Capitolo 36

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Un mese.

Un fottutissimo mese da quel pomeriggio a casa di Trevor, da quel giorno non é stato più lo stesso. Mi guarda con indifferenza, a volte il suo sguardo é gelido, raccapricciante, non riuscivo più a guardarlo, mi faceva paura. I suoi occhi erano costantemente rossi, temevo che fosse in un brutto giro, ma ogni volta che cercavo di parlargliene perdeva le staffe, a volte mi spintonava cosi forte da farmi venire lividi sulla schiena.

Qualche ore dopo veniva da me dicendomi che era dispiaciuto e che in quei giorni non era più lui, passava la notte con me e non faceva altro che dirmi che mi amava, mi chiedeva scusa, mi stringeva forte contro il suo petto, mi lasciava numerosi baci sul collo, sulla spalla e sulla schiena. Poi finiva che si accasciava sul mio seno e si ripeteva che era un mostro, che faceva schifo, si disperava e io non riuscivo a fare nulla se non piangere per il modo in cui si auto-distruggeva.

A questo si aggiungeva anche mio fratello. Cody non si voleva svegliare, aveva passato un mese in coma. La mia famiglia era distrutta, non sapeva più cosa pensare, Becky non riusciva nemmeno a parlare di lui che finiva con la testa nel water.

Eravamo da lui ogni giorno a turno, gli parlavamo, facevamo finta di scherzare con lui, facevamo il possibile eppure lui non era ancora sveglio. Tutto questo faceva male, era troppo da sopportare, Cody, Trevor, sentivo che presto sarei scoppiata.

Sento Becky tirarmi per la manica del maglione, svegliandomi dal mio stato di trance - "Layla tutto apposto?"- mi chiede- "Si tutto apposto, vado un attimo in bagno"- le rispondo alzando la mano per farmi notare dal professore di letteratura inglese.

Il professore si toglie un attimo gli occhiali guardandomi attentamente- "Signorina Anderson ha qualche domande in merito alla lezione?"- mi chiede semplicemente senza rabbia- "No, volevo chiederle se potevo andare in bagno"- sussurro- "Certo signorina, faccia in fretta"- risponde rimettendo gli occhiali e riportando l'attenzione sul resto della classe.

Mi alzo senza fare rumore e mi dirigo in bagno, mi guardo allo specchio e ciò che vedo non é molto bello: i miei capelli sono racchiusi in una coda disordinata, il mio viso é pallido e le borse sotto gli occhi sono ancora molto evidenti nonostante l'applicazione del correttore.

Mi lavo la faccia con l'acqua fredda e mi giro per andarmene, ma una una mi ferma, mi nascondo dietro la porta per vedere che succede- "Ti ho detto di portarmi quello che ho chiesto, finisce male"- ringhia una voce a me troppo famigliare- "Quante volte ti devo dire che non é colpa mia eh? Abbiamo avuto problemi in dogana, e questo per colpa tua Trevor"- sbotta un altro ragazzo, mi sporgo in avanti e quello che vedo mi porta a mettere una mano sulla bocca: Trevor é di fronte un ragazzo, che non mi sembra di aver visto prima, e lo guarda in modo a dir poco minaccioso.

Poco dopo gli va incontro e lo prende per il colletto della felpa- "Stammi a sentire, non lo ripeteró ancora, voglio la mia roba"- dice a denti stretti rima di scaraventarlo per terra- "Ma che ti prende? Avevi smesso con questa roba, quella Layla non soddisfa più i tuoi bisogni eh?"- ribatte il ragazzo, la mia testa inizia a pulsare e la mia vista si annebbia- "Tu non hai il diritto di parlare di lei, non la devi nemmeno nominare hai capito? Fottiti Jack"- urla ancora di più Trevor.

A quel punto non ci vedo più, in un primo momento avrei voluto accasciarmi per terra, chiudere gli occhi e lasciare che la mia solita debolezza e impotenza si facessero strada dentro di me, poi ho capito che non sarei mai andata da nessuna parte se avressi continuato in quel modo, mi ritrovo cosi a marciare verso la loro direzione e quando mi notano entrambi sussultano.

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