Capitolo2

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Filippo's pov

Io: Evà, sta sera andiamo alla festa di Gio, che dici? Gli chiesi con il telefono in mano.
Ev: non c'ho voglia dai, facciamo alla prossima.
Che svogliato sto ragazzo ao, mi ricorda qualcuno...
Io: ma daiii, ci divertiamo un pò.
Sai quante ragazze carine ci stanno?
Ev: ancora con sta storia, io non voglio conosce nessuna.
Io: e va bene. Sbuffai.
Ev: birra e play?
Io: ci sto!
Siamo inseparabili io lui.
Ci conosciamo da 2 anni ed ora è come un fratello per me.
A noi basta una serata a casa con una birra e una sigaretta, bastava vedere un film, quattro chiacchiere e stop. Siamo felici.
Vive praticamente qui, ha una camera per lui e tutto il resto.
A casa sua ci sta solo quando succede qualcosa.
Vorrei farlo sfogare, vorrei conoscesse qualcuna, una ragazza, vorrei fargli godere la sua adolescenza, ma lui è cosí.
È un bravo ragazzo. Un ragazzo che però va capito e che non si apre con nessuno.

Ev: Fil, ci sta qualcuno alla porta apriiii. Mi urlò dal salotto.
Non si può riposare in santa pace.
Scendo dalle scale correndo.
Io: arrivo.
Sbadiglio dalla stanchezza.
Ma appena vedo chi si trova al di fuori della porta mi immobilizzo.
Tiro fuori un urlo di gioia per poi prenderla in braccio abbracciandola forte forte.
La mia piccina.
Quanto mi è mancata!
Io: oddiooo, sei tu veramente?
Sono incredulo.
Solo lei mi fa quest'effetto.
Bea: non mi vedi?
È rimasta la solita simpaticona.
Io: oddio quanto sei bella.
Prendo il suo viso tra le mani per poi ristringerla nuovamente forte a me.
Bea: mi sei mancato Filo.
Mi disse con la voce da bambina.
Io: anche tu, tanto, tanto, tanto.
Io: ora però vieni dentro che ti prendi un malanno, sei tutta scoperta.
Bea: ma se ci sono 30 gradi.
Si mise a ridere.
Io: 29! Ironizzai io
Bea: ufff, e va bene.
Io: mi devi raccontare un sacco di cose sai.
Bea: non ci metterò molto, fidati.
Sono strano io o la vedo un pò triste dopo questa affermazione?

Le prendo le valigie e le poso in salotto. Oddio, Evandro, non ci starà capendo piú niente.
Io: o, Ev, lei è mia sorella Bea.
Gli raccontai fiero.

Beatrice's pov
Entrai in casa, non era cambiata di una virgola dall'ultima volta.
Ho il sorriso stampato in faccia da quando ho rivisto Filo.
Ci somigliamo molto, e ora che sono cresciuta si nota ancora di piú.
C'è un ragazzo piccoletto seduto sul divano che mi fissa, probabilmente non ci starà capendo niente.
Questa situazione è strana persino per me.
Mio fratello me lo presenta e lui un pò in imbarazzo si alza da dove stava stravaccato e mi porge una mano.
Ev: piacere Evandro! Disse per poi grattarsi la nuca.
Mi fa tenerezza.
Io: piacere Beatrice, la sorella di Filippo.
Ev: mi dispiace per te allora! lui ridendo.
Io scoppiai a ridere ancora di più.
Mi stava già simpatico questo ragazzo.
Fil: ragazzi, già vi siete coalizzati contro di me?
Io: probabile!
Lanciai uno sguardo d'intesa al ragazzo brunetto.
Ora che si è alzato noto che è piú alto di me, vista la mia modesta altezza.
Ha un sorriso dolcissimo e i capelli disordinati.
Sembrava un animo puro.
Credo che nascerà una bella amicizia tra di noi!
Mio fratello mi accompagnò nella mia stanza per posare le valigie pesanti.
E ne ho altre due fuori, sono strana vero?
Va bè, cosí sembra che me la tiro ma vi assicuro che non è cosí.
E se lo pensate, beh, non ci posso fare nulla.
Non si può piacere a tutti, altrimenti mi sarei chiamata nutella. Ok, questa faceva un pò schifo. Decisamente.

Apro la mia valigia e inizio a sistemare i miei panni riflettendo su cosa ne avrei fatto della mia permanenza qui.
Dovrò prima di tutto cercarmi un lavoro. E possibilmente che mi paghi il giusto per fare le mie spese mensili.
Chiudendo l'armadio dopo aver finito, prendo la custodia dove si trova la mia chitarra e la poso sul letto.
Mi ci siedo successivamente anche io.
Lascio il fodero a terra e inizio a stimpellare qualcosa per rilassarmi.
Mi lascio trasportare dal momento e intono una melodia.
Nel frattempo mi sono sdraiata e sto cantando vent'anni dei maneskin. Sono i miei artisti preferiti. Sono fuori dalle righe e insegnano di andare avanti oltre i pregiudizi. Diciamo che la loro musica mi ha accompagnato in questi anni di solitudine e mi ha aiutato a sopravvivere al meglio.

Spiegare cosa è il colore
A chi vede in bianco e nero
E andare un passo piú avanti
Essere sempre vero
E prometti un domani
A tutti parlerai di me
Anche se ho solo vent'anni
Dovrò correre per me.

È una mezz'oretta che sono in camera da sola.
Oddio, sono le 19 e 30, è ora di cena.
Ditemi che Filippo ha imparato a cucinare! Ho una fame.
Scendo giú in cucina correndo ed entro in cucina.
Io: Fil, hai cucin....mi blocco quando vedo Evandro ai fornelli
Intento a preparare una pasta.
Io: Ah, ci sei tu?
Ev: e ringrazia il cielo, altrimenti la cucina sarebbe andata a fuoco.
Accenno una risatina.
Io: non ha imparato a cucinare vero? Gli chiesi avvicinandomi.
Ev: assolutamente no.
Io: ne ero sicura! Che prepari di buono?
Ev: semplice pasta al sugo, ti va bene? Che cucciolo, era imbarazzato.
Io: benissimo guarda, dalla fame che ho ora mi mangerei anche i mobili! Affermai scherzasamente.
Ev: tuo fratello è in giardino al telefono con Enula.
Io: Enu...chi? Risposi confusa.
Ev: ah, vero, Enula è la sua ragazza, e guai chi gliela tocca!
Io: immagino, lui è un ragazzo super protettivo nei confronti di tutti.
Ev: ah si? Chiese allungando il braccio per prendere il sale.
Io: certo! Pensa che quando avevo 13 anni non mi lasciava andare a scuola da sola mai, ne tanto meno quando dovevo uscire con le mie amiche del tempo. Ah, e mi ricordo quando portai a casa un mio amico per una ricerca di geografia.
Ti lascio immaginare la scena, lui che tra un pò non gli chiedeva  quante volte andasse in bagno al giorno! Oddio sto stra parlando, sai ti ci dovrai abituare caro mio!
Ev: non ti preoccupare, mi fa piacere parlare con qualcuno che sia come me.
Io: come te come?
Ev: fidati, se mi metto a parlare io finiremmo sta notte.
Io: allora vorrà dire che lo faremo prima o poi!
Gli allungai la mano per stringere un patto.
Lui me la strinse sorridente.
Ev: ci sto!
Si bloccò un attimo.
Ev: oddio, ora brucia il sugo e non si mangia piú. Scattò immediatamente ai fornelli.
Io mi misi a ridere per l' imbranatezza di questo ragazzo.
Ev: per un pelo. Si appoggiò con la mano sul tavolo come per dire "c'è l'ho fatta".
Io: qualcosa mi dice che nemmeno tu in cucina sei tanto ferrato.
Ev: e pensi bene, me la cavicchio ecco!
Si grattò di nuovo la nuca.
Quando fa cosí mi viene da ridere, è buffo.
Io: vado a chiamare Filippo.
Gli dissi per poi uscire a richiamare mio fratello.
Ma dov'è mannaggia a lui!
È da circa dieci minuti che lo sto cercando.mi arrendo e rientro.
Chiederò ad Evandro di aiutarmi.
Entrai nuovamente in cucina
Io: Ev...sai percaso dov'è Filip...ah sei qui.
Interruppi la frase quando lo vidi già a tavola.
Io: ma dov'eri scemo? Ti ho cercato in giardino.
Fil: io stavo in bagno Bea, chi ti ha detto che stavo fuori?
Ev: colpa mia, scusate madame.
Si scusò velocemente.
Io gli sorrisi dolcemente.
Io: ora mi siedo chè ho una fame assurda!

Fil: domani viene la mia ragazza qui, perfavore non ucciderla.
Io: ci proverò e dimmi un pò..
Fil: mo inizia con le domande.
Disse rivolgendosi ad Evandro.
Alzai gli occhi al cielo.
Io: è brava?
Ti tratta bene?
Ti tradisce?
È sana?
Ti ama veramente?
Ci si può fidare?
È simpatica?
Da quanto state insieme e soprattutto....
....sei felice con lei?
Fil: ti assicuro che è un amore di ragazza, andrete d'accordo.
Io: Evandro confermi?
Ev:...emh...si....credo...cioè, almeno spero.
Io: ho capito tranquillo.

Finisco il mio ultimo boccone di pasta e mi vado a sedere sul divano.

Spazio autrice
Entriamo completamente nella storia.
Per favore date segni di vita, ho bisogno di sapere se vi sta piacendo e se dovrei continuare con il prossimo capitolo.
Premetto che non pubblicherò tutti i giorni, sia perchè ho un'altra storia da portare avanti, sia per la scuola.
Ultimamente sono super impegnata.
Detto questo.
Baci a tutti!

qualche sguardo sfumato...||Evandro|||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora