Anthony.

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Passarono altri quattro mesi ed Isobel era entrata nell'ottavo mese di gravidanza da quindici giorni e continuava a lavorare tranquillamente.
"Tra qualche giorno ci siamo..." Disse Jubal, portandole un succo alla pesca.
"Già... Non vedo l'ora!"
L'uomo sorrise e se ne andò poi, con la mora che si sistemó meglio sulla poltrona e si carezzó il ventre "Tutto bene?" Chiese Dana, uscendo dal bagno.
"Si... Solo un po' di fastidio."
"Sicura? Perché credo che ti si siano rotte le acque!"
Isobel andò nel panico "Ma... Ma no! È... È troppo presto!"
Dana prese il telefono e chiamò un'ambulanza, poi uscì dall'ufficio "Jubal, prendi tu il comando. Isobel sta per partorire!"
A quelle parole, Maggie, Omar, Kirsten, Tiffany e Scola andarono all'ufficio del loro boss "Possiamo esserti d'aiuto?"
"Che succede qui??" Chiese Terence, arrivato in quel momento.
"Sto per partorire..." Rispose Isobel, in preda alle contrazioni.
Arrivarono anche i Paramedici che, dopo aver accertato che Isobel fosse in travaglio, la fecero stendere sulla lettiga per portarla in ospedale.
"Chi è l'altro genitore?" Domandò uno dei medici.
"Lui." Rispose Scola, indicando Terence.
"Io non vado in sala parto! Mi rifiuto. A me non importa."
"Allora levati di torno, essere inutile!" Ringhió Maggie, stringendo la mano di Isobel, guardandola "Vengo io con te, ok?"
La mora annuì e se ne andarono coi Paramedici e, fuori, Maggie vide Lisa "Amore, dove vai?"
"Il mio capo sta per partorire, vado in ospedale!"
"E perché vai tu??"
"Dopo ti spiego, non ho tempo ora!" Disse, prima che uno dei Paramedici chiudesse lo sportello, prima di salire, mettere in moto e partire a sirene spiegate verso l'ospedale.
Uno dei Paramedici chiamò il Pronto Soccorso per avvisare chi di dovere affinché venisse preparata una sala per permettere ad Isobel di partorire e, intanto, di chiamare anche un'ostetrica.
"Cinque minuti e ci siamo, lei continui a respirare." Disse il Paramedico.
Isobel annuì, poi sentí una stretta alla mano "Ci sono io, ok? Va tutto bene... Resto io con te!"
L'Omega sorrise e strinse la mano dell'Alpha che, nonostante si fosse piuttosto allontanata dal suo boss, non le stava negando il suo supporto.
Arrivate in ospedale, il Paramedico aprí lo sportello e Maggie scese, prendendo in braccio Isobel "La faccia sedere qui!" Disse un infermiere.
"La porto io! Mi dica dove."
"Di qua, mi segua!" Rispose l'ostetrica e Maggie corse, seguendo la donna.
Giunte alla stanza appositamente preparata, Maggie stese piano Isobel sul lettino e l'ostetrica si mise all'opera, visitandola "Devo spingere..." Disse Isobel, tra la respirazione e smorfie di dolore.
A Maggie venne data una mascherina e rimase al suo posto, a tenere la mano del suo boss "Si, spinga! Spinga con tutte le sue forze."
Ed Isobel l'ascoltó, stringendo con forza la mano di Maggie e, tra grida e lacrime, presto i vagiti del nuovo arrivato riempirono la stanza.
"Complimenti, è un maschietto!" Disse un'infermiera, ma l'ostetrica notó qualcosa nel piccolo.
"Chiamate il pediatra... Deve visitarlo."
"Qualcosa non va?" Chiese preoccupata Isobel.
"Un sospetto... Ma la dottoressa Robbins le dirà di più."
Isobel, preoccupata come non mai, annuì, mentre l'infermiera le passó il bimbo "Sono tre chili per questo tesoro. Come lo chiamate?"
"È suo figlio... Io sono solo una sua sottoposta." Disse Maggie, con amarezza.
"Anthony. Anthony Castille!" Rispose la mora, sorridendo al suo piccolo.
"Congratulazioni, è bellissimo. Proprio come te!" Disse Maggie, andando poi via.
Ma ad Isobel non erano sfuggiti gli occhi lucidi dell'altra.

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