capitolo 4

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Ora non mi restava che sfogarmi.

-Muffiliato

Iniziai a rompere qualsiasi cosa mi trovavo sotto mano: lampade, penne, calamai, i libri li lanciavo, l'armadio, il letto. Ogni cosa veniva distrutta dalla mia rabbia, che forse non era rabbia ma tristezza. Sapere così di aver vissuto nella bugia per tutto questo tempo era orribile.

Tirai un pugno allo specchio appeso a muro. Andò in mille pezzi e le mie nocche erano completamente bagnate del mio stesso sangue con pezzi di vetro infilati nella carne. Provavo dolore e bruciore, ma in quel momento era solo sollievo. Sentivo che il sangue caldo stava iniziando a scendermi anche dalle narici. Ogni volta che ero nervosa mi succedeva. Lo pulii con il dorso della mano spaccata e mi strinsi a riccio in un angolo della stanza, quello più lontano dalla porta, che era anche il più intatto.

La testa iniziava a girarmi vertiginosamente, sentivo conati di vomito voler risalire dal mio stomaco. Era arrivato anche uno dei miei tanti attacchi di panico, mi presi la testa tra le mani cercando di placare quell'orribile sensazione. Vomitai. Sangue. Aver preso quelle pastiglie tutte insieme non era stata una buona idea e il mio corpo era troppo debole.

Buio.

MATTHEO POV

-Lumos-

La stanza era completamente distrutta, o meglio solo un parte, l'altra era impeccabile. Lo specchio appeso al muro era distrutto e sporco di sangue. Abbassai lo sguardo e a terra vi erano strisce di sangue che iniziava a seccarsi. Di solito non mi faceva schifo o provavo colpa nel vedere certe cose, ma ora mi sentivo un verme senza motivo.

-Lumos maxima- una sfera di luce si staccò dalla mia bacchetta illuminando tutta la stanza.

In un angolo la vidi rannicchiata su se stessa. Si teneva la testa tra le mani e nella destra, sporchissima di sangue rappreso, stringeva un foglio di carta. Lo presi, ma quando notai che la sua mano era incredibilmente fredda, il panico si insidiò nel mio corpo. Mi misi quel foglio chiazzato di rosso in tasca e la sollevai. Era leggere, troppo leggera!

Non feci neanche un passo che una ragazza dai capelli bianchi si fiondò su di lei.

-Eithel! Cosa le hai fatto mostro! Sei come tuo padre dovresti morire. Guarda che le hai fatto! Lo sappiamo tutti che sei temuto ma perchè lei!? Cosa ti ha fatto?!

-Chi cazzo sei tu? E come osi accusarmi in questo modo!?- ero alquanto infastidito dalle accuse di questa ragazza dai capelli bianchi.

-La sua compagna di stanza! E ti accuso perchè ti ho visto come alla festa la stavi importunando e come è corsa in stanza e tu subito l'hai seguita!

Dentro la stanza entra un ragazzo dalla carnagione scura, Zabini se non sbaglio.

-Astrid.. stai calma ora la portiamo in infermeria, ma tu calmati d'accordo?

-Va bene Blaise.. aiutami a prenderla per favore- che scemi, come spiegavano la situazione?

-E sentiamo croci rossine come lo spiegate? Dovrete dire della festa e chissà cosa dirà l'intera casa- dissi con fare ovvio ai due ragazzi.

-Credo che questo sia il punto meno rilevante non credi Riddle?- mi disse il moro.

-Fate come volete- me ne andai in stanza.

Mi stesi sul letto e aprii il foglio che aveva Eithel in mano. Aveva una calligrafia bellissima come il suo nome. Basta fare questi pensieri Mattheo!


So che troverai tu questo foglio Riddle. Sono qui a scrivere queste insulse parole mentre tu imprechi contro la mia porta. Non so quanti alohomora hai lanciato, ma non si aprirà così facilmente sono più furba e intelligente di quanto pensi. 

in love with both of themDove le storie prendono vita. Scoprilo ora