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Da qualche parte in una valle di montagna
ore 14:00

Aveva smesso di nevicare già da ore.
Una coperta bianca ricopriva qualsiasi cosa, lasciando ben poco all'immaginazione.
Le case facevano capolino con le punte dei tetti o qualche lato ancora scoperto. Le strade non più definite, collegavano quadrati bianchi sparsi.
La neve riesce ad addolcire tutto, perfino gli spigoli più appuntiti. La magia che si sprigiona dai cristalli a contatto del sole, fa vedere ogni cosa in modo diverso.

All'interno di una casa a due piani tutti dormivano, tutto taceva, nessun rumore.

Orario insolito per il silenzio.
Le persone normali sono nel momento centrale della giornata. Chi ha appena finito di pranzare, chi torna dal lavoro o chi si riposa. Ma Il silenzio ovattato della neve a quest'ora, potrebbe essere disturbato anche nel paesino più piccolo di un rifugio di montagna.

Tranne qualcuno.

Alice sentiva sempre di più il tempore del piumone sopra di lei mentre Morfeo l'abbandonava. Era una giornata splendida, ma ancora non lo sapeva.

Delicatamente un raggio di sole si faceva strada sulla coperta e in qualche modo diceva: alzati.

Non era abituata a dormire così tanto. Amava alzarsi ad un orario consono per potersi godere la giornata a pieno. Ma ogni tanto qualche strappo alla regola lo si poteva fare.
Una serata divertentissima finita a palle di neve alle due del mattino, con una temperatura glaciale mentre nevicava. Dopotutto le vacanze della settimana bianca servivano anche a questo. Godersi le giornate e le nottate più che si poteva, per poter tornare poi nella realtà e routine di tutti i giorni.

Gli occhi faticavano ad aprirsi, rimanevano chiusi e pesanti. Ma il suo cervello già stava elaborando l'idea di cosa dover fare.

Il silenzio mattutino regnava nella stanza, sentiva solamente il suo respiro e quello di Francesco. Era steso sul lato destro come Alice e il suo braccio le cingeva la vita dolcemente, come se non volesse lasciarla andare via. Sentiva il calore del suo corpo come una protezione.

Dopo vari tentativi riusci ad aprire gli occhi, facendoli sbattere più volte per poter mettere a fuoco le immagini. Aveva la vista ancora un pò appannata e si sentiva completamente assorbita dal letto.
Non aveva molta voglia di alzarsi, ma il brontolio dello stomaco diventava sempre più insistente.

Delicatamente si spostò in modo da non svegliarlo. Non gli piaceva essere svegliato bruscamente, se non per una buona causa. Alice scostò il braccio posizionandolo delicatamente lungo il suo corpo e il viso ricadde sul cuscino. Lo guardò sorridendo.

Sembrava un angioletto. Si, quando dormiva.

Si sgranchì le braccia e le gambe stirandosi più che poteva e dirigendosi verso il bagno si diede il buongiorno da sola.

«Buongiorno Alice»

Davanti allo specchio si guardò il viso, era ancora assonnata con un occhio socchiuso per la luce a led che invadeva la penombra e indossò una felpa recuperata durante il tragitto.
Poi aprì la porta finestra del bagno. Si alzò il cappuccio sulla testa e respirando l'aria frizzantina della nevicata notturna, sbadigliò a questo nuovo giorno di pace. Forse.

La spia "colazione" incominciò lampeggiare ad intermittenza, insistentemente, e i suoni che provenivano dal suo stomaco si facevano sempre più largo nella stanza.
«Bene, è ora» disse battendosi le mani da sola.
Scese in cucina chiudendosi la zip della felpa. Ricordava che ci fossero ancora dei cereali avanzati dalla colazione del giorno prima. Sicuramente erano rimasti i suoi preferiti, quelli con le scaglie di cocco.

Per un pugno di cereali|OS|Francesco ToneattiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora