Ormai ero completamente rapito dai penetranti occhi neri celati dietro le lenti appannate.
Due pozzi profondi, dove puntualmente mi perdevo e ritrovavo, intricati e complessi come le gallerie di Nidoscuro.
Ora erano diretti verso di me, brucianti, abissali, taglienti.
Ero inerme al suo cospetto, le sue zampa mi privavano di ogni energia.
Brividi fanno a gara lungo il mio carapace sottosviluppato, ad ogni suo tocco un fremito, ora accarezzava con gentile fermezza la mia maschera, da parte mia un gemito chiedeva di liberarsene.
Privati di ogni ostacolo, prendi il mio viso tra le tue calde zampe, baciami come solo la tua proboscide sa fare.
Tuttavia avevo frainteso le sue intenzioni, lentamente procedeva verso la mia intimità.
Pensavo a Iselda, cosa sarebbe successo se ci avesse scoperto? Nonostante la mia preoccupazione non riuscivo a fermarmi, l'attrazione che provavo, o meglio provavamo, era troppo forte.
La sua proboscide assaggiava le mie zampe inferiori vibranti a contatto con il suo delicato membro.
Piano piano si faceva strada, lentamente, degustando ogni centimetro del mio essere artopodo.
Si trovava al mio ingresso, improvvisamente le sue profondità nere incontravano di nuovo il mio sguardo.
Sapevo cosa volesse dire, chiedeva il permesso di farmi suo, come potevo rifiutare.
Gemetti, lui annuì.
Lo sentii disegnare il mio ingresso, preparandolo per accoglierlo.
Gemetti di nuovo, era all'interno, lo sentivo dimenarsi, farsi spazio, accomodarsi nel mio antro.
La proboscide procedeva, gettandomi in una dimensione di piacere mai provato prima.
Gemetti ancora, questa volta più forte, era davvero in profondità, lo sentivo solleticare il fulcro del mio compiacimento.
Non gli bastava, allungò la zampa, raggiunse il mio ventre molle, sobbalzai al contatto.
Esplorava accuratamente come se ne stesse mappando la superficie, mentre spingeva la sua appendice al suo interno.
Eravamo vicini al culmine ormai, quando la sua zampa si arrestò, proprio sul mio basso ventre, fece pressione fino a percepire se stesso.
Gemetti ancora più forte, il sentimento era diventato incontenibile, strabordavo di piacere.
Anche lui era visibilmente al limite quando finalmente mi liberai, esprimendo il culmine dell'appagamento proprio su quegli occhiali appannati dal vapore dei nostri respiri.
Il cuore in petto mi risuonava prorompente mentre dava le ultime spinte prima di liberarsi anche lui.
"Ch-chottolo keroCTIS! NGH-"
Sfinito aveva gettato il suo duro carapace su di me, circondandomi con i suoi profondi respiri concitati.
Adesso assaporavamo il gusto agrodolce dei nostri orgasmi, non pensavo a nulla, né a Iselda, né all'infezione, ero completo, appagato.
Quindi è questo ciò che si prova quando si ama, quasi ti invidio Iselda.
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𝓒𝓪𝓻𝓽𝓸𝓰𝓻𝓪𝓯𝓪𝓶𝓲 𝓲𝓵 𝓬𝓾𝓸𝓻𝓮 - Hollow Knight Fanfiction
RomanceUn eclettico insetto dedito all'arte della cartografia e un piccolo combattente dall'animo tenace, quali sentimenti possono sbocciare tra di loro?