TORY

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Il 4 luglio era una festa bellissima. A Miami, ogni anno, venivano organizzate feste di ogni genere, adatte a tutte le personalità.
Anche nella Valley, le aveva raccontato Kyler, organizzavano una festa bellissima. Oltre ai vari stand, montavano le giostre e tutto si trasformava in un luna park, come nei film. Quasi ci si scordava del cellulare, contava solo divertirsi quel giorno. Ma Kyler era già partito, perciò non sarebbe potuta andare con lui. Chiese a Robby, magari sarebbero usciti insieme normalmente una volta tanto. Ma lui disse che avrebbe fatto una dimostrazione di Karate con Sam e suo padre, ma avrebbero potuto vedersi prima o dopo, giusto per salutarsi.
Così, raggiunse suo zio al dojo, per avvertirlo di cosa avrebbe fatto il Miyagi Do. Per quanto volesse bene a suo cugino, voleva che il Cobra Kai avesse più successo. Passò oltre il ghigno di Kreese e raccontò ciò che sapeva.
«Ok, allora ci prepariamo per stasera!» annunciò Johnny, scatenando un coro di grida allegre.
«Silenzio!» gridò, per poi fare disporre tutti in fila. Spiegò più o meno cosa voleva che facessero, poi gli allievi eseguirono, per capire come sarebbe venuta quella specie di coreografia.
«Uhm...va un po' aggiustato, ma ci siamo» sorrise Morgaine, per poi dare qualche consiglio sulla disposizione.
«Piccoletta, perché non partecipi anche tu?» le chiese Kreese, che sembrava quasi cordiale.
«No...non sono un'allieva, devo dirtelo un'altra volta?...» ribadì lei, scocciata da quell'uomo.
«Però ha ragione, daresti un grande aiuto» lo sostenne Johnny.
«Sì, sappiamo tutti come combatti» li appoggiò Miguel, seguito a ruota da Eli e da Aisha, con cui Morgaine non aveva mai parlato.
«Ragazzi, io vi adoro, ma no. Il mio non è Karate, ma Kickboxing...non sarebbe giusto nei vostri confronti» si rifiutò ancora. Pensava veramente quelle cose. Anche se non le sarebbe dispiaciuto mostrare al pubblico la sua tecnica.
«Va bene, ma almeno verrai a vederci?» la supplicarono.
«Ovvio! Secondo voi vi avverto per poi starmene a casa?» rise. Era felice della loro richiesta, si sentiva importante. L'unico problema poteva essere un possibile incontro con Moon.

Tornò a casa a cucinare il pranzo. Voleva preparare il cous cous alle verdure e per cuocere le verdure ci voleva un po', anche se in realtà non doveva tenerle troppo sul fuoco.
Passò a comprare quelle che le servivano al supermercato.
Riempì di olio una padella, tagliò le verdure a cubetti e le lasciò cuocere. Nel frattempo mise a bollire l'acqua e pesò il cous cous.
Mentre aspettava che tutto fosse pronto apparecchiò e si scolò una lattina di birra trovata in frigo. Sapeva che non era un bene bere a quell'ora, ma non aveva resistito alla vista di quella lattina che la chiamava e l'attirava a sé come una calamita.
Tornò Johnny ed entrò con Miguel. Evidentemente stavano finendo una discussione.
«Morgaine hai bevuto tu la mia birra?» le chiese lo zio, rovistando il frigo.
«Uhm...potrei...» rise lei, colpevole.
«Che hai preparato?» si informò Miguel, dato il buon odore che aleggiava in casa.
«Cous cous alle verdure. Resti qui?» propose, portando la ciotola in tavola.
«Non vorrei disturbare...» rispose lui imbarazzato.
«Nessun disturbo» sorrise, alzandosi sulle punte per prendere un piatto ed un bicchiere in più da aggiungere alla tavola.
Si misero tutti a sedere e ognuno si riempì il piatto con quella pietanza bella fresca.
«Preghiamo» annunciò Morgaine, per prendere in giro suo zio. Miguel, probabilmente abituato, si mise in posizione di preghiera, Johnny la fissò imbarazzato.
«Scherzo, mangiate» rise, mettendosi in bocca una cucchiaiata piena di cibo. In effetti aveva fatto un buon lavoro.

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Si fece una doccia, lavandosi anche i capelli con il suo shampoo alla ciliegia. Amava l'odore della frutta fresca, infatti non c'era un sapone o un profumo che non fosse fruttato nella sua gamma. Anche i suoi genitori, per questa sua passione, avevano creato una gamma di cosmetici all'aroma di frutta. Infatti erano quelli che usava.
Indossò una t-shirt del Cobra Kai che le aveva prestato Miguel e le andava un po' grande e la infilò in un paio di shorts di jeans a vita alta, sotto ai quali mise delle calze a rete nere e i suoi anfibi con le borchie laterali.
Mise un filo di maskara sulle ciglia e uno strato di lip-gloss rosso sulle labbra. Raccolse i capelli in una coda alta e raggiunse il dojo.
«Pronti?» domandò ai ragazzi, che stavano indossando i loro gi.
«Si!» risposero in coro, emozionati. Aisha le si avvicinò.
«Certo che non mi sorprende che tu vada d'accordo con Yasmine...» ridacchiò, non del tutto ironica.
«Che vuoi dire?» chiese Morgaine, confusa da quell'affermazione, dato che non avevano mai parlato.
«Vestita così sembri un po'...come dire...» continuò a ridere Aisha, quasi si sentisse superiore a lei.
«Una puttana eh?...Beh, io sono sicura del mio corpo, se voglio vestirmi da puttana lo faccio, non spetta a te giudicarmi» la interruppe, per poi raggiungere Miguel per ringraziarlo della maglietta.

La fiera era bellissima. C'era odore di zucchero filato e pop corn al burro. Le risate dei bambini giungevano subito alle orecchie. Vide Robby allo stand della Larusso Auto e lo raggiunse per salutarlo. Era qualche giorno che non si vedevano.
«Gainnie! Ti direi che stai bene vestita così, ma la maglia...» rise lui, abbracciandola frettolosamente.
«Che stronzo...tu così sembri un monaco eremita» rise lei, scompigliandogli i capelli per provocarlo. Risero entrambi, poi lei salutò e andò a fare un giro.
Un bambino le si avvicinò.
«Hai visto mia sorella?» le chiese, mentre lei cercava di raggiungere lo stand che vendeva i pop corn.
«No, mi spiace...» gli sorrise, chinandosi alla sua altezza. Gli occhi del bambino si riempirono di lacrime.
«Andiamo a cercarla. Come si chiama?» gli chiese, intenerita.
«Tory» sorrise il bambino, rassicurato. Morgaine non aveva la minima idea di come trovare quella ragazza, ma lo prese per mano e lo portò a comprare dello zucchero filato. Mentre mangiava, una ragazza corse verso di loro.
«Sei qui! Quante volte ti ho detto di non allontanarti?!» lo rimproverò.
«Grazie di averlo guardato» disse, riferendosi a Morgaine. Quella ragazza doveva avere la sua stessa età.
«È un bambino tranquillo, tu sei Tory, vero?» si informò, senza lasciare, inconsciamente, la mano del bambino.
«Con la Y. Tu?» chiese la ragazza, che aveva dei bellissimi capelli castano chiaro che le scendevano fino al sedere.
«Morgaine. Senti, sono nuova di qua, ti va di farmi da guida?» chiese, desiderosa di fare amicizia e non restare sola.
«Anche io sono nuova...beh almeno ci perderemo insieme» rise Tory.
Fecero un giro, presero i tanto amati pop corn di Morgaine e pagarono un giro sulla ruota panoramica. Quando arrivarono allo stand con le pistole, quello dove bisogna buttare giù le lattine, Morgaine pagò un giro con il massimo di colpi. Li mandò a segno quasi tutti e vinse un orsacchiotto gigante.
«Lo vuoi?» chiese al bambino. Lei ne aveva anche troppi.
«Si! Lo regalerò alla mamma» sorrise lui, prendendolo il braccio.
«Grazie» sorrise Tory, che sembrava grata.

Stava per iniziare la dimostrazione, perciò Morgaine prese la mano dei fratelli e li trascinò davanti al palco dove si sarebbero esibiti gli allievi di suo zio. Si annunciarono gridando il nome del Dojo, poi salirono sul palco a combattere in maniera molto teatrale.
«Aspetta, ma tu sei una di loro?» chiese Tory, notando il logo sulla maglia.
«Sono la nipote del sensei» spiegò Morgaine, prendendo in braccio il bambino per fargli vedere meglio.
«Mi piacerebbe un sacco fare karate» ammise la ragazza, guardando il palco, dove Aisha stava rompendo dee tavole bendata.
«Allora vieni! Sono lì quasi sempre» le offrì Morgaine, contenta.
«Non so se ho abbastanza soldi... già faccio due lavori...» ammise lei, abbassando la voce per non farsi sentire da suo fratello.
«Parlerò col Sensei... c'è gente che non paga le lezioni...» si offrì Morgaine, riferendosi a Miguel indirettamente. Tory le sorrise. Morgaine si sentì un'eroina.
Eli fece salire il suo amico smilzo sul palco per fargli reggere una tavola.
Morgaine notò Moon e sospirò, ripensando al loro discorso al centro commerciale. Scosse la testa e tornò a guardare la dimostrazione, non voleva avere pensieri tristi.

Prima di tornare a casa, si fermò a salutare Robby, facendosi lasciare da lui un bacio sulla guancia. Le mancava, ma ormai era andata così, non c'erano molti modi per risolvere, se non riportare indietro la zia.
Mentre camminava, deviò e arrivò al Canion. Scese sulla riva e si mise ad osservare l'acqua che scorreva. L'aria secca ma per nulla fredda la rilassava e il fruscio delle foglie rendeva l'atmosfera magica, come se il piccolo popolo sfrecciasse tra le foglie per andare ad osservarla, ma senza avvicinarsi. Guardò il cielo, si vedevano varie costellazioni. Immaginò di muoversi tra le stelle, come un asteroide. Immaginò di essere un'aliena arrivata sulla terra. Immaginò di essere totalmente un'altra persona. Si sentiva libera.

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