SANEM
"Non sono stato in Pakistan....sono stato da papà....è ancora vivo" disse Kerem tenendomi forte le mani.
Rimasi immobile, impassibile perché il significato di quelle parole non mi era arrivato.
"Mamma, mi hai sentito?...Ho detto che papà è vivo. Non ha avuto nessun incidente sul K2. In realtà sul K2 non ci è mai andato!" continuò ad insistere Kerem.
Finalmente mi riscossi e attraverso il velo di lacrime che mi aveva riempito gli occhi lo guardai. "Can non è morto?!" chiesi con voce tremante, pensando e temendo di non aver capito bene.
"No mamma, papà non è morto..."mi rispose.
"NO, NO...non è possibile...noi abbiamo pianto il suo corpo..."dissi in preda all'angoscia.
"In realtà nessuno di noi lo ha visto....pensaci mamma. Il riconoscimento della salma è stato fatto solo da Metin....e lui era al corrente di ogni cosa ed ha aiutato papà.." mi spiegò Kerem.
Incominciai a tremare da capo a piedi, la testa mi girava, facevo fatica a respirare. Mi aggrappai a mio figlio che mi tenne stretta a sé accarezzandomi la schiena, finché piano, piano mi calmai.
Mi rimisi seduta ed ascoltai il suo racconto, cercando di trovarvi un senso logico.
Quando finì di parlare l'unica cosa che riuscii a dire fu:" Tuo padre ha ragione...questa volta sì è spinto troppo oltre... non puoi chiedermi di far finta che gli ultimi dieci anni non siano mai esistiti."
"Lo so mamma che ha sbagliato, ma se tu lo vedessi ora, capiresti perché ha agito così. Ha solo voluto proteggerci" cercò di difenderlo Kerem.
"Proteggerci Kerem? Fingendo la sua morte?" gridai alzandomi " No, lui ha voluto solo proteggere se stesso...lui ha infranto tutte le promesse che ci siamo scambiati quando ci siamo sposati...lui non ha avuto fiducia nel nostro amore...lui ancora una volta non si è fidato di me..." conclusi scoppiando in singhiozzi.
"Ti prego ora lasciami sola..."dissi alla fine, stremata.
"Va bene" mi rispose Kerem "Mi dispiace davvero, non avrei mai voluti ferirti così" aggiunse dispiaciuto.
"Non sei stato tu a ferirmi, ma tuo padre" lo tranquillizzai accarezzandogli una guancia.
Non so quanto tempo rimasi seduta lì fuori in giardino. Non riuscivo a pensare coerentemente. A momenti provavo gioia, poi rabbia, risentimento, delusione. A trattai mi pareva che tutta la mia vita fosse stata una finzione, che quell'amore che pensavo di aver vissuto con Can fosse stato sola una mia illusione. Cosa avevamo costruito in vent'anni se poi lui alla prima vera difficoltà era scappato?
Avevo davvero significato così poco per lui?
Sentii rientrare Ferit e fui colta da un sospetto.
"Tu lo sapevi?" gli chiesi a bruciapelo.
Mi guardò senza capire "Sapevo cosa?"
"Tu sapevi di Can?" chiesi di nuovo.
Non mi rispose subito e allora capii che anche lui mi aveva ingannata "Sapevo che era malato ,ma che fosse ancora vivo l'ho scoperto solo pochi giorni fa.." mi rispose.
"Capisco" dissi, per poi rientrare in casa e dirigermi in camera dove misi alcuni vestiti ed effetti personali in una piccola valigia.
All'improvviso avevo recuperato tutta la mia lucidità.
"Dove hai intenzione di andare?" mi domandò preoccupato Ferit.
"Dall'unica persona che può rispondere a tutte le mie domande" risposi con freddezza.
CAN
"Torna dalla mamma" mi aveva detto Kerem.
Avrei tanto voluto farlo. Non passava un solo giorno in cui non pensassi a lei, al suo volto, ai suoi occhi, alle sue labbra, ma lei adesso era felice con Ferit.
Non potevo sconvolgerla ancora, mi dicevo, ma in realtà avevo paura. Avevo paura che mi rifiutasse e ne avrebbe avuto tutte le ragioni, ma io non lo avrei sopportato. Pur di non correre quel rischio mi sarei accontentato di vivere col ricordo di lei e di quello che eravamo stati...e con quei ricordi, come mi capitava spesso, mi addormentai.
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VENT' ANNI DI NOI
RomantikQuesto racconto è il seguito di "Un amore Dimenticato". Com'è stato l'amore tra Can e Sanem? I vent'anni trascorsi insieme, la nascita dei figli, la loro quotidianità, fino al quel tragico incidente, come li hanno vissuti? E quello di Can è stato d...