Prologo

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Nei miei diciotto anni di vita ho viaggiato spesso e scoperto nuove città con posti incredibili ed indimenticabili. Ho conosciuto persone di diverse lingue e culture, ognuna di essi speciali a modo proprio. Ho imparato ad apprezzare la bellezza e le novità che il mondo ci riserva. Non avrei mai pensato che per la prima volta avessi preso un aereo per frequentare un campo estivo...

Non potevo davvero crederci.

Beh.... di certo era un'istituzione revisionata della scuola, solo che anziché in inverno, si frequentava d'estate.

A gennaio avevo dovuto lasciare la mia scuola a Madrid, nel bel mezzo degli esami. Avevo dovuto lasciare i miei cosiddetti amici per trasferirmi da mio padre a Milano.

I miei genitori si erano separati quando avevo due anni. All'ora non capivo molto ciò che era accaduto e venivo messa su un aereo ogni mese per andare da mio padre, facendo in continuazione la tratta Londra-Firenze.

Papà si era risposato con Sofia, una donna dai capelli corvini e con due gambe lunghe che facevano invidia agli stambecchi. Il loro matrimonio aveva generato Rossana, una sorella che, sembra di tutti tranne che la mia. Non eravamo andate mai d'accordo e nemmeno avrei voluto. Eravamo decisamente due poli opposti che non troveranno mai un punto d'incontro e seppure l'avessimo trovato, non sarebbe servito comunque a nulla.

Nessuna delle due era disposta ad accettare l'altra e a me andava bene così.

Negli ultimi anni erano cambiate un po' di cose, mia madre ed io ci eravamo trasferite a Madrid e mio padre con la sua famiglia a Milano. Ero riuscita ad amare quella città spagnola più di quanto amavo Londra, ormai la sentivo casa mia. Lo stesso però non si poteva dire di Milano, non l'avevo mai sentita mia.

Ero in quella città solo da tre mesi e ogni volta continuavo a perdermi. Non riuscivo a memorizzare le strade e nemmeno dove si trovasse la libreria, nonostante ci andassi almeno cinque volte alla settimana. Il motivo, forse, era che non volevo essere in quella città, ma ancora a Madrid assieme alla mia temeraria mamma.

Mio padre mia aveva convinta, o meglio obbligata, a frequentare questa specie di campo estivo in Sardegna. Mi aveva anche esposto di preciso tutte le attività che si facevano, ma non avevo prestato ascolto.

Il suo intento e quello di Sofia, era quello di sbarazzarsi di me fin dal primo giorno che avevo messo piede a Milano. Dalla mia parte ero contenta di non passare tutte le vacanze estive, da giugno fino a settembre, con loro. La nuova famiglia che mio padre si era fatto era davvero assurda e non rispecchiava di certo il mio essere.

Erano tutti molto... "ehm... qual è la parola esatta?" SNOB! Erano tutti molto SNOB.

Mio padre era un notaio molto famoso e faceva soldi a palate. Aveva abituato la sua nuova famiglia ad avere tutto ciò che desiderassero. Ma lo stesso non si poteva dire di me e mia madre.

Noi eravamo sempre state le due pecore nere della situazione, la famiglia quella che aveva avuto solo per due anni e che non era quella vera. Eravamo le due iene della situazione, mia nonna così ci chiamava. Ormai ci avevo fatto l'abitudine...

Mi trovavo su quel maledetto aereo con destinazione Sardegna e il mio progetto era quello di fare tutto tranne che frequentare le lezioni in quel fottutissimo campo estivo.

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