X Capitolo

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<< uhmm...  dove...  siamo?>> apro gli occhi ed alzo la testa. 

<< Ben sveglia...  figlia.>>

<< Cosa?... >> mi alzo di scatto e indietreggio fino a toccare il muro freddo che mi fa raggelare il sangue.  Il dolore alla testa sembra essersi attenuato.

Alzo la testa fino a incrociare gli occhi di quel...  mostro. << Come sono arrivata qui?>> sono così tesa che vorrei essere risucchiata dal muro.

<< Cosa c'è?  Hai paura?  Temi di essere frustrata ? Ahahaha...>> dice con un inquietante sorriso. Mi accorgo che in una mano stringe una frusta. << Perché stai tremando? Sai che hai sbagliato a scappare?>> il suo sorriso si tramuta in un ghigno sadico.  Si avvicina lentamente.

S'inginocchia e mi prende il mento in modo che lo guardi. << Per ora resterai un po rinchiusa,  quindi fa la brava.  Lui ti farà da guardia.>> Indica un ragazzo seduto a terra, all'interno della cella,  vicino le sbarre di ferro. Mi guarda fissa,  ma ha uno sguardo indecifrabile, ha gli occhi color ambra e ha i capelli scuri. Appoggia la testa al muro e chiude gli occhi. Quel mostro mi lascia il mento e io riprendo a respirare affanosamente. Si alza,  si volta e lancia un occhiata al ragazzo. Ed esce fuori. Io rimango a guardare le sbarre di ferro. 

<< Dovresti rilassarti.>> sussurra il ragazzo. Io lo guardo.

<< ... Non...ho capito.>> rispondo così piano,  quasi un sibilo.

<< Rilassati, non ho il compito di farti del male. Ti devo fare solo da guardia finché non verrò pagato. Quindi rilassati. >> il respiro si inizia a regolarizzare. Chiudo gli occhi e mi metto più comoda a terra.

Appoggio la testa al muro e guardo il ragazzo.

<< Chi sei?>>

<< Tashi Marimoto, ti ho rapito, io, insieme al mio team.>> dice il ragazzo aprendo gli occhi e incrociando i miei.

<< Oh... bene.  Quindi tu fai parte di una Gilda oscura?>> dico, con un sorriso, ironica.

<< ... Non hai bisgno di saperlo.>>

<< Ahaha... lo prendo come un si.>>

<< Per sei ironica?>>

<< Semplice...  perché la cosa che succederà da quì a dopo è ironica. La persona che ha contribuito a crearmi,  mi ucciderà per far tornare una persona morta. Serve solo che io abbia la maggiore età e il rituale magico funzionerà. >> dico fissando il soffito di quella cella fredda e sporca.

<< Riportare i morti in vita è impossibile.>> dice calmo.

<< Diglielo tu. Un uomo, che ha perso sua moglie,  la sua migliore amica, la sua donna, la sua socia in affarri, ha  perso tutto a causa mia. Anche se capisse che tutto ciò è uno sbaglio non potremo tornare indietro,  non potrò perdonarlo... non voglio perdonarlo. >> dico guardandolo nei suoi pozzi ambra. Le lacrime hanno finalmente fatto il loro trionfo. "Ma infondo non fa differenza ormai, comunque finirà tutto. Non rivedró nemmeno Erza o Levy o Mira e Lisa.  Che strano li conosco da poche ore e già mi sono affezionata. Che stupida." Stringo le gambe tra di loro e nascondo il viso contro di esse.

<< Sai, vorrei non essere mai na->>

<< Non osare dire una frase del genere!>> si è alzato dal suo posto e si é inginocchiato davanti a me, mi ha preso il volto tra le mani con i suoi occhi puntati nei miei.

<< Guarda qua. >> gli dico distendendo le gambe e scoprendo tutta la pancia. << Chi pensi lo abbia fatto? >> le sue mani si fanno meno salde e io le sposto. Mi volto di spalle e alzo la giacca e la canotta  << Anche queste, è stata la stessa persona.>> le bende con cui mi sono facciata sono intrise di sangue e alcune sono scese, quando basta per vedere le cicatrici. Le sue mani toccano la mia schiena. Sono grandi e caldi a dispetto della mia pelle che è fredda e pallida. Le sue mani si allacciano sulla pancia e la sua fronte si appoggia sulla schiena. << Chi pensi che possa volermi?>>
<< Io.>>

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