9. Sangue e sorrisi stupendi

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- Bene ragazzi, la lezione è finita, potete andare.

Hermione trasse un silenzioso sospiro di sollievo: finalmente! Artimanzia non le era mai sembrata tanto noiosa. Quasi (quasi) peggio di Divinazione, e ho detto tutto.

Si affrettò a raccogliere i suoi libri e si alzò, diretta verso l'uscita.

- Pesante quest'ora - le si affiancò Cormac - non finiva più, vero?

Hermione annuì. - Per Merlino, Divinazione non mi è mai sembrata tanto noiosa in tutti questi anni di scuola - confermò. - Hai sentito del gemellaggio? - chiese poi, per cambiare argomento.

Era passato qualche giorno da quando i due ragazzi si erano confidati ed Hermione aveva piano piano riacquistato parte del suo naturale buonumore. Se prima il gemellaggio non era riuscito a scalfire la sua bolla depressiva ora la ragazza ne era alquanto emozionata.
Aveva sempre avuto una passione per i viaggi. La sensazione di viaggiare in un posto sconosciuto, scoprendo cose nuove e vedendo cose di cui, magari, prima non si sapeva nemmeno l'esistenza.

- Si, non vedo l'ora - ammise il ragazzo, - anche se non ci hanno ancora spiegato molto... quando pensi che ci daranno le direttive generali?

- Tra un po' - disse lei, - secondo me lo faremo quando farà più caldo, non ora di certo, perché sta arrivando l'inverno. Fa già freddo, cavolo - continuò stringendosi meglio che poteva nella divisa.

Cormac se ne accorse, e subito fece per sfilarsi il mantello. - Hai freddo? Posso darti il mio man...

- Ma che cosa carina... abbiamo una nuova coppia qui?

Ma che cazzo. Davvero!?

Hermione si irrigidì e si girò verso Malfoy. Il ragazzo, alto più o meno come Cormac, forse un po' di più, la sovrastava ed Hermione cercò di non pensare a quanto lei dovesse sembrargli minuscola da lassù.

- Che cosa vuoi, Malfoy? - chiese tagliente, le labbra serrate in una liena sottilissima.

- Perchè pensi che io voglia qualcosa da te, Granger? Cosa potrei mai volere da una Mezzosangue? - sputò acido.

Hermione si irrigidì maggiormente. Da quanto non sentiva quell'odioso appellativo.

Draco, nel momento in cui aveva pronunciato quella parola, aveva sentito distintamente una vocina dentro la sua testa che urlava "Stupido, stupido, stupido!" ma l'aveva ignorata.
Era stato tutto improvviso. Non appena aveva visto la Granger e quella faccia di culo di McLaggen uscire dall'aula, fianco a fianco, qualcosa era scattato nella sua testa. E quando il ragazzo aveva offerto il suo mantello ad Hermionei le sue gambe si erano mosse da sole, portandolo dinnanzi ai due, senza sapere bene cosa stesse facendo.

Era arrabbiato. Non sapeva perchè, e questo non faceva che aumentare il suo nervosismo.

Quando era arrabbiato la sua lingua, già tagliente di solito, diventava ancora più biforcuta.

Ed ecco che l'aveva chiamata Mezzosangue.

- Malfoy, sempre i soliti insulti, sei patetico - lo sfidò McLaggen, facendo un piccolo passo in direzione di Hermione, arrivando a coprirla in parte dalla vista del biondo, quasi a proteggerla.

- Patetico? Io? - chiese il biondo avanzando verso McLaggen, fronteggiandolo.

- Qualcun'altro qui si chiama Malfoy? Non mi pare. - ribattè Cormac, per nulla impaurito, fissando fiero il Serpeverde.

Draco assottigliò gli occhi. - Non ti permettere mai più, lurido Grifondoro, sono stato chiaro?

- Aiuto, che paura - replicò Cormac tranquillissimo. Poi avvolse un braccio attorno alle spalle di Hermione. - Andiamo, Herm.

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