Ti troverò Draco, è una promessa _Drarry_

capitolo 43

14 gennaio, ore 10:30

Draco's pov:

Inizio a svegliarmi e la prima cosa che percepisco è un forte odore di mandorla e una sensazione di calore confortante sotto di me. Non voglio aprire gli occhi, d'altronde non vedrai ugualmente nulla, per non distruggere questa bellissima sensazione. Giro un po' il viso e poso l'orecchio sulla "superficie" su cui sono sdraiato e immediatamente posso percepire un battito. I ricordi mi tornano a mente e, anche se un po' assonnato, ricordo che la notte prima Harry mi aveva stretto a sé tra le sue forti braccia e mi ero addormentato così. Era forse da qualche settimana che non riuscivo a dormire serenamente e senza incubi, invece questa notte ero riuscito davvero a riposare.

Sto così bene stretto a lui e non voglio interrompere questo momento per niente al mondo. Mi chiedo se lui sia sveglio o meno, ma dal suo petto che si alza e si abbassa lentamente e con regolarità e dal suo leggero russare posso dedurre che stia dormendo. Per esserne sicuro potrei semplicemente aprire gli occhi e guardare, se non fosse che sono praticamente diventato ceco. Mi manca vederlo... mi manca vedere i suoi grandi occhi verdi smeraldo, i suoi capelli mori disordinati, la sua pelle color caramello. Ancora non ricordo bene il momento esatto in cui ho perso la vista, ma sono certo che quando ero rinchiuso in quella... cella... io potevo vedere...

Il pensiero di quei momenti mi fanno riaffiorare brutti ricordi e sento gli occhi inumidirsi. Nascondo il viso nel petto di Harry e sospiro, inspirando il suo profumo. Lo sento sospirare e mugugnare sotto di me per poi alzare il braccio e posizionarmi una mano in mezzo ai capelli e una a cingermi i fianchi. Mi sento immobilizzato dal sul tocco, ma anche immensamente al sicuro e protetto.

Non ricordo esattamente che cosa sia successo, ma ricordo solo che per un po' di tempo sono stato con Harry. Mi preparava la colazione, badava a me e si assicurava che stessi bene e sono certo che in quel periodo io potevo ancora vederlo. Ricordo che mi sentivo molto debole e poi buio totale. Mi ero risvegliato completamente stordito e disorientato e non riuscivo a capire nulla. So solo che mi trovavo su un letto alquanto scomodo e freddo ed ero da solo, o meglio, penso che fossi solo... perché quando mi ero svegliato... non riuscivo a vedere nulla.

Ho iniziato a sentire voci, brusii e rumori di macchinari e incantesimi, ma io non potevo muovermi e non riuscivo a vedere niente. Ogni tanto sentivo dei passi, come se qualcuno si stesse avvicinando a me, sentivo suoni di vari strumenti, penne che scrivevamo, voci ovattate di persone che parlavano, incantesimi e ogni tanto forti dolori ai muscoli e alle ossa. Sentivo mani che mi toccavano ovunque (non pensate male!) e senza il mio consenso... e a volte mi facevano anche male...

A volte sentivo prese salde e strette sulle mie braccia e io avevo provato a divincolarmi, ma con scarsi risultati. Più cercavo di liberarmi e più quelle strette aumentavano facendomi provare un immenso dolore. Sentivo la sensazione di aghi che presentavano nella mia pelle, spesso anche con forza. Avevo paura, non vedevo nulla, volevo urlare ma dalla mia bocca non usciva il benché minimo suono. Era orribile.
Mi si era gelato il sangue quando avevo riconosciuto finalmente la voce della persona che mi trattava in quel modo, una persona che credevo di potermi fidare e che credevo mio amico: Theodore Nott.

E io... non potevo fare nulla se non piangere in silenzio e provare invano di liberarmi.
E poi... così dal nulla... avevo riconosciuto anche la voce di Harry. Non avevo percepito realmente ciò che stesse dicendo, ma avevo riconosciuto la sua voce. Era così dolce, sicura, decisa... mi faceva star bene. Solo quando sentivo la sua voce riuscivo a sentirmi bene, mi sentivo vivo, ma ogni volta che lui se ne andava... dentro di me si creava un gigantesco vuoto, mi sentivo così solo... abbandonato... spaventato...
Desideravo sempre con tutto il cuore che tornasse. Lo sentivo sempre parlare, non riuscivo mai a capire al 100% che cosa dicesse ma a me non importava, bastava che mi parlasse.