Si accoccolò sotto la finestra. Il sacerdote aveva fatto il suo dovere, ma era stato doloroso. Aveva cercato di rimuovere certi blocchi che parevano frenare i ricordi, ma l'Illithid era andato veramente in profondità ed era quasi riuscito nell'intento. Ormai era chiaro: la volontà era quella di annullare totalmente la memoria dei momenti positivi e far risaltare quelli negativi e dolorosi. Avevano iniziato dal passato vicino e, a detta dell'uomo, sarebbero poi passati a quelli più lontani, per renderlo definitivamente schiavo dei suoi stessi simili. Ciò che temeva veramente, però, era che l'Illithid avesse assorbito l'identità di ciò che aveva rimosso, se Lashrael avesse trovato nuovamente quell'essere, probabilmente gli si sarebbe presentato con le fattezze di Daw. A Lashrael sarebbe rimasto solo da scegliere se voleva combattere contro i suoi incubi reincarnati.
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Prima di cena Daw bussò alla porta della stanza che condividevano e provò a entrare. Sbirciò per vedere se Lashrael stava dormendo, lo trovò rannicchiato sul letto vicino alla finestra. Daw entrò e spinse il secondo letto vicino all'altro e si distese accanto a lui, di fianco nella sua direzione. «Vuoi venire a cena o preferisci che te la porti a letto? Più tardi dovrai comunque scendere per la riunione.» Allungò una mano e gli sfiorò la guancia. «Come stai, mio tesoro?»
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Si strofinò alle dita di Daw. «Vorrei dirti a meraviglia, ma adesso non la penso così.» Sorrise triste. «Scenderò con te, anche se non credo che mangerò.» Gli prese la mano con la sua, stringendola prima di baciarla. «Forza, potrò riprendermi solo se tornerò là sotto e lo affronterò.»
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Serrò le labbra, poi gli si avvicinò. «Vieni qui.» Lo trascinò sul suo petto e lo strinse. «Questa volta gli faremo il culo, va bene, ranger?»
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Lo abbracciò stretto anche lui. Prima o poi glielo avrebbe detto, che si era davvero innamorato. «Spero di potergli far scoppiare la testa come ha fatto lui con me.»
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«Mi servono i tentacoli, potresti strapparglieli per me?» disse, accarezzandogli i capelli.
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«Se ti vanno bene staccati a mano uno per uno sì, ma si dice che siano pericolosi anche quando l'Illithid è morto. Quindi sta' attento.»
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«Staremo attenti. Lo sai che sono creature anfibie?» chiese, giocherellando con le ciocche bianche. «Hanno bisogno di acqua per vivere e mantenere intatti i loro organi.»
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«Sì, mi ricordo l'umidità di quel buco,» mormorò rabbrividendo, ancora stretto a lui.
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«Beh, io sono uno stregone molto particolare, il mio retaggio demoniaco mi ha dato grandi potenzialità su due elementi specifici, uno di questi è l'acqua. Molti dei miei incantesimi la dominano e la manipolano. Capisci cosa significa?»
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«Non del tutto, ma mi fido,» rispose. Si chiese se Daw si fosse stancato di quella posizione, lui di certo non si sarebbe mosso di lì.
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«Li trasformerò in stramaledetti molluschi essiccati! Ecco cosa significa.» Arricciò un lungo ciuffo del ranger a un dito, da quando aveva sanato le mani adorava lisciare e giocare i capelli di Lashrael.
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Gli venne da ridere, ma non si allontanò. «L'importante sarà non scambiarli poi per cose da mangiare!»
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«No, ma voglio portare i loro tentacoli a una persona, li apprezzerà davvero molto. Sai, i tuoi capelli hanno lo straordinario effetto di rilassarmi.» Ne annusò la ciocca arrotolata. «Profumano di bosco.»
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«E i tuoi di lavanda e miele,» rispose, intrufolando il naso tra le ciocche dietro l'orecchio. Daw forse non se ne era reso conto, ma Lashrael non aveva intenzione di muoversi di lì.
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Ridacchiò. «È una fragranza che mi piace, dolce ed elegante insieme, non trovi?» Infilò una gamba tra le sue, accomodandosi meglio.
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«Molto elegante, sono d'accordo. Ti dona direi!» rispose, sfiorando ancora il naso contro il suo collo.
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«Il tuo invece è molto seducente.» Gli sistemò una ciocca dietro l'orecchio e gli sfiorò la punta aguzza. «In realtà ogni cosa di te è seducente, mi hai stregato, dì la verità!»
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Ebbe un brivido involontario. «Tra i due mica sono io lo stregone. Sono un povero ranger con una miseria di incantesimi quasi inutili,» bofonchiò, risalendo con le labbra dietro l'orecchio.
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Mugolò e infilò le dita tra i capelli, guidandogli il capo verso il collo e allungandosi un po' per fargli spazio. L'altra mano che si intrufolava sotto la tunica, cercando la pelle calda della schiena.
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«Non possiamo...» bisbigliò contro la pelle del suo collo. «Ma hai una pelle morbidissima,» alitò percorrendo i tendini in rilievo.
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«Non possiamo?» Sollevò lievemente la tunica, percorrendo la curva della schiena. «E chi mai potrebbe impedir...»
Un bussare insistente alla porta. «Voi due, basta moine! Tanto lo so che è quello che state facendo! Forza che gli altri sono già a tavola!»
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Lashrael scoppiò a ridere, ma ancora non accennava a spostarsi. «Dacci il tempo di rivestirci e arriviamo!» disse a Dyra a voce alta.
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«Siamo già vestiti,» sussurrò il Fey'ri. «Menti per avere qualche minuto in più! Ti adoro!» Lo sbaciucchiò sul viso.
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Sogghignò. «Abbiamo corso il rischio che aprisse la porta comunque!» commentò, dandogli una pacca sul sedere.
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«Non so se avrebbe rischiato di vederci nudi. Abbiamo ancora un paio di minuti per coccolarci un po', comunque immagino che il tuo umore sia migliorato,» disse, senza smettere di poggiare piccoli baci.
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«Potrebbe migliorare ancora, ma cercherò di accontentarmi!» rispose, prendendogli il volto tra le mani e baciandogli le labbra.
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Ricambiò il bacio, quando si separarono gli sorrise dolcemente. «Ti amo, piccolo, andrà tutto bene, insieme siamo più forti,» disse carezzandogli una guancia e infine, con un sospiro, si mise seduto. «Coraggio, per l'occasione Bàrbero ha fatto il suo famoso arrosto.»
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Sospirò. «Avrei preferito mangiare altro, ma va bene, andiamo!»
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La cena fu relativamente tranquilla, ma gravava su tutti il peso dell'imminente contrattacco. Non era mai facile scendere nel Sottosuolo, difficilmente non ci sarebbero state perdite. Quando venne il momento e si ritrovarono al consiglio, Daw lasciò che Warren spiegasse per primo le intenzioni e non fu sorpreso quando disse che avevano contattato degli psionici disposti ad affiancarli dietro compenso, in seguito passò la parola allo stesso Daw, che spiegò quanto aveva scoperto e come sarebbe stato opportuno muoversi, c'erano alcuni ranger cadetti che avrebbero partecipato alla missione così si rivolse soprattutto a loro, che non conoscevano le sue abilità.
Alla fine della riunione Warren chiese a Lashrael e Daw di fermarsi, dato che aveva ancora delle cose da dire loro.
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Vagamente preoccupato, Lashrael annuì. Tra loro era l'unico che aveva avuto a che fare con l'Illithid e, a quanto pareva, sarebbero andati a caccia proprio di quell'esemplare che erano riusciti a identificare. Da una parte ne era contento, da una parte aveva il timore di non essere sufficientemente forte per contrastarlo, soprattutto ora che non aveva più le sue fidate armi.
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Warren spiegò a Daw che gli avrebbero fornito una scorta di tre ranger esperti e tre cadetti, più uno psionico deputato alla loro difesa per gli attacchi mentali dell'Illithid e poi chiese a Lashrael se intendeva far parte di uno dei gruppi d'assalto o voleva restare vicino a Daw, in qualità di ranger esperto.
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«Non ho armi da mischia, posso soltanto usare gli incantesimi che sai bene non essere di attacco.» Si strinse nelle spalle. «L'arco ha un'utilità limitata là sotto.»
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«Ti forniremo noi delle armi,» rispose Warren.
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«Ti ringrazio. Se ho capito bene, Daw avrà comunque la protezione di uno psionico e dei ranger più giovani. Tutto sommato potrei essere più utile in avanguardia, se sei d'accordo,» disse, rivolto a Warren.
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Warren annuì, poi lanciò un'occhiata a Daw e infine aggiunse: «C'è un'altra cosa che devo dirti. Sai che gli Illithid sono solitamente tutelati dalle sacerdotesse Drow, abbiamo scoperto che la famiglia che protegge l'esemplare che andremo a cacciare ha avuto un bastardo reietto. Tali specifiche non sono molto comuni nelle gerarchie Drow, abbiamo buone ragioni di pensare che si tratti proprio della famiglia che ha tenuto prigioniero tuo padre e, probabilmente, della femmina che ti ha generato.»
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Quelle parole lo raggiunsero come un fiume in piena. Si sentì mancare il terreno sotto i piedi. Cercò di respirare, ma l'aria era improvvisamente venuta a mancare. Iniziò a tremare e più che cercava di fermarsi, più che il tremore aumentava. Vide le mani di Daw avvicinarsi, ma si scansò, allungando le braccia per tenerlo lontano. «A maggior ragione, credo che sia giusto che io mi mantenga nell'avanguardia,» commentò glaciale.
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Daw sapeva benissimo che gli umani erano diretti, dannatamente diretti! Ma non c'era stato davvero altro modo per dirglielo? Probabilmente no. Strinse le mani in pugni quando Lashrael rifiutò il suo aiuto, ma non disse nulla. Tornò a guardare Warren. «Per quanto mi riguarda, quando vedrete gli spettri imperversare ordinate immediatamente la ritirata e lasciate fare a loro. Ben saprà come comportarsi, lasciate a lui la guida dei Ranger che staranno con me. Se non c'è altro io e Lashrael ci ritiriamo.» Deglutì ansioso, guardando verso il suo compagno.*
Lasciarono la riunione anche loro, dopo aver concordato di incontrarsi al momento della partenza per ricevere i coltelli. Uscire dalla stanza non servì a migliorare l'umore di Lashrael, che lo avessero voluto fare prigioniero appositamente? Pensare a un evento casuale non avrebbe avuto senso a quel punto. Ma come avevano fatto a riconoscerlo? Era un neonato quando, con suo padre, erano fuggiti dai possedimenti dei loro aguzzini, e un adolescente quando erano infine giunti in superficie. Che qualcuno fosse a conoscenza della sua esistenza? Ma perché cercarlo dopo centosettanta anni? Non capiva. Non aprì bocca lungo tutta la strada per raggiungere la camera.
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Strange Story - Daw e Lashrael
FantasyDaw è un Fey'ri e Lashrael un mezzo Drow, due creature improbabili le cui strade si intrecciano casualmente sullo sfondo di una terra fantasy, popolata da umani, elfi, goblin e altri esseri con cui avranno a che fare. Daw e Lashrael sono abituati a...