IV Capitolo
Durante la settimana che la divideva dal suo destino, Liv ritornò alle sue solite abitudini. Cercò di non pensare molto a quello che avrebbe dovuto affrontare, sperando di godersi gli ultimi giorni di ordinaria tranquillità. Solo quando arrivò l'ultimo di quei giorni, iniziò a riflettere su milioni di cose e problemi che potevano insorgere. Le parole del suo vecchio amico Tommy, le ronzavano nelle orecchie come un monito disperato che le procuravano altra ansia e preoccupazione. Se quelle parole fossero state vere, Liv avrebbe vissuto un'esistenza tanto lunga quanto infelice senza poter iniziare a vivere davvero.
All'improvviso aveva cominciato ad aver paura della morte. Non per la morte in se, ma per l'idea di morire senza avventure, senza un briciolo di felicità e soprattutto senza amore.
Non le restava che vivere nella speranza e nell'ignoto, quell'ignoto che sarebbe durato ancora poche ore.Quella fatidica mattina del giorno tanto atteso, Liv fu costretta ad alzarsi molto presto e dopo il lungo rito della vestizione, si ritrovò ad essere molto più elegante del solito e di ciò che le piaceva.
La domestica le aveva fatto indossare un'abito bianco in stile impero, con una sola spallina e un lungo strascico. La cintura che lo adornava era d'oro massiccio, così come gli orecchini e la collana in cui erano incastonate pietre rosa. I capelli le furono alzati sulla nuca, in una acconciatura mossa e morbida che le copriva solo l'inizio delle spalle, lasciando scoperta la schiena.Subito dopo si recò a colazione con i suoi. Quella mattina fu più triste del solito, ma riuscì a non farlo notare ai genitori che invece erano molto più allegri del solito.
<<Partiremo dopo la colazione, quindi dì ai domestici cosa vuoi portare con te e mi raccomando non esagerare!>> disse Else rivolgendosi alla figlia.<<Certo madre non vi preoccupate, farò del mio meglio>> esclamò Liv con un finto sorriso sulle labbra.
A quel punto il padre si intromise nella conversazione e, stranamente, disse <<È così che voglio vederti, sorridente per il tuo futuro glorioso>>.
Liv ascoltò con attenzione le sue parole, ma non riuscì a trovare nulla di più da dire perché qualsiasi cosa sarebbe stata una bugia. Quindi decise semplicemente di ritirarsi e fare quello che le era stato chiesto <<Bene padre. Se volete scusarmi, me ne occupo subito>> disse e se ne andò.
Si recò spedita dai domestici e fece una lunga lista di tutto ciò che avrebbero dovuto portare. Decise di inserire qualche abito, pochi gioielli e qualche oggetto a cui era affezionata, ma
soprattutto tanti dei suoi amati libri.Dopo circa un'ora era tutto pronto per la partenza, così Terje ed Else chiamarono la figlia che li raggiunse all'ingresso del palazzo. Lì davanti li aspettava una lussuosa carrozza che li avrebbe condotti fino al bifrost, l'unico passaggio tra un mondo e l'altro.
<<Mi raccomando, quando arriveremo ad Asgard verremo presentati alla famiglia reale, mi aspetto la massima perfezione!>> esclamò il padre mentre la carrozza partì per il suo breve viaggio.Liv rimase un po' incerta dopo quelle parole, non si aspettava di conoscere i reali di Asgard e non ne vedeva il motivo.
<<Padre non capisco. Perché dobbiamo incontrare la famiglia reale?> chiese con fare accomodante e sempre molto educata.Terje la guardò <<Si da il caso che il tuo sposo è un membro importante della nobiltà asgardiana e quindi è tradizione che il re conosca la sua futura donna di corte>> le spiegò il padre, mentre vide la giovane annuire.
In quel momento, in cui erano da soli e in uno spazio ristretto, la ragazza iniziò ad immaginare come quell'uomo potesse essere. Ella non sapeva nulla di lui, se aveva gli occhi scuri o chiari, oppure qual era il colore dei suoi capelli. Alla fine decise di prendere coraggio e chiedere alla madre.
<<Madre potete dirmi com'è l'uomo che dovrò sposare?>> chiese timidamente.Else guardò subito il marito ed entrambi all'inizio non risposero a quella domanda tanto semplice. Solo dopo qualche secondo la donna disse <<Non sappiamo come sia Liv. Non lo abbiamo mai visto, ma siamo sicuri che col tempo riuscirai ad apprezzarlo>>.
Quella risposta non era di certo quello che Liv avrebbe voluto sentirsi dire, ma lasciò perdere. Decise di passare il resto del viaggio in silenzio, pregando Freya che tutto andasse per il meglio.
Il viaggio in carrozza, come previsto, durò pochi minuti. In quel poco tempo riuscirono ad arrivare alla fine della città, luogo in cui si scagliava il bifrost per i viaggiatori. Lì, li stava aspettando una guardia di Asgard, con un'armatura tutta dorata e una lancia nella mano sinistra. A lui spettava il compito di guidare gli stranieri sino al palazzo del re Odino, situato al centro della grande città.<<Seguitemi>> si limitò a dire la guardia, rimanendo molto distaccata da tutti i presenti.
La famiglia non disse una parola e fece quanto detto loro. Pochi metri più avanti c'era un cerchio scavato nella terra. Tutti si posizionarono al suo interno e quando sentirono la guardia dire "Heimdallr", videro una raggio arcobaleno che li risucchiò velocemente verso l'alto e in pochissimi istanti si ritrovarono catapultati a destinazione.
<<Benvenuti stranieri, ad Asgard!>> disse il guardiano del bifrost, quando vide i nuovi arrivati.
Tutti ricambiarono i saluti e seguirono la guardia attraverso il lungo ponte che portava alla città d'oro. Liv si perse così tanto ad ammirare quel ponte così bello, che non prestò attenzione a tutto il tempo che ci volle per attraversarlo. Ella non aveva visto mai nulla di così splendente, sembrava fatto tutto di cristallo ma non era trasparente, aveva tante sfumature di colori che si intrecciavano tra loro. Per quanto era distratta ad ammirare quella meraviglia, non si accorse di essere arrivata in città e quando alzò lo sguardo i suoi occhi continuarono a brillare per il troppo splendore a cui stavano assistendo. Tutti gli edifici erano di puro oro e il bagliore che ne scaturiva era irreale e magico. Al centro della grande città, si stagliava alto il palazzo reale così possente ed elegante. Era molto diverso da tutti i palazzi che Liv era abituata a vedere e per qualche minuto riuscì a dimenticare il motivo per cui si trovava lì e pensare solo a tutta quella sfarzosità e lucentezza che i suoi occhi stavano guardando.
Dopo aver attraversato la città ed essere giusti ai piedi del castello, la guardia li condusse in un lungo corridoio che terminava con un'enorme porta.
<<Dietro questa porta c'è la sala del trono. Il sovrano vi sta aspettando!>> esclamò la sentinella posizionata di fianco all'ingresso e subito dopo le porte si aprirono lasciando spazio ad un immenso luogo, così grande da far perdere il fiato.
STAI LEGGENDO
La volontà (Loki)
FanfictionLoki, il principe non accettato e allontanato da tutti deve affrontare il suo carattere problematico e le relazioni irrisolte con il padre e il fratello. Liv, una giovane ragazza che è costretta a convivere con il fardello della sua nobiltà che la...