ALL VALLEY TOURNAMENT

299 16 4
                                    

Yasmine era partita e il giorno dell' All Valley Tournament era arrivato. Morgaine si preparò insieme a suo zio, sistemò i Gi dei ragazzi in una borsa e partirono alla volta del palazzetto dello sport a ritmo di canzoni anni ottanta.
«Pronti?!» gridò quando raggiunse i ragazzi, lanciando un'occhiataccia ad Aisha.
«Si!» la assecondarono in coro.
«E allora, la legge del pugno?!» gridò ancora.
«Strike First, Strike Hard, No Mercy!» gridarono tutti in coro. Poi li salutò e si diresse in tribuna. Scorse Moon e Demetri, ma li ignorò, per poi andarsi a comprare un Kinder Bueno e un estathè al limone. Tornò e si mise seduta al suo posto in prima fila.
Il presentatore presentò i partecipanti. Erano tutti dojo, tra cui il Cobra Kai che fece un'entrata in scena pazzesca. Poi, un partecipante singolo, Robby Keene, suo cugino. Dove aveva imparato il Karate?, si chiese. Poi ricordò le storie di suo zio su Larusso, così capì che era stato lui ad insegnargli. Sorrise e scosse la testa, addentando la barretta di cioccolato. Lo avrebbe sostenuto, ma non se Miguel fosse arrivato in finale: d'altronde aveva contribuito al suo allenamento.
Alcuni Cobra Kai, come previsto, furono eliminati subito. Robby invece andò avanti, fino alle semifinali, con Miguel, Eli e il campione in carica. Intanto erano arrivati i Larusso. Sam la guardò quasi con aria supplichevole, lei distolse lo sguardo. Non voleva tornarci amica, se fosse successo qualcosa sarebbe finita nei guai grazie a una menzogna della principessina della concessionaria, la povera dolce ed innocua Cenerentola, che di innocuo aveva solo...no, non aveva proprio nulla di innocuo.
«Sostengo Robby» le disse, cercando un dialogo con lei.
«Anche tu sei qui per tuo cugino?» le chiese ancora.
«No. Per Miguel» rispose secca Morgaine. Sperava che capisse che non voleva un dialogo con lei.
«Ho sentito che stai con Kyler, ti trovi bene?...» cercò di proseguire Sam.
«Mhmh» annuì Morgaine, sorseggiando l'estathè.
«Ah...io mi sono trovata male...»
«Sam, voglio seguire, parliamo dopo» la congedò brusca. Aveva finito di essere gentile con chiunque. Sam si allontanò e lei tornò a guardare i combattimenti. Toccava a Miguel e il campione in carica.
«Vai Miguel! No mercy!» gridò, per incitarlo. Voleva a tutti i costi che arrivasse in finale. Si tolse il foulard, iniziava a fare parecchio caldo.
Miguel vinse 3 a 1. Morgaine gridò di contentezza. Il suo amico era in semifinale! Voleva abbracciarlo, ma doveva aspettare la pausa.
Toccò a Eli e Robby. Era uno scontro equo, Eli era migliorato molto da quando aveva iniziato, imparava in fretta. Morgaine poteva dirlo con certezza, lo aveva seguito dagli inizi, da prima che varcasse la soglia del dojo. Fu uno scontro molto combattuto, ma Robby raggiunse i tre punti per primo. Quando si girò per uscire dal tatami e godersi la pausa, o raggiungere i Larusso, Eli lo colpì alle spalle, facendolo cadere. Si fece male, perché non si rialzò subito. Doveva aver sbattuto una spalla.
Johnny si avvicinò a suo figlio per accertarsi delle sue condizioni, ma l'arbitro lo allontanò, così Morgaine evitò di lasciare il suo posto. Eli fu squalificato, giustamente.

Annunciata la pausa, Morgaine seguì suo cugino fino allo spogliatoio, cercando di non farsi notare.
Lo raggiunse nello spogliatoio, dove si era tolto la maglia e si stava massaggiando la spalla dolorante. Rimase impressionata dal suo bellissimo corpo scolpito. Sembrava una statua.
«Ehy...» lo salutò, sedendosi di fianco a lui, che ricambiò con un lieve sorriso.
«Ti fa molto male?» chiese, rendendosi conto troppo tardi di quanto sembrasse stupida la domanda.
«Si, non so se riuscirò a gareggiare...» ammise, continuando a massaggiarsi.
«Non dovresti gareggiare, rischi di fare peggio» lo consigliò, accarezzandogli la schiena muscolosa.
Il signor Larusso entrò nella stanzetta e iniziò a parlargli.
«Vado a prenderti qualcosa da mangiare» si congedò Morgaine, per allontanarsi da quell'uomo. Sapeva che aveva visto come si era comportata con sua figlia. Si avviò al bar e comprò una tavoletta di cioccolato fondente e una bottiglietta d'acqua fredda. Ringraziò e pagò la signora.
Quando raggiunse suo cugino, era da solo con del ghiaccio.
«Cosa hai?» si informò.
«Una leggera lussazione, basta un po' di riposo. Però devo gareggiare» spiegò lui. Lei annuì, passandogli un pezzo di cioccolato e aiutandolo a bere.
«Grazie» le sorrise.
«Sei mio cugino. Ma sappi che tifo per Miguel, l'ho allenato a volte» rise anche lei. Era difficile che suo cugino vincesse nelle condizioni in cui era, però non si poteva sapere. Mai dire mai.

~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~

Miguel vinse la finale, puntando alla spalla di Robby. Morgaine, delusa, non gli si avvicinò per complimentarsi, andò via. Robby andò con Larusso e lei andò con Johnny.
«Zio, devi dare una lezione a Miguel e Eli» intimò, con la voce seria.
«Decisamente...» acconsentì lui, con visibile delusione. Nessuno si aspettava una cosa del genere da Miguel, era sempre stato un bravo ragazzo.
Rimase un po' con suo zio a vedere un film, poi, visto che Robby sarebbe tornato a casa per la cena, andò via.
Cucinò qualcosa di veloce perché non aveva voglia, poi si fece una doccia calda e si mise il pigiama.
Robby tornò sul tardi, sua zia nemmeno la videro.
«Come va la spalla?» chiese preoccupata.
«Fa ancora male» rispose lui, stampandole un bacio sulla guancia per salutarla.
«Dovresti restare un po' a casa tranquillo» osservò Morgaine, posando i piatti sulla tovaglia arancione a righe gialle che le aveva sempre fatto tanto orrore.
«No...devo allenarmi al Miyagi Do...» si lamentò lui. Scosse la testa e sospirò, ormai era una causa persa, era entrato nel ciclone dei Larusso e non ne sarebbe uscito, come dal triangolo delle bermuda.
«Va bene, ma a casa ti riposi» ordinò, scomparendo in camera.
«Dove vai?» rise Robby, mangiando una cucchiaiata di vellutata.
«A Narnia!» gridò lei, dalla stanza.
Tornò con un foulard grigio un po' consumato, ma molto lungo.
«A che serve?» indagò Robby, confuso.
«A tenerti fermo quel braccio» spiegò lei, mettendogli l'indumento a mo' di tutore.
«Morgaine non fa così male...» rise lui, lasciandola fare.
«Non mi importa, non voglio problemi» rise lei, sedendosi a mangiare di fronte al cugino. Mangiarono tranquilli, finalmente le cose tra loro erano tornate serene, come il mare dopo la tempesta.
«Però, ti sei impegnata oggi in cucina, eh?» rise Robby, ironico.
«Minchia, avevo una voglia di cucinare pari a quella di vivere alle sei del mattino dopo una sbronza» resse il gioco, mandando giù un'altra cucchiaiata.

Si misero sul divano a guardare un film. Trasmettevano il re Leone, la versione action moovie, così decisero di guardare quello e poi andare a dormire. Era parecchio caldo quella sera, perciò Morgaine indossò una canottiera e un paio di shorts, mentre suo cugino rimase in mutande. Se non fosse stato suo cugino lo avrebbe baciato senza passare dal via.
Si stese con la schiena per metà poggiata sul petto di Robby, che la teneva stretta a sé con il braccio buono. Dopo un po' le chiese di spostarsi, perché la spalla gli faceva molto male. Così lei si alzò e tirò fuori dal cassetto delle medicine un antidolorifico che usava durante i suoi periodi di alta marea.
«Tieni, con questo non senti nulla fino a domani» gli sorrise, felice di dare una mano. Poi prese il ghiaccio. Quando praticava Kickboxing si infortunava spesso e si trovava altrettanto frequentemente nello studio dal fisioterapista. L'uomo le spiegò che con il ghiaccio poteva risolvere gran parte del problema, poiché toglieva tutta l'infiammazione se applicato quotidianamente per un'ora, alternando a pause di dieci minuti.
Gli permise di stendersi con la testa sulle sue gambe e iniziò ad accarezzargli i capelli morbidi e lunghi. Erano quasi più belli di quelli di Yasmine.
«Ma cosa ho fatto per meritarti?» le chiese, rilassato al massimo.
«Non lo so, ma sono certamente un dono divino» rise lei, guardandolo intenerita. Le sembrava di avere tra le braccia un bambinone indifeso e le piaceva. Non poteva mettere in dubbio il fatto di avere un innato senso materno che non sapeva da chi lo avesse ereditato.
«Si, lo sei» sbadigliò lui, socchiudendo gli occhi. Presto le si addormentò in grembo e lei poté rimanere a guardarlo e ad ascoltare il suo respiro profondo e regolare. Quando fu abbastanza tardi e il film finì, si alzò lentamente, gli mise sopra una coperta, gli lasciò un bacio sulla fronte e andò a dormire nella sua stanza. Non aveva mai avuto tanto sonno, ma in effetti la giornata era stata lunga, perciò era lecito.

|LARGO ALLA GRULLA|
Raga! Domandone! Thè al limone o alla pesca? Se dite limone scrivo un capitolo su vostra richiesta

•Cool Kid•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora