~ Capitolo 7 ~

531 42 2
                                    

Felix

Ero di nuovo tra le braccia di Chan. Mi sentii così fragile sentendo le sue lacrime accompagnare le mie. Ero stato un completo idiota, era innegabile, ma ero comunque felice infine di avergli infine parlato, nonostante potessi sentire i sensi di colpa per  on essere stoto totalmente sincero con lui. Chan era un grandissimo amico, anzi che dico, era un fratello e non potevo cambiare la cosa; riuscivo a vedere un futuro radioso solo con lui al mio fianco. <<Thank you for everything mate>> gli sussurrai senza avere la certezza che mi potesse sentire ma intendendo comunque con tutto me stesso il soprannome. Una volta tornati calmi intrecciammo le mani, come a segnalarci silenziosamente la presenza reciproca come costante della nostra amicizia, e poi facemmo il nostro ingresso simultaneo nella cucina. <<Oh...i due amanti hanno fatto pace>> commentò malizioso Hyunjin, ma, calmato da questa esperienza, non gli diedi peso. L'importante era che io sapessi cosa fosse Bangchan per me, e tra le varie definizioni non c'era posto per "amante". Questa volta non mi sarei lasciato tediare da pensieri futili. <<Già, cosa diamine era successo tra di voi ieri?>> indagò Jeongin con i suoi tipici modi innocenti e privi di cattiveria. Io e il corvino ci scambiammo uno sguardo d'intesa prima della sua misteriosa risposta <<Segreti da australiani>> Ridacchiai tra me riconoscendo che a volte effettivamente c'era davvero un mondo particolare in cui solo io e lui potevamo capirci. La nostra complicità alla fine era unica nel suo genere.


Che fosse la neoritrovata pace con i miei sentimenti e la conseguente risoluzione con Chan, o il fatto che fossi riuscito ad avere una sana  nottata di sonno regolare, ma nonostante il grande impegno messoci dopo gli allenamenti avevo ancora dell'energia messa da parte. coltivai l'idea di approfittarne per provare la mia parte la sera, infondo il modo migliore che avevo per scacciare  le mie insicurezze era lavorare fino a sviluppare abbastanza confidenza. Avevo proposto anche a Jisung di seguirmi allo studio, ma lui, raggomitolato disordinatamente sul grembo di  Minho che, protettivo, lo stringeva  se, aveva declinato l'offerta dichiarandosi troppo stanco. A volte mi chiedevo se ci fosse del tenero tra i due, d'altro canto avevano uno splendido rapporto che quasi gli invidiavo e che soprattutto mi incuriosiva assai. Ma, ancora una volta, era troppo pericoloso chiederglielo. Non potevo sapere cosa avrebbe scatenato eventualmente la domanda, e quindi mi mancava il coraggio anche se Jisung era quello che definivo il mio migliore amcio. Questa società era imprevedibile, e  esperenziare l'omofobia dalle persone che consideravo le più importanti non era certamente sulla mia lista desideri.

Mi arresi quindi in silenzio ad uscire da solo, mascherina in viso e chiavi in tasca. Ma prima che potessi mettere effettivamente piede fuori casa fui fermato da Chan quando mi mise un cappello in testa. <<Devi stare attento  a non essere riconosciuto sciocchino>> mi mostrò le sue fossette in un sorriso adorabile <<ho anch'io delle cose da fare, andiamo insieme>> Ed eccolo di nuovo ad essere naturalmente un fratello protettivo nei miei confronti, mi scaldava il cuore. Annuii semplicemente, soddisfatto di aver trovato compagnia. Fuori l'aria era pungente e il buio già consistente per la tarda ora in cui avevamo finito i nostri doveri, e nella quiete camminammo uno a fianco dell'altro, ognuno occupato nei propri pensieri fino a quando, per la seconda volta in quella giornata, non fece scivolare la sua mano sulla mia stringendola con affabile gentilezza, facendomi sobbalzare inizialmente. <<Se è questo a preoccuparti, è troppo buio e siamo troppo coperti per essere riconosciuti>> mi si rivolse tranquillamente Chan senza realmente guardarmi. Si sbagliava. Ad agitarmi erano proprio le nostre mani unite, incastrate proprio come fossero fatte su misura l'una per l'altra. Pensai che fosse un gesto bellissimo, non avendo mai avuto un fratello maggiore questo mi regalò un nuovo calore all'altezza del petto.

Sensazione che conservai anche più tardi quando, separati, mi ritrovai in solitudine a confrontarmi con la mia debolezza. Scaldai la mia voce a dovere, consapevole che fosse un passo importante che non potevo saltare, poi mi lasciai andare e finalmente cantai. Cercai di non concentrarmi troppo sulla qualità del suono, sapevo di non doverlo fare perché io ne avevo una percezione diversa dagli altri. Eppure non riuscivo ad evitarlo, e quello che sentivo non mi piaceva neanche un po'. Dimenticandomi momentaneamente della presenza di Chan lasciai uscire un urlo di frustrazione portandomi le mani ai capelli infastidito. Non molto dopo però si presentò il ragazzo alla porta trafilato <<Lix che succede?>> lo guardai spaesato non sapendo realmente che dire. Non potevo mostrarmi ancora debole. <<Cosa ti ho detto giusto oggi? Se hai bisogno di me appoggiati senza esitazione>> parve leggermi la mente avvicinandosi a me <<Solo...Non capisco perché non riesco a cantare come voi>> sospirai dandogli la risposta <<A volte ne dici di cazzate eh...Prima di tutto abbiamo voci diverse, secondo siamo anche persone diverse. Quello che si applica alla mia voce non necessariamente va bene per la tua. E infine lasciami essere sincero, ti ho sentito dall'altra stanza e a me sembrava andare bene>> Mi percepii arrossire all'idea di lui che mi ascoltava, come non fossi un idol che canta davanti a maree di persone. <<Chan, tu sei sempre troppo buono con me>>  ribattei scrollando le spalle. Evitai di guardarlo nel farlo perché sapevo non gli sarebbe piaciuto. <<Felix>> mi chiamò <<guardami>> Nonostante il tono fermo non feci come mi aveva ordinato, fu allora lui a prendermi il viso tra le mani obbligandomi ad un contatto visivo. Parlò poi con estrema serietà <<Sai bene che io non ti direi qualcosa se non lo pensassi. Ti ho sempre fatto notare gli errori per farti migliorare e con essi i lati positivi. Quindi quando ti dico che andava bene lo intendevo, non era gentilezza. Capito?>> Annuii alle sue parole come ipnotizzato dai suoi occhi, quell'oscurità così dolce e familiare che mi faceva sentire al sicuro. Mi scrutavano l'animo con un luccichio quegli occhi, e io restavo immobile vinto dalla sua forza.

Come avrei fatto a staccarmi da lui ora?

L'amore segreto di un idol | ChanlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora