2. Mangiamorte

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Harry non poteva sbagliarsi anche questa volta. Gli aveva appena sentito pronunciare delle frasi inequivocabili. Le sue orecchie funzionavano a meraviglia.

Non si stupì neanche per un attimo; lo sapeva! Lo aveva sempre saputo, ma nessuno era stato disposto ad ascoltarlo. Cos'altro avrebbe potuto esserci di fraintendibile nell'espressione "se non lo farò presto, mi ucciderà"? E poi quelle lacrime... Se i suoi amici e Silente si fossero azzardati a rimbeccarlo ancora una volta, non avrebbe sicuramente risposto di sè stesso.

Stava seguendo Malfoy da tutto l'anno, aveva accumulato fin troppi indizi perchè si trattassero solo di mere coincidenze, e quella scena che si stava prestando adesso ai suoi occhi ne era la prova finale.

Si era fissato con il Serpeverde da quando lo aveva visto a Diagon Alley una settimana prima dell'inizio del nuovo trimestre. Aveva passato gran parte delle vacanze estive alla Tana, insieme a Ron e a metà della famiglia Weasley, e con lui anche Hermione. Così erano andati tutti quanti a comperare il necessario per l'imminente inizio del sesto anno scolastico, scortati, come al solito, dagli Auror.

Nessuno nel mondo magico osava più andare in giro da solo da quando era stata ufficializzata la ricomparsa di Colui-che-non-deve-essere-nominato, tantomeno ad Harry veniva permesso di farlo. Era lui che Voldemort desiderava ardentemente uccidere più di chiunque altro, rifiutandosi di concepire che gli fosse sfuggito dalle mani per ben tre volte.

Nessuno sapeva come fosse riuscito a sopravvivere alla Maledizione Mortale ad un solo anno di vita, che era rimbalzata su Voldemort stesso privandolo di ogni potere e obbligandolo alla miserabile condizione di cui gli aveva parlato Lumacorno nel ricordo.

Nessuno sapeva come, due anni addietro, fosse riuscito a scappare, non troppi minuti dopo la rinascita di Voldemort, dal cimitero dov'era stato condotto con l'inganno alla fine del Torneo Tre Maghi, dopo essersi battuto con lui lanciando un semplice Incantesimo di Disarmo contro un ennesimo Avada Kedavra, e riportando persino indietro il corpo di Cedric Diggory, insieme a cui aveva vinto la Coppa e abbattuto da Codaliscia per ordine del suo Padrone.

E nessuno sapeva ancora con certezza com'era possibile che fosse ancora vivo in seguito alla lotta al Ministero della Magia di nemmeno un anno prima, notte dopo la quale neanche il Ministro poteva più negare che dopotutto Harry e Silente non raccontavano fandonie sul ritorno temuto per anni, notte in cui lo stesso Silente, l'unico mago che avesse mai infuso soggezione a Voldemort, aveva vinto la battaglia contro di lui, notte in cui questi aveva commesso un errore mostrandosi agli occhi di Cornelius Fudge e dei suoi dipendenti nell'attimo in cui fuoriusciva dal corpo di Harry, che per qualche minuto era stato di suo possesso, notte in cui Sirius Black, di quest'ultimo padrino, aveva perso la vita per correre in suo soccorso e dei suoi compagni assieme ad altri membri dell'Ordine della Fenice.

Ma Harry conosceva già da un po' la ragione per cui era stato tanto fortunato le precedenti volte, contrariamente a chi gli gravitava intorno in quelle occasioni: era protetto, in un modo o nell'altro. Il sacrificio di sua madre Lily aveva dato involontariamente vita ad una protezione di sangue che lo aveva salvato quand'era un infante, e Silente l'aveva estesa poi ad ognuno dei parenti biologici di Lily.

Voldemort non avrebbe potuto toccarlo finchè poteva chiamare "casa" la residenza dei Dursley, come gli era stato spiegato dal Preside, ed era per questo che zia Petunia, seppur estremamente riluttante, continuava ad accoglierlo ogni estate nella sua dimora. Ma la protezione si sarebbe infranta se si fosse dovuto allontanare drasticamente dal numero quattro di Privet Drive. Inoltre, un po' del suo sangue era stato usato per completare il rituale per ridare un nuovo corpo a Voldemort, che era convinto lo avrebbe rafforzato, e da quel momento scorreva anche nelle sue vene e con esso aveva assorbito parte della protezione. Di conseguenza, quest'ultima non avrebbe risparmiato di nuovo Harry nell'eventualità di un ulteriore faccia a faccia con la morte quando non era vicino ai suoi parenti o a Silente, perché in quel caso perdeva la sua efficacia. Difatti, prima che potesse scappare dal cimitero, Voldemort era finalmente riuscito a toccarlo senza ferirsi. Ragion per cui il più delle volte era stato aiutato dal fato, dagli amici o da Silente, in egual modo alla fatidica notte al Ministero. In aggiunta, tra non molto avrebbe compiuto diciassette anni, la soglia della maggiore età nel mondo magico, e la protezione sarebbe svanita per sempre.

𝕴𝖑 𝖓𝖔𝖘𝖙𝖗𝖔 𝖕𝖔𝖓𝖙𝖊 𝖘𝖎 𝖈𝖍𝖎𝖆𝖒𝖆 𝕲𝖚𝖊𝖗𝖗𝖆 ||𝕯𝖗𝖆𝖗𝖗𝖞||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora