Notte d'Inverno

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Il cielo è stellato sopra lo Yuuei, gli unici rumori udibili il frusciare leggero del vento tra le foglie e il verso malinconico e distante di un assiuolo troppo tenace per cedere al sonno.

Momo Yaoyorozu è nel suo letto a baldacchino troppo grande per la camera di venti metri quadrati che gli studenti hanno a disposizione, ma nemmeno il morbido materasso di piume sembra capace di conciliare il sonno, quella notte. La ragazza si gira e rigira nel piumone pesante, rabbrividendo appena di tanto in tanto per il freddo invernale che si infiltra sotto la stoffa delle coperte e del pigiama pesante che ha addosso.

Deglutisce a vuoto la propria saliva, cercando di lubrificare la gola fastidiosamente secca, colpa dei troppi carboidrati e di quei due bicchieri di birra che ha bevuto insieme agli altri per festeggiare la fine delle lezioni prima delle vacanze invernali. La mattina dopo i genitori sarebbero passati a prenderla verso le undici e lei avrebbe trascorso un paio di settimane in famiglia prima di tornare ai dormitori. Non aveva mai bevuto alcool, in sedici anni di vita, ma quando la sera prima Kaminari si era presentato con una cassa da dodici bottiglie di birra rimediata chissà dove, non se l'era sentita di stemprare l'entusiasmo generale dicendo che a tutti loro mancavano ancora quattro anni prima di poter bere in maniera legale. Per fortuna, nessuno di loro si era sentito male a fine serata, anche perché la birra a disposizione era effettivamente troppo poca per farli ubriacare sul serio, nonostante non ne avessero mai bevuta prima.

All'ennesimo colpo di tosse dovuto al sapore acre che il malto le aveva lasciato in bocca, decide di uscire dalle coperte e alzarsi per scendere in cucina a prendere un po' d'acqua, magari con un cucchiaino di miele. Scende le scale attenta a non far rumore, stringendosi più forte addosso la vestaglia in pile rosso magenta per via del freddo e godendosi i corridoi dello Yuuei silenziosi come non lo sono mai stati. È completamente buio ed è costretta a fabbricare una torcia per vedere qualcosa, ma allo Yuuei anche l'oscurità sa di casa ed è solo per scrupolo che punta il fascio di luce davanti a sé; conosce ormai a memoria ogni metro quadrato dei dormitori e potrebbe muoversi tranquillamente ad occhi chiusi al loro interno.

Persa in questi pensieri arriva finalmente in cucina e può giurare a se stessa che la sensazione dell'acqua fresca giù per la gola non è mai stata così piacevole. Beve il primo bicchiere tutto d'un fiato e ne riempe un secondo, sospirando per il sollievo. Fa per portare anche questo alle labbra, ma qualcosa va storto.

Già, perché Momo non è l'unica che non è riuscita a dormire, ma la stanchezza e la sete le hanno impedito di scorgere la figura sdraiata sul divano nel salotto che ha attraversato poco prima per andare in cucina. Un errore banale e non da lei, che spicca tra tutti per capacità di giudizio e autocontrollo, anche quando la situazione si fa tremendamente critica.

Quella figura invece l'ha notata e, silenziosa come al solito, si è alzata per raggiungerla con l'intenzione di scambiare due chiacchiere, perché ormai sono svegli entrambi e così facendo possono combattere la noia e la solitudine della notte.

Così Momo alza lo sguardo e quando davanti si trova la figura elegante e attraente di Shoto Todoroki sobbalza per la sorpresa e apre le labbra per gridare. Shoto allora le si getta contro e le copre con delicatezza le labbra con le dita, soffocando contro la propria mano il grido di stupore di Momo, che lo guarda ancora con gli occhi sgranati di paura.

Eppure, nemmeno Shoto è perfetto come al solito quella notte e nel farglisi vicino urta la mano di lei che regge il bicchiere e le rovescia l'acqua addosso. Il liquido fresco impregna il tessuto sottile e di pregevole fattura del pigiama, sotto la vestaglia lasciata aperta e un brivido di freddo corre lungo la schiena di Momo, che rabbrividisce.

E forse Momo è troppo stanca e assonnata per comprendere che quei brividi sono dovuti anche all'improvvisa vicinanza di Shoto e alla mano di lui sul suo fianco, che prima non aveva notato. Todoroki guarda come in trance il modo in cui l'acqua si espande sul tessuto del pigiama e fa aderire quest'ultimo al corpo di lei, disegnandone i contorni deliziosamente morbidi e femminili. Poi qualcosa dentro la sua mente deve scattare, perché Todoroki fa un passo indietro e arrossisce appena, riportando gli occhi in quelli di Momo e liberandole finalmente la bocca.

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