IX.

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Usciti di casa, Harry ed Hermione salutarono Ron, e si smaterializzarono.
Arrivarono avanti ad un cancello nero dove si fermarono prima di entrare.
Herm: "Allora? Sei pronto?"
Harry: "Potrei farti la stessa domanda.."
Hermione sorrise amaramente e con gesto di bacchetta rese il cancello immateriale, aprendo l'accesso al cimitero. Entrambi presero un profondo respiro ed entrarono.

Arrivati davanti alla tomba di Fred, Harry si irrigidí di colpo.
Hermione notò immediatamente l'incupirsi dell'amico.
-Lo sta facendo di nuovo- pensò la ragazza. - Non può continuare a tenersi tutto dentro, in questo modo esploderà. Devo fare qualcosa. -

Herm: "Harry..."
Il ragazzo, riscosso dai suoi pensieri, sobbalzò leggermente al suono del suo nome. Si girò verso la fonte acustica con uno sguardo interrogativo, ma appena incontrò gli occhi profondi della ragazza che aveva accanto, capì immediatamente cosa voleva dirgli.
D'un tratto si sentì studiato da quegli occhi in continua ricerca di chiarimenti e informazioni.
Sentiva che stava per cedere, ma non poteva, non di nuovo. Avrebbe fatto preoccupare di nuovo tutti e non se lo meritavano. Decise di sviare l'argomento.

Harry: " Lo so Herm, va tutto bene. Mi sono solo bloccato nei miei pensieri per qualche istante ma ora va meglio."
Herm: "No Harry, non è vero. Ti conosco troppo bene, e non c'è nulla dentro di te che stia "meglio".
Ascoltami, normalmente ti lascerei i tuoi spazi e aspetterei che sia tu a volermi parlare di come stai, ma non adesso. Non posso farlo e il motivo è semplice.
Lo sento che sei fragile.
Sei come un vaso di ceramica, e tu continui a reprimere tutto dentro quel vaso.
Ti farai solo del male così, Har'. Prima o poi non ce la farai, esploderai, il vaso cadrà e ho paura..." un singhiozzo e una lacrima interruppero per un secondo la voce, che si era incrinata sempre più man mano che parlava. Prese un respiro, chiuse gli occhi e poi concluse:"...ho paura che sarà troppo tardi per rimette insieme i cocci."

Hermione aveva fatto centro, ancora una volta.
Harry l'aveva fatta preoccupare, ancora una volta.
Ma per l'esatto opposto di quello che credeva. Un senso di conforto si impossessò di lui. Credeva di non poter cedere. Credeva che essere un punto di riferimento significava essere forti quando gli altri non lo erano.

E aver sconfitto Voldemort lo rendeva IL punto di riferimento.

Ma lì, in quel cimitero, era solo. Anzi, era solo con Hermione.

Non c'era nessuno che aveva bisogno che lui fosse forte, semmai il contrario. C'era qualcuno pronto a condividere quel dolore, che voleva condividere quel dolore.

Cedette.
Iniziò a piangere. Prima silenziosamente, poi con singhiozzi sempre crescenti, finché non divenne un pianto disperato.

Hermione, dal canto suo non sapeva se essere preoccupata, triste o sollevata.
Decise che era tutte e tre le cose, e abbracciò quell'amico, che dalla vita aveva avuto solo calci nello stomaco (per non dire altro), e insieme si accasciarono a terra.
Abbracciati, come si abbracciano due bambini nella loro camera buia, in attesa che arrivi qualcuno a controllare se ci fosse un mostro sotto il loro letto.
Loro però il mostro lo avevano dentro: ansia, angoscia e disperazione, tutte le emozioni negative accumulate fino a quel momento. Ma ora stavano allontanando quel mostro e lo stavano facendo insieme.

Rimasero a piangere per quella che sembrò un eternità, ma che in realtà fu solo mezz'ora.

Harry, decisamente più calmo e leggero, iniziò a parlare.
Le raccontò tutto, dal fatto che lui e Ginevra si erano lasciati, a ciò che aveva sentito e che aveva pensato al suo arrivo il giorno prima alla tana.

Hermione ascoltò in religioso silenzio, interrotto solo da qualche lacrima fugace, che era riuscita ad oltrepassare la barriera delle ciglia. Si commosse in particolar modo quando Harry le parlò della responsabilità che sentiva nei confronti del piccolo Teddy Lupin.
Solo quando Harry ebbe finito di raccontarle tutto, si apprestò a parlare.

Herm: " Harry, tesoro. In che modo credevi di riuscire a tenere tutto dentro?"
Harry: "Hai ragione Herm, ma non volevo aggiungerti un ulteriore carico di preoccupazione."
Herm : " Tu e Ron siete le persone più importanti della mia vita, soprattutto ora che...beh comunque, è normale che io mi preoccupi per voi, lo farò sempre."

Harry, capendo a cosa si stesse riferendo, fece appoggiare la testa della ragazza sulla sua spalla, appoggiò quindi la sua di testa, sull'altra.

Hermione aveva obliviato i sui genitori in vista della battaglia, ma ora che erano fuori pericolo stava cercando un modo per fargli recuperare la memoria

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Hermione aveva obliviato i sui genitori in vista della battaglia, ma ora che erano fuori pericolo stava cercando un modo per fargli recuperare la memoria. Quel piccolo gesto serviva a farle capire che lui c'era .

Rimasero ancora qualche momento seduti in quella posizione, poi salutarono Fred, fecero comparire una corona di fiori bianchi, rossi e gialli e se ne andarono.

Mentre arrivavano all'uscita del cimitero fu Hermione a rompere il silenzio.
Herm: "Sai, mi dispiace...per te e Ginny dico."
Harry: "Mione sappiamo entrambi che non è vero, e poi non devi preoccuparti. È la cosa migliore che potessimo fare, non avrei avuto ne il tempo, ne tanto meno l'amore che merita da dedicarle. So che sembra una frase fatta, ma ci siamo lasciati in buoni termini e l'affetto che ci lega non si è affievolito. "
Herm: "Oh meno male. Finalmente posso dire ciò che penso. Tu e lei non eravate fatti per stare insieme. Siete troppo diversi. Le voglio bene, ma non fa per te. "
Harry accennò una risata, intanto erano usciti dal cancello e si smaterializzarono.

Arrivarono nei pressi di casa Thonks e mentre si avvicinavano alla porta Harry si ricordò di un piccolo particolare che aveva dimenticato di riferire all'amica.
Harry: "Ah Herm, un'ultima cosa. Ieri quando mi sono rifugiato nel parchetto vicino casa dei miei zii-"
Herm: "Ah quindi è li che eri andato"
Harry: "Sì, ma non è importante. Comunque...ho... incontrato una persona."
Herm: "Qualcuno che conosci?"
Harry: "-Ci puoi giurare- Beh in effetti sì. Lo conosci anche tu in realtà. "
Hermione bussò alla porta dove erano arrivati mentre stavano parlando.
Herm: "Ah si? E chi è? Sono curiosa adesso. "
Harry: "Nessuno in particolare. Solo Draco Malfoy che mi ha chiesto un piccolo favore."
Herm: "COS-!?! LUI? TU?! Aspetta che -?"
La ragazza aveva un'espressione impagabile secondo Harry, che iniziò a ridere al fatto che, Hermione Granger, aka la strega più brillante della sua epoca, fosse ridotta ad un riccio balbettante con occhi sgranati e le labbra a forma di "o".
La ragazza fu interrotta dai propri deliri dal cigolio della porta.

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S. A.

Hey bella gente, dopo dei capitoli abbastanza lunghi eccone uno un po' più breve. Tranquilli la parte succosa sta per arrivare. Ho la linea generale della storia, anche se non so bene come evolverla.
Spero vivamente vi stia piacendo.
Come al solito un bacio,
-Annie.❣️

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