Vedo Sanem ed Ygit allontanarsi da me e resto ancora ad osservarli. Sono fermo, immobile e non riesco a lavorare. Sento i suoi occhi su di me, sento ancora il suo sguardo che mi penetra fin nelle ossa. Torna a lavoro Can coraggio. Mi ridesto dal pensiero di Sanem e mi metto a lavorare, ma ecco che in un attimo, il mio pensiero va ad Ygit. Non mi fido di lui, non mi sono mai fidato. Mi dispiace per quello che gli ho fatto, mi dispiace che sia costretto ad una vita limitata per colpa del mio gesto, ma non mi fido. Ho sempre saputo i suoi sentimenti per Sanem, e anche se cerca di nasconderli, il suo amore per la donna che amo traspare da ogni poro della sua pelle. Sanem non se ne è mai accorta, ma io so la verità. Lei si fida di lui. Sanem ha un animo buono, non vede mai il male in nessuno e Ygit questo lo sa. Si approfitta dell'anima buona della mia Sanem e io non posso sopportarlo. È sempre stata una persona subdola e il suo modo di comportarsi con Sanem lo dimostra. Il modo in cui fa finta di conoscerla, di volere il suo bene, non mi piace e io sono dispiaciuto dal fatto che Sanem, non riesca ad accorgersene. Devo fare qualcosa. Devo farle capire che non c'è da fidarsi, che lui la ama e che per questo ha fatto di tutto per strapparla via da me. Quanto vorrei che tu aprissi gli occhi amore mio. Il tuo cuore così puro, non può essere scalfito da un essere così meschino come lui. Devo farti capire come stanno le cose. I pensieri iniziano ad affollarsi nella mia mente e quindi decido di rimettermi a lavoro, cercando di sfogare la mia rabbia per Ygit su quei poveri chiodi, che hanno la sola colpa di essermi capitati a tiro. Finisco di sistemare tagliando dei pezzi di legno e mentre sono intento a lavorare, il mio corpo si irrigidisce, emanando però subito dopo una sensazione di calore.
Sento degli occhi su di me e riconosco quello sguardo. Così mi tiro indietro i capelli e alzo lo sguardo. Sanem è lì, davanti a me. Eterea, bellissima. Ha in mano qualcosa a cui non do molto peso, perché sono distratto da lei e dal suo sguardo che curioso, si posa su quei nodi tanto speciali per me. Quei nodi sono per te amore mio. Tu sei tutti i miei desideri. Sanem si accorge del mio sguardo, così distoglie lo sguardo dai miei nodi e si avvicina a me, incastrando i suoi occhi nei miei. «Ti ho portato qualcosa, nel caso tu abbia fame» mi dice e mi allontano dal tavolo per avvicinarmi a lei. Non sai come è bello vederti Sanem. Quando sei lontana da me la mia anima brucia e faccio fatica a respirare. Vorrei dirle che mi è mancata, che sto sistemando il capanno per stabilirmi qui. Vorrei dirle che resto per lei, ma non ce la faccio. Mi avvicino ancora di più, come se il mio corpo avesse bisogno di quel piccolo contatto per tornare a respirare. Afferro il contenitore sfiorando le sue dita e il mio corpo reagisce. Il cuore comincia a pulsarmi nel petto ferocemente e avverto delle scosse elettriche invadermi il corpo. Io guardo lei e lei guarda me, restando cosi occhi negli occhi per un tempo indefinito. Giurerei di aver rivisto quella luce che vedevo quando eravamo felici, ma non voglio illudermi. Ho tante cose da dirle, ma tutto ciò che riesco a dire è un semplicissimo e banalissimo «grazie mille». Sei bellissima amore mio, sei ancora più bella dell'ultima volta che ti ho vista. Sono immerso nei suoi occhi scuri, sono immerso nel suo mondo che fino ad un anno fa, era anche il mio e mi perdo completamente nei miei pensieri e nell'amore che provo per lei. «Le riparazioni sono finite?» mi chiede improvvisamente, riportandomi alla realtà. «Sto finendo» le rispondo senza toglierle gli occhi di dosso. Quegli occhi per me sono sempre stati una calamita. Non riesco a lasciarli andare, sono sempre stati per me sogno ed incubo. Li ho desiderati. Ho desiderato per un anno incastrare i miei occhi nei suoi ma l'immagine di lei in quella corsia di ospedale mi ha tormentato, facendo maledire me stesso, ogni giorno da quando sono partito. Lei annuisce impercettibilmente ed io vorrei tenerla qui con me il più possibile. Pensa Can, pensa. «Mi piacerebbe offrirti del tè, ma non ho modo di prepararlo» le dico, sperando in una risposta. La vedo cambiare espressione e mi chiedo se abbia sbagliato di nuovo. Allah Can! Sbagli sempre tutto! «Non bevo più tè» mi dice con i suoi occhi infuocati di rabbia e io incasso il colpo. Ho ricevuto un pugno in pieno stomaco e me lo merito. Merito di soffrire come ho fatto soffrire lei. Sanem continua a guardarmi e la osservo mentre si allontana da me. Vorrei che sapesse che questo anno senza di lei è stato una tortura, che il mio cuore era spezzato e che lo è ancora. Vorrei che sapesse che su quella barca, ogni volta che guardavo le stelle vedevo lei, i suoi occhi, il suo sorriso trovandovi sollievo. Almeno fino alla mattina seguente, quando i miei incubi prendevano vita ed iniziava una nuova giornata lontano da lei. Vorrei che sapesse che nonostante tutto, il mio cuore batte solo per lei e che sarà per sempre così. I miei occhi non si staccano da lei nemmeno quando ormai la sua figura è lontana. Ad un certo punto però, senza accorgermene, pronuncio qualcosa. «Nemmeno io lo bevo più». E così resto inerme, immobile su quel prato, a maledirmi per tutto quello che le ho fatto. Poso il contenitore, che tengo ancora tra le mani, sul tavolo distrattamente. Ho la mente affollata da pensieri che vorticano nella mia testa come un tornado nel bel mezzo del mare. Sapere che neanche lei beve più il tè mi ha lasciato senza parole. Avrei voluto dirgli che anche le mie labbra non hanno più toccato quel liquido ambrato, che per tanto tempo ci ha legati l'uno a l'altra. Che anche se si tratta di una cosi semplice bevanda, per un anno intero ho deciso di non toccarne neanche una goccia. Neanche una singola goccia ha sfiorato le mie labbra perché, il ricordo di lei che ogni mattina preparava quel tè con amore, mi tormentava, mi addolorava. Mi chiedo se il motivo del suo smettere di berlo sia il mio stesso motivo e mi sento in colpa per il dolore che ancora riesco a vedere nei suoi occhi. Ma che scelte hai avuto, Can?
STAI LEGGENDO
GOCCE D'AMBRA (SOSPESA)
FanfictionCosa succede a due anime quando, a causa di una tempesta, sono state costrette a dividersi? Può un amore, che sembrava fosse inossidabile, sopravvivere ad una separazione di un anno? "Vai via" "Addio" La storia di Can e Sanem riparte da qui. Nuovi...