Prologo

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Molte volte l'unica cosa che desideriamo, è l'unica cosa che non possiamo avere. Il mio unico desiderio era non trovarmi nel luogo in cui mi trovo adesso. Il cimitero. 

Speravo che mio padre mi rimanesse accanto per sempre, ma evidentemente il destino non voleva cosi. Lui era tutto per me, mio padre, il mio migliore amico, il mio confidente, una spalla su cui piangere, lui era il mio diario segreto al quale raccontavo tutto. Poi si ammalò, e la mia vita cambiò.

Stanno inserendo la bara nella fossa creata. Una mano mi si posa sopra la spalla, è di mia madre. Vestita con un tubino nero non troppo aderente con maniche a tre quarti, mi mostra il suo sostegno.

Circa dodici anni fa i miei genitori hanno divorziato, mia madre ha preso la custodia della mia gemella, Rebecca, mentre papà la mia. I rapporti tra di noi sono sempre stati pacifici, grazie anche al carattere stupendo che aveva mio padre. Mamma durante questo ultimo periodo, ci  è stata molto vicino, ed è stata lei che ha pagato la chemioterapia biologica di papà. Le sono molto grata. 

Il funerale è finito. Mio padre adesso è sotto terra. Ci troviamo tutti nella grande villa dove abito. Mia madre, com'è consueto fare, ha preparato un piccolo buffet, per ringraziare tutte le persone per aver partecipato alla sepoltura e per esserci stati accanto durante questi mesi d'inferno. 

Noto tutti quanti parlare, mangiare e ridere. Ma io non riesco a capire cosa ci sia di divertente. Mark Carter, è morto e voi ridete. Prendo una tartina al salmone, giusto per non rimanere a digiuno tutto il giorno, come ho fatto ieri, l'altro ieri e i tre giorni prima. Vado verso le scale in modo da potermi rifugiare in camera mia, quando però vengo bloccata da mia zia Susan, denominata la chiacchierona. Che bellezza. 

"Tesoro, le mie più sentite condoglianze"

"Grazie mille, davvero"

"Allora cosa farai adesso?" 

"Andrò a New York. Ho ricevuto una borsa di studio per la NYU. "


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