Avviso: il contenuto della storia appartiene all’autrice. Si diffida dall’appropriarsene. Il titolo e la citazione provengono dalla canzone “Come se”, di proprietà di massimiliano casacci, davide di leo, enrico matta, samuel romano, luca vicini c/o Casasonica menagement e di mescal. Nessuna violazione si dà intesa.
“Come se ogni giorno fosse uguale al giorno prima, fosse come il giorno prima”
Era sempre stato tutto semplice per me. Non ero uno sfigato frustrato, anzi. Buona famiglia, buoni voti, una laurea in economia e commercio presa nei tempi giusti, un master in America, fidanzate, amici, soldi, potere … avevo tutto.
Avevo tutto e ora non ho più nulla se non questo foglio di carta e la penna con cui sto scrivendo.
Come sono arrivato qui?
Quale consequenzialità di eventi mi ha portato dal mio universo dorato a questa cella?
Me lo sai dire tu, lettore?
No, tu non sai nulla.
Sai solo quello che posso dirti io.
Io…
Ormai io non esisto più. Sono solo un pezzo di carne e nervi che si trascina avanti e indietro per un cortile. Un involucro vuoto che mangia giusto perché ha bisogno di qualcosa che lo tenga in piedi e che dorme solo perché è troppo stanco e non può farne a meno.
Vuoi sapere come annullare un essere umano? Dagli il mondo, fallo crogiolare nella sua felicità e poi togligli tutto quanto. Infine rinchiudilo in prigione. Otterrai una larva.
Ma forse tu adesso vuoi sapere come sono arrivato qui. Sei curioso, caro il mio lettore. Va bene te lo dirò.
Potrei iniziare con c’era una volta…
In fondo per un po’ è stata la fiaba. Un po’ cupa, certo. Una fiaba fatta non solo d’amore, ma anche di soldi, di morti ammazzati e di pistole.
Ma pur sempre una fiaba.
L’incubo è subentrato dopo…
Non credo più a questo genere di storie. Non ci ho mai creduto, in fondo. Non ho mai pensato che avesse una logica raccontare certe cose ai bambini.
Poi alcune sono proprio inquietanti…
Prendete Barbablu: una donna cede sua figlia a un uomo che ha il doppio dell’età della ragazza, ricco sì, ma crudele, che ha già ucciso le sue mogli precedenti e per di più ha una orribile barba di colore blu. Già qui, io non riuscirei più a dormire, me lo sognerei di notte… ebbene, la ragazza, convinta forse dai soldi di lui, va nel castello dell’orco. Può fare ciò che vuole, mangiare ciò che vuole, l’unica cosa che non può fare è entrare in una stanza che è sempre chiusa a chiave. È proibito, le dice Barbablu. Se ci entri ti ammazzo.
Lui parte e le lascia la chiave della stanza proibita, logicamente col divieto di entrarci, pena la decapitazione. Lei ovviamente si fa prendere dalla curiosità e entra. Trova i corpi delle mogli uccise e si spaventa. Fa cadere la chiave, che si macchia di sangue. L’orco al ritorno vede la traccia rossa sulla chiave e decide di ucciderla. Lei riesce in qualche modo ad avvertire i suoi fratelli che ammazzano il cattivo, la liberano e finalmente vissero tutti felici e contenti nel castello di Barbablu.
Ora ditemi voi se questa storia vi pare adatta ad un bambino.
E poi nella realtà i buoni non vincono mai.
E adesso ve lo dimostro.
***
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Music is my aeroplane
General FictionUna raccolta di One-Shot ispirate a canzoni che ho ascoltato e che mi sono piaciute. Canzoni che mi hanno comunicato qualcosa.e hanno portato alla nascita di una storia. Come se – Subsonica Orfeo – Carmen Consoli Agosto – Perturbazione