Era arrivato il giorno del suo compleanno. Per una strana coincidenza venne di sabato.
Subito dopo le lezioni, Yasmine la portò a casa sua. Le spalmò una maschera per il viso e le diede il costume, la fece entrare nell'idromassaggio e le servì un calice di champagne.
«Rilassati, ok?» le disse prima di entrare in casa a prendere una ciotola di frutta. L'unica nota dolente in quella giornata perfetta era non essersi ancora riappacificato con Robby.
«Fragole, ananas, anguria, banana, kiwi e frutti di bosco» annunciò Yasmine al ritorno.
«La mamma si è proprio superata» aggiunse, porgendo a Morgaine un bicchiere da gelato riempito.
«Mh...si, hai proprio ragione» commentò, mandando giù una cucchiaiata.
«Sembra di mangiare la frutta direttamente dal paradiso» proseguì, godendosi l'acqua che le massaggiava ogni millimetro della pelle, tranne il viso e le mani. Inspirò l'aria calda e sorrise. Quella sì che era vita.
«Finiamo di mangiare, poi ti faccio lo smalto. Poi ti trucco e poi...beh vedrai» annunciò Yasmine, con l'emozione nella voce.
Così finirono in fretta, si asciugarono ed entrarono nella stanza della bionda. Si misero sedute sul letto coperto con un piumone violetto, poi Yas prese gli smalti. Ne stese uno viola sulle unghie di Morgaine, poi le spazzolò i capelli, come se fosse sua madre. La festeggiata decise di godere di quelle coccole che tanto la lusingavano.
«Chiufi gli occhi» fece la bionda, avviandosi verso l'armadio. Quando le diede il via per riaprirli, aveva in mano un vestito viola in pizzo che scendeva attillato ma non troppo.
«Questo ti è sempre piaciuto, potrai indossarlo per il compleanno» concesse Yasmine, dandolo in mano all'amica, che lo indossò subito, per poi farsi truccare, mentre lei indossava il tubino color grigio nebbia di quando si erano incontrate.
«Yas, ci vuole una foto» le disse, per poi scattarla. La mise su Instagram, ma serviva ad un altro scopo. La inviò ai suoi genitori, quasi con fare innocente, ma aveva un grosso piano.
Quella sera, anche se tramite video-conferenza, avrebbe parlato con i suoi genitori di come si sentiva e del fatto che ancora non voleva diventare il nuovo volto dell'azienda. Aveva paura, ma voleva godersi quella giornata.Ad un certo punto, Yasmine le legò una benda attorno agli occhi, così che non potesse vedere nulla.
«E ora dove andiamo?» chiese curiosa.
«Aspetta e vedrai» rise la bionda, conducendola da qualche parte. Capì che era salita nell'auto di Moon quando sentì un potente odore di candela profumata, ma non disse nulla per fare felici le amiche.
Non capì dove stessero andando, già non sapeva orientarsi a occhi aperti, figuriamoci bendata...
Sentì che qualcuno la stava accompagnando fuori, poi capì di essere su una spiaggia quando la sabbia si incurvò sotto i suoi piedi e sul suo viso comparve un sorriso sincero.
Sentì le mani di Yasmine toglierle la benda e poi vide tutto. Era su una spiaggia, ma non quella dove andava abitualmente: questa era più appartata, più intima.
Davanti a lei c'erano i ragazzi con cui sedeva a mensa, tranne il maiale biondo, si erano ricordati di cosa fosse successo. Le si riempirono gli occhi di lacrime per la commozione: nessuno aveva mai fatto per lei una cosa del genere, i suoi le avevano sempre lasciato la casa libera per organizzare grandi feste, ma una festa privata con poche persone era molto meglio: nessun dramma, nessun incidente, poca confusione...il paradiso si toglieva il cappello di fronte a una festa del genere.
In uno slancio di affetto abbracciò i partecipanti uno ad uno, lasciando a tutti un grosso bacio sulla guancia e alla fine si tolse le scarpe e si bagnò i piedi con l'acqua fredda.
«So che ti piace la spiaggia, ma questa del Canion mi sembrava più adatta» spiegò Yasmine.
«È perfetto» la ringraziò Morgaine, lo sguardo dritto all'orizzonte e i capelli scompigliati dal vento.~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~~•~•~•~•~•~•
Moon aveva comprato una torta, una millefoglie, quella che piace a tutti. Qualcuno invece aveva portato qualcosa da bere, ma non troppo, il giusto perché quella serata potesse essere ricordata.
Le arrivarono molti regali, tutti anonimi: una palette, un lipgloss bordeaux all'aroma di ciliegia, una collana con un ciondolo a forma di cigno e poi il più bello, due biglietti per il museo planetario.
Finiti i rituali tipici dei compleanni, Kyler la prese da parte.
«Senti...mi dispiace che abbia litigato con tuo cugino per colpa mia» le disse, passeggiando con lei con un braccio avvolto attorno alle sue spalle.
«Non è colpa tua, è lui che vuole sentirsi mio padre» scosse la testa Morgaine.
«Ok...spero che i biglietti ti siano piaciuti» le sorrise. Sembrava indifeso.
«Scherzi? Sono bellissimi!» esordì, saltandogli al collo. A quel punto lui le prese il viso tra le mani e fece incontrare le loro labbra. Lei lo lasciò fare, era ciò che voleva. Rimasero incollati per un po', poi si guardarono negli occhi e tornarono in mezzo a tutti gli altri.
«Vi abbiamo visti! Che carini!» disse una ragazza di colore, con dei magnifici riccioli lunghi.
«Grande amico» si complimentò un ragazzo con Kyler.
«Attento a come me la tratti» lo ammonì Yasmine, stringendo a sé l'amica.A festa finita andò a dormire da suo zio che l'aveva invitata, anche se Yasmine le aveva proposto di restare da lei. Ormai andava spesso da lui, da quando aveva litigato con suo cugino non riusciva a stare troppo nell'appartamento. E poi, se voleva parlare ai suoi genitori del suo progetto, non poteva restare a casa della diretta interessata. Voleva che fosse tutto una sorpresa.
«Auguri!» la salutò Johnny, passandole una birra. Lei rise e si portò la bottiglia alle labbra.
«Non è molto, ma spero ti piaccia» le sorrise, passandole un CD con tutte le loro canzoni preferite.
«È bellissimo» lo ringraziò, abbracciandolo.
Bussarono alla porta. Erano Miguel ed Eli che le sorridevano.
«Abbiamo saputo che è il tuo compleanno, abbiamo dei regali» annunciarono, per poi entrare. Lei sorrise e prese in mano i pacchetti.
Erano un bellissimo Vasco color verde mimetico e una maglia in pizzo, di quelle che le piacevano, dello stesso colore.
«Ragazzi non dovevate...» ringraziò. Una festa dopo la festa...bello, non le era mai successo.
«Invece sì, sei nostra amica, no?» la bloccò Eli, o Falco, così si faceva chiamare adesso.
Più tardi la mamma di Miguel portò loro una torta e ne mangiò una per la seconda volta. Era buonissima... sembrava di mangiare una nuvola.Appena la festa finì, poté chiamare i suoi genitori, che si trovavano in Austria, quindi dovevano essere già svegli,considerando che da lei erano le una di notte.
«Ciao tesoro!» la salutarono.
«Auguri!» aggiunsero.
«Grazie!» sorrise.
«Come va?» chiesero, come di routine.
«Oggi mi trattano tutti come una regina, non potrebbe andare meglio» sorrise, ricordando i momenti più belli della giornata.
«Vi devo parlare» esordì, prendendo un respiro profondo per calmarsi.
«Dicci» le concesse la madre.
«Non voglio essere il nuovo volto dell'azienda. Vivo male questa cosa, la notte ho attacchi di ansia e una conseguente dipendenza da alcune pillole. Mi fa stare male questa cosa...» disse tutto d'un fiato.
«Tesoro perché non ce ne hai parlato prima?» chiese sua madre, contrariamente a tutte le aspettative, preoccupata.
«Avevo paura, ma ora ho trovato una soluzione...» spiegò, avendo l'attenzione di entrambi.
«Avete presente la ragazza della foto? Lei sarebbe perfetta» proseguì, ansiosa per la risposta.
«In effetti ha una bella pelle, è molto curata...se tu ci dai la tua parola, possiamo mandarti i documenti per la liberatoria» commentò suo padre, ancora preoccupato per la precedente dichiarazione della figlia.
«Si, è una ragazza stupenda, mandatemi i documenti, poi parlerò con sua madre» sorrise. Adesso avrebbe potuto fare all'amica un regalo all'altezza di tutti quelli che le aveva fatto: il costume di Halloween, il pomeriggio da regina, la festa, il regalo anonimo, la sua amicizia...
Dopo ciò, parlò normalmente con i suoi genitori, senza quella tensione che le attanagliava la mente di solito. Era tutto perfetto. Adesso restava solo da aggiustare le cose con Robby, non appena avesse avuto modo di parlarci. Da quando avevano litigato, non le parlava più come prima: la evitava o rispondeva a monosillabi. Quando lei tentava di aprire il discorso la ignorava. A quel punto si era stufata di fare il primo passo e ci aveva rinunciato. Gli voleva ancora bene, non lo odiava, si era solo stancata di essere l'unica a collaborare.Tornò da suo zio, si aprì un'altra birra e se la godette con lui dopo aver messo il CD che le aveva regalato nello stereo.
«Come va col dojo?...» domandò, senza staccare le labbra dalla bottiglietta.
«a giugno parteciperemo all'All Valley, ci vieni a vedere?...» le domandò, anche lui con le labbra attaccate alla bottiglia, ormai sbronzo.
«Si... però vedi di allenare bene i tuoi allievi eh» proseguì lei, scuotendo la testa a ritmo della musica che stavano ascoltando.
«Vedrai che saranno i migliori...» si vantò lui, bevendo un ultimo sorso.
«Questa giornata è stata perfetta...» sussurrò lei, per poi chiudere gli occhi, troppo stanca dopo tutta quella felicità.
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•Cool Kid•
Fanfiction•TRAMA🌺 Sempre perfetta per tutto e per tutti, questa è la vita che deve condurre Morgaine. Ma la distanza dai genitori le darà il permesso di liberare un po' il suo vero essere. Vedrete da vicino la vita dei Cool Kids della West Valley High e sc...