 a Seattle sono le 6:00, ma é pazza?

<Tranquilla mamma non importa, tu piuttosto che ci fai in piedi alle 6:00 del mattino?> mia mamma é sempre stata una tipa mattiniera, ma chi te lo fa fare di svegliarti all'alba quando puoi rimanere a letto fino alle dieci? Neanche io sono una dormigliona e so che se fossi a casa con i miei sarei già sveglia visto che loro non sopportano i dormiglioni. "Il sole mangia le ore" mi diceva sempre mia mamma e poi mio papà aggiungeva "Presto che é tardi" e mi faceva sempre ridere. Ora che sono qua a New York e non ho i due galli che mi svegliano posso prendermela un po' più con calma.

<Sai che sono mattiniera, io e papà siamo andati a fare una corsetta leggera> io odio correre, piuttosto faccio cento addominali.

<Ovviamente>

<Ascolta, volevamo sapere, io e papà, se per il Ringraziamento torni a casa. Ci farebbe molto piacere, ci troviamo anche con i nonni e gli zii> adoro il Ringraziamento e il Natale, e adoro fare pranzi eterni con i miei parenti. Siamo sedici in tutto, tra nonni, zii e cugini. Da piccola mentre i miei lavoravano stavo dai nonni con i miei cugini. Giocavamo tutto il giorno e per me loro erano come fratelli visto che sono figlia unica.

<Si, mi piacerebbe un sacco. Mi organizzo con i voli e le lezioni. Grazie di avermelo ricordato!>

<Perfetto cara, ci vediamo tra una settimana>

<Si, salutami papá! Ciao>

Due giorni fa Carter ha preso un altro biglietto, il numero sei - gioco sulla fiducia. Siamo andati a Coney Island, le giostre erano chiuse ma abbiamo fatto un giro sulla spiaggia. É stato molto piacevole, prima abbiamo fatto una gara di corsa proposta da Carter, ovviamente ha vinto lui visto che come ho detto prima io odio correre. Poi gli ho proposto un gioco sulla fiducia, volevo anche che fosse divertente questa cosa dei biglietti, e sono contenta che sia venuto fuori questo numero visto che l'ultima volta non era finita benissimo. Quando ci siamo incontrati lì alla spiaggia c'é stato un momento di imbarazzo, non sapevamo come salutarci così é venuto fuori un abbraccio con un bacio sull'angolo della bocca. Io volevo darglielo sulla guancia e lui a quanto pare sulle labbra. Che figura! Poi ci siamo un po' sciolti, decisamente visto che ci siamo trovati a baciarci seduti sulla sabbia. Quanto avrei voluto essere in luogo più appartato e penso lo volesse anche lui dal modo in cui mi guardava. Ci siamo salutati con un lungo bacio. Sembrava che un intero farfallario si fosse sprigionato nella mia pancia.

Oggi mi trovo con Noah, lo devo aggiornare su Carter e chissà, forse mi dirà qualcosa su Garrett.

Mi preparo verso le 15:00 mettendomi una gonna bordeaux in velluto e un maglioncino bianco, stivaletti e un filo di trucco. I capelli avrebbero bisogno di una sistemata. Magari quando tornerò a casa dai miei me li farò accorciare e perché no anche un po' tingere, forse con delle sfumature rossastre. Vedrò. L' appuntamento é ovviamente nel nostro bar preferito, é sempre bello trovarsi con Noah. Parliamo di un sacco di cose e abbiamo un legame unico. Ordiniamo due fette di torta alle noci pecan e due cappuccini al caramello. Gli racconto di Carter, tralasciando i dettagli più intimi, quelli voglio che rimangano solo miei e suoi, neanche a Lucy li ho raccontati. É stata felicissima quando le ho detto del nostro bacio che é andato un po' oltre , si é subito immaginata un'uscita a quattro. Sempre la solita. Mentre Noah mi sta raccontando della sua prima esperienza in un locale gay vedo Carter entrare dalla porta della caffetteria. Non mi nota così posso prendermi del tempo per osservalo senza sembrare un'assatanata. Mi manca sempre un battito ogni volta che lo vedo, gli guardo il viso, le labbra che sono passate sul mio corpo. No, meglio non guardare lì, mi sposto un po' più in basso e guardo le mani, noto il solito anello, quello che mi ha fatto venire i brividi per il freddo del metallo. Uffa, non posso guardare neanche lì. Meglio concentrarmi su Noah

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