INCIDENTE

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Era pronta per la festa di Halloween. L'uniforme le stava benissimo addosso. Raggiunse Yasmine e le ragazze, per poi abbracciarle una per una. La gente nella palestra indossava i costumi più creativi che era riuscita a trovare. La ragazza della mensa si era davvero vestita da molecola. Non era un bel costume, ma evitò di parlare.
Fece qualche foto con le sue amiche, poi Sam si allontanò con Kyler.
«Ehy Morgaine» la chiamò Moon.
«Si?» chiese lei, attenta alle parole dell'altra.
«Distrarresti i vecchi mentre uhm...correggo il Punch?» la supplicò.
Morgaine pensò di avere un disperato bisogno di alcool, perciò si avvicinò alla Cauncelor e al suo Chaperon.
«Uhm...scusi, ho appena visto una ragazza con un costume da suora sexy. È una grossa offesa per la mia cultura, potreste andare a parlarle? È andata in bagno» chiese, fingendosi arrabbiata e dispiaciuta. La donna si allontanò subito, l'uomo, che aveva capito essere il padre di Sam, rimase lì.
«Lei è il padre di Sam?» domandò, per tenerlo occupato.
«Sì, sei amica di mia figlia?» chiese lui, gentile.
«Sì. È proprio una brava ragazza» la elogiò.
«Mi fa piacere che la pensi così» le sorrise.
«Dai Morgaine! Vieni a fare una foto con noi!» la salvò Yasmine, dato che Moon aveva completato la sua missione. Risero e andarono a prendersi un bicchierino di Punch. Dovevano averci buttato del Gin, a giudicare dalla consistenza. Bevve con gusto. Ci fosse stata sua madre ne avrebbe bevuto un gocciolino. Ma ora era sola, non aveva alcun problema, poteva divertirsi.
La ragazza sodio si avvicinò al buffet a mangiare le patatine al formaggio e Yasmine le fece un video.
«Che fai?» le chiese, sorridendole complice.
«Ora vedrai» rise l'altra.
A tutta la palestra arrivò un video della ragazza che mangiava, con il naso da maiale. Morgaine, di normale, non avrebbe riso tanto, ma l'alcool aveva liberato una brutta parte di lei.
La ragazza sodio scappò in lacrime.

Poco dopo metà serata, sentì il bisogno di usare il bagno, perciò avvertì le sue amiche e uscì dalla palestra. Raggiunse il bagno delle ragazze e fece ciò che doveva. Lavò le mani ed uscì. Davanti alla porta c'era il ragazzo maiale, così lo salutò.
«Ehy Morgaine...tu mi piaci, sei figa...io ti piaccio?» le chiese, bloccandola per il polso.
«No, scusa» lo allontanò. Non le piaceva e voleva essere diretta. Camminò più avanti. Sentì dei rumori strani, come se un pezzo di metallo fosse sbattuto contro qualcuno. Vide Kyler picchiare Miguel con una mazza da Lacrosse, perciò tornò indietro, spaventata. Voleva chiamare aiuto, ma senza far sapere che era stata lei a chiamare. Ma il ragazzo maiale la bloccò ancora.
«Non hai resistito a me, eh piccola?»
«No, ho lasciato la borsetta degli assorbenti in bagno, lasciami andare» fece lei, brusca. Il ragazzo la bloccò e la spinse verso il muro, cercando di baciarla. Lei allontanò il viso più che poteva, poi gli tirò una ginocchiata sulla pancia ed ebbe il tempo di scappare nel bagno. Ma lui non si fece scrupoli. La raggiunse e la spinse ancora contro il muro, facendole battere la testa.
«Se io ti dico che mi piaci, tu ricambi. Capito?» la rimproverò, iniziando ad armeggiare con la sua gonna. Dato che aveva preso lezioni di Kick boxing per parecchio ed era anche parecchio brava, normalmente lo avrebbe spinto via, ma il colpo alla testa l'aveva resa debole. Così gridò di lasciarla, nella speranza che qualcuno sarebbe corso in suo aiuto. Con la vista sfuocata, vide una sagoma, poi sentì il peso del ragazzo allontanarsi dal suo corpo e scivolò a sedere, cercando di riprendersi. Prese un paio di respiri profondi e la vista le tornò chiara.
«Morgaine? Stai bene?» le chiese una voce familiare, mentre qualcuno le toccava la spalla, rassicurante. Alzò la testa.
«Zio! Che fai qui?...Si, ora sto bene...mi sono spaventata...» balbettò, rassicurata dalla presenza di Johnny.
«È tutto ok, ora» la abbracciò.
«Miguel!» gridò, staccandosi bruscamente, con l'immagine di Kyler e la mazza da Lacrosse in mano che le balenava davanti.
«Miguel cosa?!» chiese Johnny, preoccupato.
«Nel bagno dei ragazzi, devi controllare che stia bene, ti aspetto fuori» cercò di spiegare, cercando di alzarsi. Lo zio corse nella direzione che che aveva detto. Lo seguì, camminando piano. Le faceva male la testa. Si appoggiò allo stipite della porta. Trasalì, quando Johnny uscì con Miguel in braccio che, non fosse stato per il sangue che gli scendeva dal naso, sarebbe sembrato un morto a chiunque.
«Lo porto a casa, sta accanto a me...» le spiegò.
«Posso venire anche io?... Ho paura» farfugliò Morgaine, rabbrividendo con l'immagine del ragazzo maiale.
«Si, andiamo»
«Avverto le ragazze e ti raggiungo. Mettilo sui sedili di dietro, non muoverlo troppo»
Raggiunse la palestra più veloce che poteva.
«Oddio, credevo ti fosse successo qualcosa!» la abbracciò forte Yasmine.
«Scusa. Uhm...mi ha chiamato mio cugino, la zia era ubriaca e ha battuto la testa. Devo tornare a casa, scusa. Ci vediamo a scuola?» mentì, per non raccontare ciò che le era successo.
«Oh mio Dio! Vai pure, ci vediamo a scuola. Vedrai che sta bene» le sorrise la bionda, che sembrava sinceramente preoccupata. Morgaine la ringraziò mentalmente per quella preoccupazione per la sua situazione.

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Raggiunse suo zio, che la stava già aspettando in macchina. Salì dietro e si posò la testa di Miguel sulle ginocchia. Perdeva ancora del sangue. Prese dei fazzoletti nella sua borsa e tamponò delicatamente per bloccare l'emorragia. Lui, nonostante fosse incosciente, sussultò al contatto, come se avesse provato dolore. Morgaine gli accarezzò i capelli per tranquillizzarlo, quando suo zio prese un curva bruscamente.
«Vai piano, non gli fa bene essere scosso» lo avvertì, ricordando il corso di primo soccorso che aveva fatto un anno prima. Johnny la ascoltò.
Continuò a tamponare le ferite del ragazzo per bloccare il sangue. Ne stava perdendo parecchio, perciò si soffermò solo sui tagli più grandi, che stavano tutti nei pressi di grossi lividi violacei. Tremava anche un po', perciò si tolse la felpa che aveva rubato a Robby e gliela mise a mo' di coperta. Le girava la testa, ma il ragazzo era messo peggio di lei. Gli accarezzò la guancia per concentrarsi su qualcosa e non pensare ai giramenti.
«È tutto ok...» sussurrò, più per sé che per Miguel.
Sentì l'auto fermarsi e suo zio scendere. Prese in braccio Miguel e la invitò a scendere. Appena posò i piedi a terra barcollò e fu costretta a posare la mano sull'auto per ritrovare l'equilibrio. Poi raggiunse lo zio, davanti alla porta di quella che doveva essere la casa di Miguel. Aprirono due donne. La più giovane si spaventò. Doveva essere la madre. Li fece entrare per posare suo figlio sul divano, poi li cacciò, incolpando Johnny della situazione.

Entrarono nell'appartamento dell'uomo. Si mise seduta sul divano, non riuscendo più a reggere i giramenti.
«Stai bene?» le chiese lo zio.
«No, gira tutto» ammise, massaggiandosi le tempie. Le portò del ghiaccio. Sentì dolore quando lo posò sul punto che aveva battuto. Solo quando lo tolse, si accorse che stava sanguinando. Lo zio la guardò preoccupato.
«Vieni con me» le ordinò, aiutandola ad alzarsi. Tornarono davanti all'appartamento di Miguel. La madre di lui aprì, scocciata.
«Johnny non accetterò le tue-»
«Carmen aiutami, sanguina» la pregò, sostenendo la nipote. La donna la guardò e li fece entrare.
«È pallida» disse a Johnny.
«Da quanto sanguina?» domandò, tenendole il ghiaccio sulla testa.
«Non lo so, ha battuto la testa a scuola» spiegò lui, poiché Morgaine era troppo debole per fare qualsiasi cosa, a stento teneva gli occhi aperti.
«Portala in ospedale, meglio controllare»
Morgaine si sentì sollevare, poi avvertì il movimento dell'auto.
Entrarono in ospedale, subito la caricarono su una barella e le fecero vari esami. Pian piano iniziò a riacquistare lucidità.
«Dagli esami sembra a posto» spiegò un medico, entrando nella stanza in cui l'avevano portata per l'attesa.
«Ma deve stare una notte sotto osservazione» proseguì. Johnny annuì.
«Zio, chiama Robby...» sussurrò lei, ancora debole. Lui annuì e fece come aveva chiesto.
Entro un periodo che le sembrò breve, arrivò suo cugino, mentre suo zio se ne andò, non prima di salutarla.

Robby le tenne la mano, lei la strinse più che poteva.
«Chi è stato a ridurti così? Lo faccio a pezzi» le domandò, a mezzo tra il preoccupato e l'arrabbiato.
«Uno stronzo...» rispose lei, posando la testa sul cuscino. Il suo cellulare vibrò. Robby lesse il messaggio da Yasmine. Chiedeva se fosse tutto apposto, ovviamente riferendosi a sua zia, a causa della piccola bugia che aveva detto. Chiese al cugino di chiamarla, dandogli la password per sbloccare il cellulare.
«Ehy Yas» la salutò, con la voce più normale che riuscì ad ottenere.
«Morgy! Tutto ok?» le chiese, sinceramente interessata.
«Devo passare la notte in ospedale» spiegò, troppo stanca per mentire.
«È così grave tua zia?» chiese l'altra, che ancora non aveva capito.
«Yas...sono io che ho battuto la testa...» ammise, inspirando pesantemente.
«Cosa?! Come?... Vuoi che venga da te?»
«Va tutto bene adesso. È colpa dell'amico di Kyler, quello biondo grosso, ha cercato di...» raccontò, con le lacrime che le salivano negli occhi.
«Arrivo da te» concluse la chiamata Yasmine, mentre suo cugino le teneva la mano, per consolarla.

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