XXV

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Sono passate due settimane da quel giorno e devo ammettere che io e Tom ci troviamo ogni giorno meglio.
Tranne con Philippe: lui non fa altro che squadrarmi dalla testa ai piedi, stando attento ad ogni movimento che faccio perché è ancora convinto che il mio scopo sia quello di rovinare la carriera di Thomas.
"Sono fuori."mi scrive Noah. Non parliamo da tanto, non abbiamo più avuto una conversazione vera e propria. Ma oggi dovremmo seguire l'ordine che ci ha dato Mr. Morris due settimane fa e dovremmo abbattere, contro voglia, questo muro che ci divide.
Appena entro nella sua macchina, Noah mi guarda con sguardo di sfida ed io non riesco nemmeno a salutarlo come si deve. Mi limito a sorridere e lui cerca di mascherare la rabbia che ha nei miei confronti con un cenno del capo.
"Dobbiamo lavorare insieme, che ti piaccia o meno siamo colleghi."dice, per sciogliere il ghiaccio.
"Lo so."rispondo.
Tom non sa di questo. Oggi gli ho inventato che sarei rimasta a casa e che non avrei avuto bisogno di un passaggio, così che lui potesse sbrigare delle faccende importanti riguardo a dei nuovi film nei quali dovrebbe prendere parte.
E in più, se gli avessi detto di Noah, credo che non avrebbe pensato due volte a raggiungerci e a mettere da parte il suo lavoro.
La gelosia fa brutti scherzi, parecchie volte.
E sono consapevole che non merita una bugia, ma lo sto facendo per il suo bene e per quello di entrambi. Se Philippe venisse a sapere che la gelosia ha preso il sopravvento, credo che mi accuserebbe di essere la causa scatenante.
Seguendo le indicazioni, imbocchiamo una strada conosciuta... Sembra...
"Dev'essere questa."borbotta Noah. Il sangue mi gela nelle vene non appena ci fermiamo davanti al grande condominio di Steve.
"Sei sicuro?"domando, sbattendo le palpebre "Guarda bene l'indirizzo.".
"Non farmi arrabbiare Sara, mi credi scemo? È questa."indica il suo telefono. Devo realizzare che è proprio questa la destinazione.
Mentre saliamo le scale, prego che sia almeno un appartamento diverso, magari al piano ancora superiore al suo così da non poterlo mai incrociare.
"Sono io!"esclama dietro di noi una voce.
Steve è fermo sulla porta, con il suo sorriso sincero sul volto e una mano alzata in segno di saluto. Naturalmente si sta andando di male in peggio. No anzi, direi che non è nemmeno classificabile la situazione in cui sono stata improvvisamente catapultata.
"Sarina, ma cosa ci fai qua!"esclama, sorpreso.
"È la stessa domanda che mi sto facendo pure io."rispondo a bassa voce.
"Entrate, entrate. Sara già sa quanti libri ho!"esclama ancora. La casa non è più in ordine della scorsa volta, nonostante ci aspettasse. Ma il sorriso felice di Steve alla nostra visita, rallegra ogni cosa.
"Come fai a conoscerlo?"mi chiede Noah, appena avanziamo dietro di lui.
"È un caro amico."rispondo.
"Tom e Philippe sono fuori."mi riferisce mentre ci accompagna alla grande libreria.
"Lo so, lo so."rispondo e spero vivamente che non tornino mai. Ma so che Steve non si ostinerà a riferirgli la fantastica notizia.
Appena apre la grande porta, la luce della stanza ci abbaglia.
Noah sgrana gli occhi e si avvicina, sbattendo gli occhi.
"Questo... questo posto..."borbotta.
"È fantastico, lo so."proseguo e mi avvio verso la grande quantità di libri. Voglio andarmene da questo luogo il prima possibile, senza che Tom mi trovi sul posto.
"Volete un po' da bere? Da mangiare? Qualcosa?"chiede Steve, entrando nella stanza mentre tengo lo sguardo barcollante tra i libri e la porta, pregando che il ragazzo dagli occhi azzurri non si presenti improvvisamente.
Ci siamo divisi gli scaffali e ho posizionato Noah dall'altra parte così da non poterlo vedere e da non poter dar via ad una discussione che causerebbe solo una grandissima perdita di tempo.
Ma è proprio vero che quando cerchi, quel qualcosa non appare mai.
"Ne ho trovato uno."mi urla Noah. Poi, per colpa degli stessi scaffali, ci ritroviamo sempre più vicini.
"Tu e Tom allora?"mi domanda, con un sorriso beffardo sul volto.
"Cosa devo dirti di me e Tom."rispondo fredda.
"State insieme?"chiede ancora.
"Non sono cose che ti riguardano."scendo dalla scala e mi avvio dalla parte opposta.
"Ti sei mai chiesta se ti ci saresti mai avvicinata se non fosse stato un Tom Felton?"mi urla. Il sangue mi gela nelle vene, così mi blocco.
Poi chiudo gli occhi e allevio la rabbia. Devo ammettere che ci ho pensato, ovvio, ma io e Tom stiamo insieme perché c'è un sentimento vero che ci lega.
"Hai mai pensato di chiudere la bocca e farti i fatti tuoi?"chiedo e lui si mette a ridere. Ma Noah non è uno che si fa zittire facilmente. Così prosegue a insistere e a riempirmi la testa delle sue opinioni su i miei sentimenti mettendo in dubbio ogni forma di amore nata tra me e il ragazzo dagli occhi azzurri.
Così, colpita da quelle parole, esclamo: "Si, ci ho pensato, contento?!  Ma per tua sfortuna io lo amo, io lo amo veramente.".
Lui si blocca e scende con lentezza dalla scala mentre ride, come se la parola "amare" fosse buffa e beffarda.
"Vado a chiedere a Steve un bicchiere d'acqua."riferisce, ridendo ancora. Non lo sopporto!
Evito con difficoltà quel suo modo meschino di rapportarsi con me e proseguo con la ricerca.
Fino a quando...
"Sara, che cazzo ci fai qua?"urla una voce alle mie spalle. Non ho il coraggio di voltarmi, lo ammetto. Il sangue mi gela un'altra volta nelle vene.
Con lentezza mi volto e lo trovo lì, con i pugni stretti e la mandibola contratta.
"Tom."riesco a dire, ma non mi esce niente se non un respiro.
"Con il bastardo."borbotta tra se e se, e dopo aver tirato un colpo sulla scrivania, esce sbattendo la porta.
Scendo a tutta velocità e cerco di raggiungerlo. Noah rimane attaccato alla porta della cucina con un sorriso beffardo sul volto, mentre sorseggia la sua bibita.
So che l'ha fatto apposta. Non ci ha pensato due volte a rovinare ogni cosa. Avrà incontrato Tom e gli avrà raccontato tutto.
"Tom."lo rincorro fuori e lui sale nella sua auto.
"Tom scendi."riesco a bloccarlo.
"Odio le bugie, le odio."ripete "e soprattutto dette da te. Che bisogno c'era?".
"Non saresti andato a lavoro tranquillo."rispondo.
"Non posso credere che tu mi abbia detto una bugia. L'altro giorno mi hai detto che tra noi non ci sarebbero state bugie cazzo."batte una mano sul cofano della macchina.
"Lo so, hai ragione. Ma..."borbotto e quando vedo il suo cuore a pezzi, non posso che sentirmi in colpa.
"Io l'ho fatto per il tuo bene."rispondo ancora ma è inutile, Tom rimane fisso a guardare la strada.
"No, non l'hai fatto."dice ancora "Cosa cazzo ci facevi con quel bastardo? E in più non me l'hai detto.".
Poi contrae la mandibola non appena si volta e guarda oltre. Vedo i lampi di rabbia nei suoi occhi azzurri e quando seguo il suo sguardo, noto Noah attaccato al muro con un sorriso sul volto.
Tom si alza velocemente e quando lo prendo per un braccio, mi scaraventa indietro.
"Lo fai apposta?"urla Tom avvicinandosi al diretto interessato.
"No, macché."risponde con noncuranza. Così si scaraventa contro Noah e quest'ultimo lo spinge all'indietro.
"Devi lasciare stare la mia ragazza."strilla.
"La tua ragazza?"si morde il labbro Noah "Davvero? Sara non mi ha riferito questa notizia. Non sarà mica che si vergogna a dire di stare con un attore...".
"Noah che cazzo stai dicendo."mi avvicino velocemente e Tom lascia la sua presa. I suoi occhi si abbassano piano piano, poi si volta a guardarmi.
"È vero?"domanda con occhi lucidi.
"Credi davvero a Noah?! Ti vuole solo far star male."lo riprendo e lui si morde il labbro, abbassando lo sguardo di nuovo. Il mio cuore si spezza al vedere quell'immagine.
Poi piano piano li chiude e si volta verso Noah.
"La mia ragazza mi avrà pure detto una bugia, ma se non te l'ha voluto dire che stiamo insieme ci sarà un motivo. Fatti due domande, bastardo. E stai lontano da lei."prende parola e Noah si mette a ridere.
"E se a te non ha voluto dire che veniva qua, ci sarà sicuramente un altro motivo sotto. Non credi?"risponde e domanda l'interlocutore.
Tom perde la pazienza, lo spintona all'indietro e sale in macchina. Non riesco a fermarlo, lui se ne va con la sua auto lasciando solamente una grossa nube e i miei occhi in lacrime.

E niente questa storia mi sta aiutando veramente tanto a stare bene. Sento molto più vicino Tom❤️

Non so se sei solo un sogno || Tom FeltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora