A Claudia,
perché ti ho resa protagonista
di uno dei sogni che tanto temi;
te l'affido con il cuore,
come un modo per dirti grazie.
permettimi di raccontarti una storia,
la tua.
♡
Stradbally, County Laois, Ireland
- Electric Picnic Music Festival
4 settembre 2015
Una trapunta di minuscole stelle avvolgeva con strano coraggio ritrovato il misero spicchio argenteo che rischiarava il nero di un cielo di fine estate, mentre un vento forse troppo freddo ed impertinente per la stagione accarezzava le fronde degli alberi circostanti, agitandone i rami in una strana danza; avrebbe gradito il silenzio, forse, quella stessa luna che non poteva neanche nascondersi dietro nuvole rarefatte, ma ciò che regnava ormai da ore era solo il caos, la musica, ed il suono di migliaia di voci che cantavano all'unisono. Era stato necessario aspettare un intero anno, prima che quell'enorme quantità di persone si riversasse nuovamente in quella precisa zona dell'Irlanda, in occasione dell'Electric Picnic Festival – un evento a dir poco imperdibile, a detta di chiunque vi avesse preso parte almeno una volta. Ognuno dei presenti aveva atteso per mesi l'annuncio degli ospiti che si sarebbero esibiti sui vari palchi allestiti secondo uno schema preciso ed ordinato, ed aveva acquistato quei biglietti ad un passo dal sold out annunciato che era infatti comparso accanto al nome dell'evento, sui siti dei rivenditori ufficiali, dopo appena poche ore. C'era chi si era mosso dalle più remote zone dell'Europa, e chi semplicemente aveva dovuto fare un pieno alla propria auto ma, nel momento in cui le luci si erano alzate, tutti si erano uniti in una sola voce, in un'unica marea umana che si era mossa a tempo della musica assordante che mai, neanche per un minuto, si era fermata. Risultava quasi impossibile riuscire a districarsi dai percorsi quasi obbligatori in cui si veniva trascinati dal grande flusso che si muoveva verso il palco principale, quello più prestigioso ed importante, dal quale presto avrebbe avuto inizio la line-up di uno degli artisti più attesi di tutto il festival. Erano ben poche le scenografie disposte per l'occasione e, oltre agli strumenti, i microfoni, gli amplificatori ed i cavi, era presente solo un unico, immenso telone nero che faceva da sfondo, su cui erano impresse quattro lettere grigie, a caratteri cubitali: Ezra.
"Dubito riuscirai a veder qualcosa, da qui."
Si lasciò sfuggire un ragazzo dai capelli biondi, appena più scuri all'attaccatura, che teneva sollevati in un ciuffo su cui erano poggiati un paio di rayban wayfarer neri da sole, di cui non aveva evidentemente più bisogno; i suoi occhi di un azzurro molto intenso si erano poggiati sulla figura di una ragazza ferma in piedi proprio accanto a lui, che sembrava fare di tutto pur di riuscire ad avere una buona visuale del palco, nonostante fossero ben oltre la metà del pubblico.
Lei, la ragazza dai capelli castani e qualche riflesso rosso che però la notte celava – reduci probabilmente da qualche colorazione artificiale svanita nel corso del tempo, impiegò un paio di secondi prima di realizzare che quella precisa frase fosse rivolta proprio a lei; sollevò lo sguardo, gli occhi appena sgranati per la sorpresa, incrociando quello dello sconosciuto che sembrava oltretutto ostinato ad ottenere una risposta.
"Ero in prima fila, fino ad un paio di ore fa, ma in qualche modo sono riusciti a strapparmi dalla transenna e trascinarmi fin qui; più che vedere qualcosa, sto cercando un modo per ottenere di nuovo il posto che mi spetta."
Spiegò, con una certa determinazione ad infiammarle gli occhi castani, sollevandosi di nuovo sulle punte dei piedi, aiutata anche dai platform delle scarpe che indossava.
"Senza offesa, ma sei.. bassina, e minuta, quindi a meno che tu non abbia intenzione di scavalcare tutti i presenti, difficilmente riuscirai a farti largo tra la folla."
A quelle parole, ricevette uno sguardo fulmineo, che per un istante lo fece addirittura pentire di non aver tenuto per sé quella considerazione tanto giusta quanto fuori luogo; si schiarì la gola, prima di ricevere uno spintone da destra – segno che tutti cominciavano a muoversi ed a tentare appunto di avvicinarsi al palco. Strinse i denti, imprecando tra sé, facendo ricorso alla forza per riuscire a rimanere in piedi ed a non perdere l'equilibrio, e dovette portare la mano sul braccio della ragazza, affondando i polpastrelli sulla sua pelle coperta dal tessuto di un cardigan, per riuscire a tenerla, evitando che venisse praticamente schiacciata da un paio di ragazzi alti almeno trenta centimetri più di lei.
"Oh mio dio, grazie, io.."
Balbettò lei, un filo di panico nella voce, che non aveva avuto modo di aggrapparsi a nulla, e che già sentiva mancarle il respiro per l'aria che riusciva ad arrivarle solo a tratti, sentendosi compressa tra sconosciuti corpulenti e piuttosto ostinati, oltretutto.
"Tu stavi per morire, ed io ti ho salvato la vita – ma non c'è bisogno di ringraziarmi."
Ribattè lui, con un sorrisetto divertito sulle labbra; subito dopo, le luci quasi esplosero, accendendosi d'improvviso, ed i riflettori vennero puntati immediatamente sul palco, ancora vuoto. La loro attenzione venne attirata proprio in quel punto, ed entrambi presero a guardare dritto davanti a sé, nella speranza di vedere finalmente sbucare l'artista dal backstage, pronto a cominciare l'esibizione.
"Allie, comunque."
Quasi urlò lei, per sovrastare il gran rumore che si era alzato ormai da un paio di minuti, mantenendo lo sguardo lontano dal ragazzo, eppure avvicinandosi impercettibilmente con il corpo, per essere sicura che sentisse le sue parole.
"Niall!"
Esclamò, presentandosi a sua volta, ruotando il capo verso di lei per osservarne il profilo deciso, illuminato da qualche fascio di luce che di tanto in tanto le sfiorava la pelle chiara.
"Non sei di queste parti, vero?"
Aggiunse, approfittando del fatto che avessero a disposizione ancora qualche minuto.
"Sono di Brighton.." Rispose, rivolgendogli uno sguardo e per la prima volta un sorriso piuttosto tranquillo. "..mentre tu, a giudicare dalla fisionomia e dal nome, sei proprio irlandese."
Il ragazzo si limitò ad annuire con il capo, ridendo tra sé, consapevole del fatto che ogni suo dettaglio fisico esprimesse le sue origini, e la sua diretta provenienza. "E' tanto palese quanto il fatto che tu non sia il tipo di ragazza che solitamente frequenta il festival; sembri più una da concerto nei locali, con la prima fila assicurata e pochi problemi."
Allie ridusse gli occhi in due fessure, inarcando appena un sopracciglio e schiudendo le labbra, colpita dalle considerazioni oltretutto piuttosto attinenti e veritiere – cercò un modo per ribattere, ma alla fine decise che dargli ragione non sarebbe stato un problema. "Vero." Ammise, inumidendosi le labbra. "Sembro tanto fuori luogo?"
"Un po'." Rise, stavolta ad alta voce, ed il suono contrastò quello del soundcheck che si stava tenendo proprio in quel momento, per merito di un paio di tecnici del festival. "Forse, però, possiamo fare qualcosa.." Aggiunse, aggrottando le sopracciglia e prendendo a guardarsi intorno con aria concentrata, in cerca probabilmente di qualcosa; poi si piegò appena sulle ginocchia, scomparendo tra un gruppetto di persone che sembrava più tranquillo degli altri, lasciandola sola. Ricomparve dopo qualche secondo, mantenendo le mani dietro la schiena, nascondendo un oggetto che depositò delicatamente sul capo della ragazza, cogliendola alla sprovvista.
"Okay, già non sono granché alta, ma se mi copri anche gli occhi andrà a finire che non riuscirò neanche per sbaglio a seguire il concerto." Si lamentò, imbronciandosi per un istante, prima di sfilarsi la corona di fiori rosa che Niall doveva aver preso per lei ma che, troppo grande, aveva finito per ricaderle sul naso, inaspettatamente. "E questa dove l'hai presa?" Domandò, rigirandosela tra le mani.
"Potrei averla accidentalmente rubata a qualcuno, ma non ne sono sicuro.." Cercò inutilmente di rimanere vago, prima che l'altra scoppiasse a ridere, alzando gli occhi al cielo con aria piuttosto esasperata. Com'era possibile che tra tutte le persone al mondo, avesse incontrato forse il ragazzo più strano di tutti? "Non puoi partecipare ad un festival senza avere dei fiori tra i capelli, Allie, è la regola fondamentale!"
Con le dita, abili ed allenate – da musicista, si ritrovò a considerare lei, il ragazzo prese a sfilare i fiori dal supporto in metallo ricoperto di tessuto, gettando a terra quelli più grandi e tenendo tra medio ed anulare solo quelli più piccoli, che nella coroncina avevano invece funzione riempitiva, e poco altro. Subito dopo, soddisfatto, prese ad infilare quei piccoli boccioli tra i capelli di Allie, intrecciati lateralmente in modo da formare essi stessi una corona castana; con una precisione che la sorprese, Niall riuscì a sistemare tutti quei fiori tra i suoi capelli, e lei non osò contestare quel gesto, sebbene non si ritenesse il tipo di persona da quel genere di strani dettagli.
"Adesso sì, non sembri più capitata qui per caso!"
Esclamò, soddisfatto, dando un'ultima occhiata al proprio lavoro, arricciando il naso.
"Cassy's got a new plan / Gotta get herself away / Well, I'd better act quick / I'd better change my ways.." La voce calda e profonda di George Ezra interruppe la loro discussione, ed Allie prese ad urlare le parole di quella canzone, pregando mentalmente che non decidesse di cambiarle giusto per confondere i fans, ed alzando le braccia al cielo. Rise, subito dopo, cominciando a ballare a tempo di musica mentre Niall, accanto a lei, faceva pressoché lo stesso, saltellando sul posto e battendo di tanto in tanto le mani. Si creò un po' di spazio intorno a loro, probabilmente a causa del fatto che tutti tentavano di farsi avanti, mentre quei due sembravano talmente presi dalla musica che si limitavano a godersi la canzone, divertendosi; si presero poi a braccetto, trasportati dall'euforia del momento e dalla situazione completamente nuova per entrambi, girando su loro stessi, alternando qualche passo di danza irlandese che Niall le andava mostrando di volta in volta. Quasi senza fiato, entrambi cantavano, non demordendo neanche davanti alle prodezze vocali dello stesso cantante, fin quando il brano non terminò, tra le note della chitarra che andavano sfumando in qualcosa di ben più lento, ed in contrasto con l'apertura.
Quando Allie riconobbe le prime note di 'blame it on me', gli occhi le si illuminarono, e si prese qualche secondo per riprendere fiato, mimando la canzone con le labbra, per paura di avere problemi di voce più avanti; si alzò di nuovo sulle punte, scorgendo la figura di George, ed arrossendo appena: aveva aspettato quel momento per talmente tanto tempo, che non le sembrava possibile ritrovarsi finalmente a quel concerto.
"Allie, sulle spalle!"
Le dita di Niall tamburellarono sul suo capo e, quando si voltò verso di lui, lo vide farle cenno di salire appunto sulle sue spalle, così da poter vedere meglio il concerto.
"Ma sei sicuro di reggermi? No, credimi, è meglio di no!"
Urlò in risposta, scuotendo il capo, un po' imbarazzata dalla proposta; in fondo l'aveva conosciuto appena un quarto d'ora prima ed anche se avevano ballato ed avevano in un certo senso fatto amicizia, quello gli sembrava un po' eccessivo.
"Oh, e andiamo.. Guarda che un'esperienza del genere puoi viverla una volta sola!"
Allie si morse distrattamente il labbro inferiore, a quelle parole, e decise che in fondo era vero, e che non si sarebbe lasciata sfuggire occasione per godersi quel concerto e sentir ripagati tutti i sacrifici compiuti per essere lì; annuì con il capo, ed il biondo si chinò sulle ginocchia. Un po' a fatica, la ragazza riuscì ad arrampicarsi sulla sua schiena, prima di poggiare le cosce sulle sue spalle, e reggersi ai suoi capelli per combattere le vertigini che la colsero una volta raggiunta quell'altezza. Si rese conto solo in quel momento della vastità dell'evento, e per poco non la colse un'opprimente claustrofobia nell'accorgersi di essere stata per ore in mezzo ad una quantità di persone davvero spaventosa; d'altro canto, adesso il palco era davanti ai suoi occhi, e sembrava assurdo rendersi conto che fosse tutto vero. Abbassò lo sguardo su Niall, sotto di lei, che si era sfilato gli occhiali da sole dalla testa e li aveva conservati nella tasca posteriore dei jeans e che adesso canticchiava con aria tranquilla, muovendosi di tanto in tanto: teneva le mani sulle gambe della ragazza così da assicurarsi che non rischiasse di cadere, e sembrava davvero a proprio agio. Sollevò il mento, incrociando lo sguardo della ragazza, e con il pollice gli fece segno che andava tutto bene, e che non doveva preoccuparsi. A quel punto, incrociò le caviglie dietro la sua schiena, acquisendo stabilità, prendendo poi a cantare 'stand by your gun', registrando l'esibizione con il cellulare che stringeva nella mano destra mentre la sinistra ondeggiava in qua e in là, trasportata dal ritmo.
Tremò, d'improvviso, quando un fuori programma parve improvvisamente sconvolgerla; il ragazzo pensò per un istante che fosse il freddo, ma poi la sentì fremere, e si rese conto che Allie stava piangendo. Si irrigidì appena, non avendo modo di guardarla o di consolarla, essendo lei irraggiungibile al momento, ma non dovette interrogarsi molto sulle motivazioni di quella reazione. Le parole di una canzone fuori scaletta, non prevista o non compresa, lo colpirono come uno schiaffo, insidiandosi in ogni tessuto del suo corpo, appesantendogli il cuore di una malinconia che mai gli era appartenuta. Sospirò, inumidendosi le labbra, prima di accarezzarle la gamba, cercando di tranquillizzarla, con un gesto talmente smaliziato e sentito da risultare di un'innocenza snevante; quella canzone, quelle note, avevano fatto vibrare il loro cuore allo stesso modo, segno che vivevano lo stesso rapporto con la musica, quasi come fosse un sacrificio necessario ed una benedizione rara. Lei lasciò cadere il braccio sinistro, e le sue dita si strinsero intorno alla mano del ragazzo, senza avere neanche la forza di cantare, lasciando che quella poesia raccontasse tutto ciò che nessuno dei due avrebbe mai avuto il coraggio di render parola, dopo quella notte. Durante quella canzone, nessuno dei due si preoccupò di chi fosse l'altro, o di dove fossero; rimasero lì, immobili, ammutoliti tra la folla, a tenersi la mano come se si conoscessero da sempre, legati da un invisibile filo rosso che li aveva condotti sotto quello stesso palco, isolandoli dalle persone con cui erano arrivati, probabilmente solo per essere insieme, nello stesso punto, nello stesso momento.
Il giorno dopo, Allie avrebbe lasciato andare il ricordo di Niall, e lui avrebbe annodato quel sorriso unicamente a quella canzone, per non scioglierlo più.
"Mettimi giù!"
Le chiese lei, chinandosi con il busto, prima che il ragazzo la aiutasse a scendere, facendole toccare terra con i piedi; rimasero per un istante vicini, reduci da quel gesto, gli occhi scuri di lei puntati in quelli chiari di lui, abbastanza da sentire il reciproco respiro sulla pelle. Allie sorrise, passandosi una mano sul collo, leggermente a disagio; Niall, semplicemente, le sfiorò la guancia con il dorso della mano, prima che tutto intorno a loro mutasse di nuovo, ed adesso la musica raccontasse loro di una città lontana, mentre tutti cantavano quello che era il suo successo più famoso. Si scostarono, interrompendo quel leggero contatto creato dal ragazzo che ritirò subito la mano, come se l'euforia collettiva li avesse improvvisamente strappati dallo strano incantesimo da cui entrambi si erano lasciati ammaliare. Si guardarono, adesso imbarazzati, prima di focalizzare di nuovo tutta l'attenzione su ciò che accadeva intorno a loro.
Brusio indistinto e voci basse, mentre tutti si allontanavano, infreddoliti ed ancora adrenalinici dopo quello che si era rivelato un concerto a dir poco perfetto; la zona si era sfollata in fretta, segnando la chiusura di quel primo giorno di festival, lasciando dietro di sé solamente biglietti strappati, lattine vuote ed indumenti abbandonati sul terreno battuto. In pochi erano rimasti, comunque in procinto di allontanarsi al più presto, attendendo che la situazione si calmasse abbastanza da poter andar via in tranquillità.
"Grazie per.."
Cercò di articolare lei, stringendosi nel cardigan a causa del freddo.
"Nessun problema."
Si affrettò a rispondere, consapevole che non ci fosse bisogno di parlare, perché tutto ciò che aveva fatto, era sorto spontaneo, senza alcun genere di costrizione.
La guardò, sorridendole, sfilandole poi un solo fiore tra i superstiti ancora tra i capelli castani, forse per conservarlo, o forse solo per annullare per l'ultima volta la distanza tra loro; abbassò lo sguardo sui petali rosa pallido, scuotendo appena il capo.
"Allie, ma dov'eri finita!"
Entrambi si voltarono verso un gruppetto di ragazze, arrivato adesso di corsa.
"Sono stata trascinata in fondo, non sono riuscita neanche ad avvisarvi.."
Rispose lei, arricciando le labbra, fingendo un dispiacere che invece non provava, essendo addirittura grata di non essere rimasta in prima fila.
Le altre presero a parlare, farneticando ad alta voce, prima di prendere Allie quasi per il braccio, trascinandola via – a Niall parve di capire che fossero in ritardo, e che un taxi le attendeva per portarle in un albergo vicino. La guardò andar via, in silenzio, salutandola con un cenno della mano.
"Allie!"
Esclamò poi, richiamandola ed attendendo che si voltasse.
"Come faccio a vederti di nuovo?"
Lei gli sorrise, stringendosi nelle spalle.
"Il festival dura altri tre giorni, magari sarai fortunato!"
Scoppiò a ridere, voltandosi e scomparendo, inghiottita dal buio, lasciando il ragazzo da solo, con quel fiore tra le dita, solo sotto un palco ormai vuoto. Rise anche lui, poco dopo, scuotendo il capo e ripetendosi che forse sì, sarebbe stato fortunato.