Rebecca non fece altro che pensarci, e intanto che la guerra volgeva al termine con la resa senza condizioni del Giappone, lei si mise alla ricerca di suo fratello. Nel suo cuore sapeva che non gli era successo nulla, almeno non la morte.
Steve era scomparso, e con lui la speranza di un mondo migliore. George Barnes si ammalò e sua figlia lo assistette fino all'ultimo. La prematura dipartita del figlio di certo non alleviò i suoi dispiaceri. Così, a distanza di qualche mese, Rebecca rimase sola in una casa vuota persino troppo grande per lei. Si ritrovò nella sua camera a sistemare i vestiti del padre e di James in una scatola. Le avevano consigliato di liberarsene, magari di donarli alle famiglie dei soldati rimasti senza una casa. Lei non volle saperne, così li custodì nello sgabuzzino perché credeva che almeno uno di loro sarebbe tornato. James sarebbe tornato.***
Nel frattempo, in Siberia il soldato Barnes fu messo in criostasi intanto che gli cancellavano la memoria, i ricordi che erano rimasti dopo il trauma alla testa. Risvegliatosi quattro anni dopo la sua apparente morte, i suoi aguzzini lo sottoposero ad un test.
"È essenziale per comprendere a che punto si trova" spiegò uno dei dottori, parlando in russo.
"Potrebbe essere la nostra arma migliore. Che ne pensa, dottor Zola?". Arnim sorrise, nascondendo i suoi occhi malvagi dietro gli occhiali a fondo di bottiglia.
"Schmidt sarà fieno di noi. Iniziate il test". L'esperimento proseguì egregiamente, tanto che la squadra decise di mandarlo a Mosca da una sottosezione del KGB, dove lo avrebbe rianimato per potergli fare il lavaggio del cervello. "Non crederà mai a ciò che gli diremo". Uno degli assistenti non sperava di riuscire a vedere quel soldato diventare la nuova arma della Russia. "Lo indottrineremo ad odiare gli Stati Uniti". "Per quanto riguarda il braccio?". "Verrà aggiornato periodicamente. Imparerà ad usarlo come se fosse sempre stato lì".Quel lavoro diventò essenziale a fargli dimenticare la sua vita precedente, e per prepararlo a ciò che sarebbe venuto dopo. L'Hydra, il KGB, si sarebbero serviti di lui approfittando della sua amnesia. Intanto c'era una sorella orfana a meditare una vendetta. Rebecca continuò le ricerche, contattò gli agenti che lavoravano con Steve, Captain America. Lei e Peggy Carter diventarono molto amiche e in qualche modo cercarono conforto l'una nell'altra per la morte dei due soldati. "Non ho potuto conoscere James così bene" iniziò a dire l'agente Carter "...una sera ci ha provato con me, ma io avevo occhi solo per Rogers". "Credo che Steve abbia avuto una cotta per me quando eravamo piccoli. Eravamo soliti giocare tutti insieme, ma Bucky lo allontanò da me. Pensava che non eravamo destinati, ed è così. Steve amava te, solo te". Peggy trattenne le lacrime. "Promettimi che mi aiuterai a trovare mio fratello". L'agente prese tempo. "Lo vorrei, davvero. Ma dovresti arrenderti. James non sarebbe mai potuto sopravvivere a quella caduta". "Ma non avete ritrovato il corpo, giusto? Perciò non è detto che sia morto". Rebecca non volle arrendersi. I giorni trascorsero inesorabili. Passarono le settimane, i mesi. Era il 1954 quando la giovane Barnes sembrò aver trovato qualcosa, degli indizi. Intanto Peggy si era sistemata con un ex ufficiale rimasto ferito in guerra. Le confessò di non voler più aspettare il ritorno di Steve, per quanto ancora perdutamente lo amasse. Si disse che era tempo di andare avanti, e invitò Rebecca a fare lo stesso. "Andrò avanti quando ritroverò Bucky".
Il soldato Barnes si preparò a tornare in stato vegetativo dopo dieci anni vissuti come uno zombie. Il suo cervello si trasformò in una serie di numeri, codici e parole sovietiche che lui non avrebbe mai capito prima di quello strano periodo come burattino del KGB. Lo trasformarono in uno spietato assassino senza forza di volontà. Agiva secondo il loro volere, si muoveva grazie a dei fili manovrati dal generale Karpov. Egli decise di sottoporlo ad un nuovo lavaggio del cervello ogni volta che veniva risvegliato dalla criostasi. Questo movimento favorì il rallentamento della vecchiaia e il nuovo soldato d'inverno sarebbe sembrato un trentenne per molto tempo. Una sera si ritrovò a vagare da solo all'esterno del campo dov'era prigioniero. Il braccio bionico penzoloni lungo il fianco, la testa pesante, il corpo affaticato. All'improvviso udì un elicottero in lontananza avvicinarsi sempre più al campo. Sembrava aver intenzione di atterrare. James era perplesso, inerme. Si ritrovò circondato dagli uomini del KGB, perché sapevano che qualcuno in America lo stava ancora cercando, sebbene lo avessero dato per morto da dieci anni ormai. Rebecca scese dall'elicottero, gli occhi incavati e un fucile all'altezza delle spalle. "Lasciate andare mio fratello". Quegli uomini capirono, ma risposero in russo dicendole: "Andate via, o vi uccidiamo. Il sergente Barnes è con noi, non vuole tornare a casa".
Rebecca trattenne le lacrime, richiamandolo. "Bucky, sono io. Non mi riconosci?". I suoi occhi erano spenti, cupi. Lei non lo riconosceva più, ma era James. "Steve è morto" iniziò a dire "Temevo di aver perso anche te". L'uomo che una volta era suo fratello, alzò il braccio bionico e le puntò una pistola contro, guardandola con occhi privi di emozione ma con un lieve accenno di nostalgia. "Bucky?" lo richiamò un'ultima volta e, non percependo alcuna reazione, lei e gli uomini che aveva incaricato di trovare James puntarono i fucili contro il KGB e il soldato assaltando il loro campo. Dovette tornare a casa senza di lui. Sapeva che era vivo. I suoi deliri l'avevano portata davanti ad una verità scomoda, insopportabile. Lo avrebbe rivisto.
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𝐁𝐨𝐫𝐧 𝐭𝐨 𝐛𝐞 𝐭𝐡𝐞 𝐖𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫 𝐒𝐨𝐥𝐝𝐢𝐞𝐫 | Libro Terzo
Hayran KurguLo abbiamo visto in azione nella nascita della vedova nera, ma in pochi sanno che cosa lo ha portato fin lì. Stare agli ordini del KGB, lavorare per l'Hydra. Il soldato d'inverno ha una storia da raccontare, un passato da riscrivere. Sequel de 'The...