Mi risveglio quasi all'istante. Sono sdraiata a terra e sopra di me iniziano a spuntare le prime stelle, ormai è quasi buio.
Poco dopo sento qualcuno correre verso di me, ma non riesco ancora a muovermi. Ho i muscoli immobilizzati come se avessi preso una scossa. Non sento nulla, non ho percezione del mio corpo, è come se fossi in un limbo, sospesa, senza provare dolore, freddo o caldo, il nulla. Gli unici sensi funzionanti sono l'udito, la vista e l'olfatto. Percepisco infatti anche odore di bruciato, di sangue e di morte."Mak, Mak! Come stai?" In quel momento lo sento sgommare sul terreno per fermarsi a pochi centimetri da me. Sopra la mia testa si forma una nuvoletta di terra che si deposita sui vestiti, imbiancandoli.
Non riesco nemmeno a parlare, ho la gola serrata, contratta, solo a muovere gli occhi a destra e a sinistra, ma con la testa immobilizzata vedo ben poco di quello che mi circonda.
Lui si inginocchia e inizia a scuotermi: "Mak, sei viva grazie agli spiriti. Dobbiamo andarcene, subito. Quello che hai fatto ha causato un'onda d'urto magica che avranno sentito pure fino ai margini più remoti di Ferie."Finalmente riesco a muovere il dito mignolo. Forse l'effetto dello shock sta per svanire.
"N... non... riesco a... m... muovermi".Solo per dire questo mi sembra di aver fatto uno sforzo immane.
Lui annuisce: "Lo vedo. Sei come paralizzata e i tuoi muscoli tremano. Che diamine hai combinato? Lo so che se non lo avessi fatto ormai saremmo entrambi morti, ma questo, tutto questo è assurdo!" Solleva le mani per indicare quello che ci circonda.
Lo so benissimo anche io che è assurdo, stavo letteralmente per scoppiare per la troppa energia assorbita. In questo momento vorrei poter muovere la mano per fargli un bel dito medio.
Ecco, ho mosso un piede.Lui si guarda intorno disperato come se si aspettasse di essere assalito da un momento all'altro.
"Provo a massaggiarti i muscoli, a scaldarli. Magari così velocizzo il processo di recupero."Parte dalle braccia, massaggiando e torcendo i muscoli per rimetterli in funzione. Inizio così di nuovo ad avere la percezione del mio corpo. Ora infatti provo dolore praticamente ovunque, ma noto anche che il tremore si sta attenuando. Dopo aver fatto braccia e mani, passa alle gambe.
Dieci minuti dopo riesco finalmente ad alzarmi in piedi senza traballare come un crème caramel sul cruscotto di una macchina in movimento.
A quel punto mi guardo intorno e rimango basita: al posto dell'erba alta dal moto ondoso, ora c'è una distesa di terra bruciata, secca e spaccata come se ci fossero stati decenni di siccità. L'area danneggiata arriva fino agli alberi nelle prime file che si affacciano sulla radura.
Tutta questa distruzione l'ho causata io.Il mio compagno di sventure mi osserva: "Lo so, ti capisco. Ma è per questo che dobbiamo andarcene il prima possibile. Qualsiasi creatura curiosa, maligna o no, verrà attirata da questa energia. Tieni, ecco la tua giacca e il tuo zaino. Incamminiamoci e, appena riesci, corriamo via."
Ci avviamo in silenzio, a passo svelto. Poco dopo aver raggiunto la linea degli alberi, dico ad Erald che se vuole possiamo correre. Per fortuna c'è molta luce questa notte. La luna è piena e nonostante la copertura degli alberi riusciamo a vedere dove andiamo. Ovviamente è più un mio problema perché lui ci vede benissimo infatti mi dice di cercare di mettere i piedi dove li mette lui. Una storta o una caviglia rotta, in questa situazione, potrebbe significare la nostra fine.
Dopo più di due ore, ci sentiamo abbastanza sicuri di esserci allontanati a sufficienza dal luogo del "misfatto".
Erald si gira e mi dice: "Poco più avanti c'è una cascata, dietro c'è una caverna abbastanza profonda per due persone. Possiamo anche accendere un fuoco, mangiare qualcosa e dormire relativamente al sicuro. Domattina andiamo via prima dell'alba e in circa quattro ore di cammino raggiungeremo finalmente il portale che ci riporterà a casa."
Quasi non riesco a crederci che questa ordalia sia finita. Certo, non posso cantare ancora vittoria dato che ci aspetteranno gli scagnozzi della Triade che tenteranno di catturarci o ucciderci. L'obiettivo però sembra più vicino, raggiungibile, e questo mi dà energia e mi solleva lo spirito.
Dopo esserci accampati e aver mangiato, ora ci stiamo godendo il calore del fuoco.
"Sei silenziosa Mak, stai bene? Non hai praticamente proferito verbo da quando abbiamo lasciato la radura.""Sono solo stanca, non preoccuparti. E ho una voglia immensa di tornare a casa. Sono stufa, frustrata e anche impaurita. Vedo la meta alla fine del tunnel e non vorrei sbagliare proprio quando siamo così vicini a raggiungerla."
"Vedrai che ce la caveremo. O per lo meno faremo di tutto per riuscirci."
Annuisco con poca convinzione, ho avuto modo di riflettere con calma: "Non credo di potercela fare se dovessero catturarmi. Non ho la forza di riaffrontare da capo tutto quello che ho passato negli ultimi mesi, piuttosto preferisco morire combattendo. Volevo che tu lo sapessi, prima di domani. Farò di tutto per andare via da qua, ma se capisco che non c'è altra soluzione... voglio andarmene con dignità."
Lui mi guarda con gli occhi sbarrati: "Dici sul serio Mak? Preferiresti morire piuttosto che essere catturata di nuovo?"
"Sì, decisamente. Credo di aver dato fondo a tutta la mia volontà d'animo, speranza, forza fisica e mentale in questi ultimi mesi di cattività. Non voglio che quel bastardo mi rimetta le mani addosso. Proprio ora che sa perfettamente cosa sono, chi lo sa che intenzioni ha con me? Non voglio che trovi il modo di sfruttare le mie capacità per fare del male e per rafforzare la sua posizione di potere. Certo, potrebbe anche solo volermi uccidere di persona senza alcun secondo fine e piano diabolico per il futuro, ma a quel punto preferisco morire qui fuori, combattendo fino all'ultimo respiro e non essere un agnello sacrificale di fronte a lui. Non voglio dargli questa soddisfazione. Per me ci sono solo due possibili scenari domani: battiamo i nostri avversari e torniamo a casa, oppure morirò tentando di tornare da lui...". La voce mi si spezza al pensiero di non vedere mai più Simon, che non saprà mai se sono ancora viva o morta e che fine abbia fatto. Prima o poi lo capirà che non tornerò mai più e si rifarà una vita, come merita.
Detto questo mi allontano dal fuoco e mi avvolgo nella coperta. Voglio solo che l'oblio del sonno mi impedisca di pensare. Per fortuna la stanchezza è talmente tanta che mi addormento quasi all'istante. In un modo o nell'altro domani sarà tutto finito.
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The Bounty Hunter - Hunted (Vol. 4)
FantasíaIl mondo è cambiato da tempo: sono ormai più di 60 anni che gli esseri umani non rappresentano la specie dominante e le Autorità hanno dovuto creare delle leggi specifiche per evitarne la completa estinzione. Makhaira è un'eccezionale bounty hunter...