Capitolo 29

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Mike
Hopper sapeva che Undici fossi qui con me?

Io: Ei, Undi. Tuo padre sa che sei qui?
Undici: Non gliel'ho detto. Mi staranno cercando. Ho detto loro che avrei letto un libro in giardino.
Io: Mi sa che sei finita nei guai. (Ride)
Undici: Sarà meglio avvertirlo...

Intanto

Hopper: Ci sta mettendo troppo, quella ragazzina.
Joyce: Jonathan, puoi vedere cosa sta facendo?
Jonathan: Agli ordini. (Esce fuori) Undici! Dove sei?
Will: L'hai trovata?
Jonathan: Aveva detto che si sarebbe messa sotto il gazebo, ma non la trovo.
Max: Il cancello è aperto...
Dustin: Ma le chiavi sono in casa. Come ha fatto ad aprirlo?
Max: Ti ricordo che ha dei poteri.
Hopper: Allora? Le avete detto di tornare dentro?
Jonathan: È uscita dal cancello.
Hopper: Cosa?! E dov'è andata?!
Joyce: Sicuramente all'aeroporto...

In aeroporto

Io: Risponde?
Undici: Squilla, ma non risponde... Ah no, aspetta...Pronto?
Hopper: Si può sapere che fine hai fatto?!
Undici: Sono andata in aeroporto.
Hopper: Da sola?! Ti rendi conto di quanti pericoli ci sono là fuori?!
Undici: Scusami, papà... Ma non potevo stare 5 anni senza Mike.
Hopper: Non mi importa. Adesso ti vengo a prendere.
Undici: No, ti prego. Fammi andare. Starò poco. Poi tornerò.
Hopper: Te lo scordi.
Undici: Papà, ti prego...
Io: Undi, tuo padre ha ragione. Dovresti tornare a casa. La tua vita è qui.
Undici: La mia vita è con te.
Steve: Mi viene il diabete tra poco. Troppa dolcezza. Oh, una telefonata. Arrivo.

Mentre Steve andava a parlare al telefono, io cercai di consolare Undici, ma era inutile.

Hopper: Undi, non provare più a fare una cosa del genere. Mi hai fatto preoccupare tantissimo.
Undici: Scusami tanto...
Steve: Era uno dei coach della squadra di calcio. Mi ha detto che il periodo di permanenza è stato diminuito. Saranno solo 2 anni e non più 5. Beh, in effetti erano troppi 5 anni.
Undici: Per me anche 2 sono tanti anni.
Hopper: Undi, se vuoi andare con lui te lo concedo, ma stai attenta. Mike, stalle sempre accanto.
Io: La proteggerò sempre. Sempre.
Hopper: Bene. Buon viaggio.

Undici staccò la chiamata e finalmente salimmo sull'aereo.

Undici: Non sono mai salita in aereo.
Io: Hai presente le montagne russe?
Undici: No.
Io: Beh, diciamo che ti dà più o meno la stessa adrenalina.

Mi strinse la mano, perché non era abituata e non aveva mai preso un aereo in vita sua.

Io: Aspetta, ora che ci penso tu hai preso un aereo. Quando sei venuta a Parigi, ricordi?
Undici: Sì, ma avevo altri pensieri per la testa e non ho fatto caso al volo. Ero preoccupata per te.

Le feci un sorriso e lei appoggiò la testa sulla mia spalla. Steve, intanto, rimorchiava l'hostess.

Undici: È sempre il solito. (Ride)
Io: Già. L'hostess è molto carina comunque.
Undici: Anche il pilota lo è.
Io: Mi sfidi? (Ride)

Ci mettemmo a ridere tutti e due finché l'aereo si sollevò da terra. Undici si accoccolò a me e mi stringeva la mano.

Io: Hai paura?
Undici: Un po'...
Io: Ci sono io con te.

La abbracciai e lei appoggiò la testa sul mio petto sorridendo.

Steve: Mi scusi, signorina. Si può avere un bicchiere d'acqua?
Hostess: Liscia?
Steve: Come la sua pelle. Volevo dire... frizzante!
Hostess: Ehm...ok...
Steve: Non resiste al mio fascino.
Io: Non sai come conquistare una ragazza. Ammettilo.
Steve: A scuola tutte cadevano ai miei piedi. Nancy per esempio.
Io: Se ti sentisse Jonathan come minimo di lancerebbe dall'aereo.
Steve: Siamo amici io e lui. Mike, comunque quella ragazza del check-in è sul nostro stesso volo e ti guarda ancora.

Undici
Appena sentii quelle parole alzai la testa di scatto.

Io: Come scusa?
Steve: Oh giusto. Tu sei qui...

Mi girai verso quella tizia e incrociammo gli occhi.
Feci un movimento con la testa e il bicchiere le cadde addosso bagnandole la gonna di coca cola.

Steve: Sei stata tu? (Ride)
Mike: È stata lei, sì. (Sorride)
Io: Non ridere tu.
Mike: Dai, sei gelosa?
Steve: Non si vede per niente che è gelosa.
Io: Non sono gelosa.

Incrociai le braccia e appoggiai la testa al finestrino dell'aereo guardando il panorama.

Mike: Ei, io non provo interesse per quella. Lo sai, vero?

Annuii dandogli un bacio in guancia e tornai a osservare il cielo.

Steve: Hostess! Grazie per l'acqua.
Hostess: Frizzante, proprio come lei, ragazzo. (Ride)
Steve: È molto carina, sa?
Hostess: Molto gentile.
Steve: Dico solo la verità.

Mike: Che figura...

Ero immersa nei miei pensieri e non facevo caso a ciò che succedeva.
Osservavo le stelle che danzavano nel cielo.

Mike: Terra chiama Undici. Ci sei?
Io: Come? Oh...ehm... sì. Ci sono...
Mike: Stai bene?
Io: Sì, davvero.

Mi portò a sé stringendomi forte.

Mike: Possiamo stare così per sempre?

Alzai lo sguardo e lo guardai negli occhi sorridendo e arrossendo allo stesso momento. Era così perfetto. Dopodiché lo baciai. Rimanemmo abbracciati per tutto il viaggio. Dopo qualche ora l'aereo atterrò e il taxi ci accompagnò in hotel.

Steve: Wow, che stanza grande.
Io: Avevi prenotato per due persone.
Steve: C'è un letto matrimoniale e un divano letto. Dormirete voi sul letto e io sul divano. Soluzione trovata.
Mike: Che genio...
Steve: Simpatico. Bene, io ho fame. Quindi sistematevi e dopo andiamo a mangiare.

Andai in bagno e mi cambiai. L'indomani avrei dovuto fare shopping. Avevo pochi vestiti per due anni. Mi misi un leggings, una maglietta attillata e degli stivaletti neri col tacco. Mi truccai e mi sistemai i capelli. Erano lisci.

Steve: Undi, stiamo aspettando te. Sei pronta?
Io: Arrivo!
Steve: Le ragazze sono tutte uguali.

Uscii dal bagno e insieme ci incamminammo verso il ristorante.

Io: Mike, perché cammini dietro di me?
Mike: Ci sono troppi ragazzi e non voglio che ti guardino.
Steve: Il primo sono io.
Mike: Tu non ci arrivi al ristorante, Steve.
Steve: (ride)

Gli presi la mano e andammo verso il nostro tavolo.
Chiamai mio padre e gli dissi che ero arrivata.

Mike: Vediamo. Io prendo un semplice hamburger.
Io: Anche io.
Steve: Io Hamburger, patatine, hot dog e delle crocchette.

Io e Mike ci guardammo in faccia e scoppiammo a ridere.

Steve: Sono affamato!

Mike
La guardavo continuamente. Non mi perdevo nemmeno un suo sorriso. Mentre parlava non facevo caso a ciò che diceva, ma osservavo le sue labbra e il suo viso.

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