SFIDE

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Svegliò suo zio e si prepararono insieme per andare al dojo. Era parecchio caldo quella mattina, perciò indossò una canottiera rossa, la più sbracciata che aveva, e un paio di shorts di stoffa nera con i bordi bianchi. La sera prima era stata benissimo e si sentiva libera. Bevve il succo all'arancia, poi uscì a salutare Miguel e salirono tutti in macchina.
Il dojo era già pieno di gente.
«Ehy! Ma ti sei fatto i capelli rossi! Stai bene!» si complimentò con Eli, o Falco, ormai era abituata a chiamarlo col nome di battesimo.
«Beh, non mi sorprende detto da Madame Rouge» rise lui, avvolgendole un braccio attorno alle spalle.
«Che vuoi dire?» chiese lei, ridendo per la confusione.
«Non stai più di tre giorni senza qualcosa di rosso addosso» osservò lui. Non ci aveva mai fatto caso, ma in effetti aveva ragione. Perciò rise con lui.
«Guarda, che ne pensi?» le chiese, togliendosi la maglia, per mostrarle un tatuaggio a forma di mezzaluna con Moon scritto in mezzo. Doveva averlo fatto per la sua ragazza.
«Uhm...carino. Anche se io non tatuerei mai il nome di qualcuno che non sia mio figlio» alzò le spalle. Mentiva: odiava a morte quel tatuaggio. Era davvero una cosa stupida da fare: non sarebbe mai durata con Moon, era uno spirito fin troppo libero quella ragazza. Si sorprese a pensare che fosse uno spirito libero piuttosto che una falsa o una stronza. Segno che stava iniziando a superare la faccenda.
«Non ti piace eh?» osservò lui, rivestendosi.
«No, no. Il tatuaggio mi piace, ma...diciamo che ho avuto...dei dissapori con Moon...» raccontò, senza aspettarsi la comprensione da parte del ragazzo. Lui invece rise.
«Solo tu potevi litigare con lei» osservò divertito, reazione che Morgaine non si sarebbe mai aspettata.
«Cosa intendi?» chiese sempre più confusa dalle sue parole.
«Siete le uniche persone che piacciono praticamente a tutti...era inevitabile lo scontro» spiegò ancora Eli, facendo chiarezza sui pensieri della ragazza.
«Nah...lei è qualche passo avanti: piace ad Aisha, Sam e si è messa con te...» rise Morgaine, prendendo il problema in modo più comico.
«Ehy Morgaine, mi spiace per l'altra sera, hai ragione, non posso giudicare il modo in cui ti vesti, ero solo gelosa...siamo apposto?» le chiese Aisha, avvicinandosi a loro.
«Uhm...non c'è problema, tutto apposto. Usciamo qualche volta» sorrise Morgaine, felice dell'accaduto.
«La stai raggiungendo» le sussurrò all'orecchio Eli, riferendosi al loro discorso precedente e facendola ridere.

Quel giorno, nel dojo era arrivato qualche nuovo allievo, tra cui un uomo che doveva avere almeno trent'anni. Il Sensei gli disse che non poteva restare, ma, dopo che quello mostrò una grossa somma di denaro, decise di chiudere un occhio e farlo restare.
«Allora, chi vuole sfidare il campione?» esordì Johnny, guardando tutti gli allievi negli occhi, uno ad uno, nessuno escluso. Nessuna risposta.
«Dovete combattere» ribadì.
«Lo farò io» esordì una voce femminile. Morgaine guardò verso la porta. Era Tory.
Si batté con Miguel, sembrava non fosse esattamente nuovo il karate per lei, anche se Morgaine distingueva bene la tecnica di kick boxing. Alla fine Miguel la buttò a terra. Poi le porse la mano per aiutarla a rialzarsi.
«Miguel» si presentò.
Lei afferrò la mano e lo strattonò a terra.
«Tory, con la Y» ricambiò.
«Ok, Wonder Woman vai in fila» ordinò Johnny, mentre Kreese la guardava con orgoglio e interesse. Morgaine le rivolse un sorriso complice, non si aspettava che fosse così brava.

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Dopo ciò che si era detta con Eli, pensò che non sarebbe stato male far pace con Sam, anche perché così avrebbe potuto vedere Robby più spesso. Poi, forse, magari per Pie, si sarebbe riappacificata anche con Moon. Aveva preso questa cosa come una sfida.
Prese il cellulare e chiamò Sam, come se fosse tutto apposto e non ci fosse mai stata una rottura tra loro, ma non rispose nessuno per ben tre volte, così si rassegnò e tornò a casa a pranzare. Come faceva ormai ogni giorno, si scolò una lattina di birra. Le piaceva troppo quel sapore.
«Dovresti smettere» la rimproverò Johnny, sistemando i piatti sulla tavola.
«Smetti di comprarla...» rispose lei, buttando la lattina vuota nella spazzatura.
«Sfida accettata» sorrise l'uomo.
Carmen, la madre di Miguel, aveva lasciato loro del cibo, quindi bastò riscaldarlo e metterlo nei piatti.
«Zio? Facciamo un giro in spiaggia questo pomeriggio?...» propose, non volendo andarci da sola.
«Non posso, ho da fare delle robe burocratiche per il dojo... però posso accompagnarti» propose, sbadigliando mentre riempiva la forchetta. Annuì con la testa. Ci voleva un giro in spiaggia.

Indossò il suo costume preferito, il bikini a uncinetto in tessuto bordeaux, e un prendisole in pizzo bianco. Salirono in macchina, poi suo zio la fece scendere davanti all'entrata. Gli lasciò un bacio sulla guancia e corse sulla sabbia. Non c'era poi molta gente: c'erano dei pescatori, alcune famiglie e qualche coppia, gruppi di amici qua e là e ragazzi da soli, come lei. Se avesse trovato un luogo adatto, si sarebbe tolta il prendisole e avrebbe fatto un bagno, tanto non aveva il cellulare con sé.
Trovò un pescatore vicino agli scogli e gli chiese se, per favore, le avesse controllato le sue cose. Lui annuì, così lei ringraziò e andò più in là a nuotare. Si immerse completamente nell'acqua, come una sirena e, una volta sotto, aprì gli occhi. La pressione dell'acqua le ovattava le orecchie, regalandole una sensazione di pace inimmaginabile. Non percepiva minimamente il freddo del mare attorno a lei. Quando riemerse tutti i suoni le sembrarono allegri, come se fosse rinata.
Uscì e si avvolse nel telo, ringraziando il pescatore che intanto aveva preso quattro pesci belli grossi.
Decise di passeggiare ancora un po', poi arrivò alla spiaggia dei ricchi, quella con il Club davanti. Vide una persona che somigliava a suo cugino, perciò decise di seguirlo, osservando da lontano. Arrivò sotto ad una struttura in legno, spostò una trave e caddero cellulari e portafogli. Si avvicinò. Era decisamente suo cugino.
«Robby? Che fai?» chiese, stringendosi nel telo da spiaggia.
«Morgaine? Cazzo...nasconditi...non è sicuro che tu stia qui» la prese per un braccio e la trascinò sotto la struttura.
«Robby che cazzo...?»
«Guarda e capirai» la zittì, per poi posare il cellulare si una trave.
Poco dopo arrivarono i due ragazzi che aveva visto nell'appartamento al ritorno dal suo primo giorno di scuola.
«Vecchie cattive abitudini eh?» chiese Robby. Per poi posizionarsi in modo da combatterli entrambi. Un tizio spuntò dietro di lui con un remo e lo colpì alla nuca. Morgaine stava per gridare, ma si tappò la bocca. Contro uno di loro avrebbe avuto qualche possibilità, ma erano in tre e parecchio più grossi di lei.
«È un lavoro a tre, ricordi?» disse il ragazzo di colore, mentre Robby indietreggiava, senza alzarsi. Gli altri si avvicinarono per picchiarlo, ma, non si sa da dove, spuntò il signor Larusso che li fece scappare dopo qualche colpo.
«Andiamo» disse, prendendo Robby per un braccio.
Morgaine uscì dal suo nascondiglio.
«Aspettate!» gridò, per poi raggiungerli. I due si girarono.
«Ah! Sei tu!» disse il più grande, con voce gentile.
«Si...uhm...Sa dov'è Sam? Io...ho cercato di chiamarla, ma non risponde...» improvvisò, non sapendo assolutamente cosa dire.
«È al Club, puoi venire con noi, così puoi parlarle» sorrise ancora Larusso. Morgaine annuì e li seguì.
Sam era in un angolo, sporca di cioccolato, che cercava di pulirsi.
«Uhm...serve aiuto?» annunciò la sua presenza Morgaine.
«Insomma, che vuoi da me? Prima mi ignori, poi tutto d'un tratto mi cerchi...se non ti rispondo al telefono c'è un motivo, poi come mi hai trovato?» si lamentò Sam, frustrata dal cioccolato che non si staccava da suo vestito.
«Lascia che ti aiuti» si propose l'altra, prendendole di mano l'asciugamano bagnato.
«Ho incontrato Robby e tuo padre e nulla...» proseguì, pulendo una grossa chiazza di cioccolato.
«Ma che ti è successo?» chiese ancora, togliendole il cioccolato da una ciocca di capelli.
«La nuova amica di Aisha, Tory. Mi ha spinta sul tavolo del buffet...» spiegò Sam, pulendosi un braccio.
«Ah...e come mai lo avrebbe fatto?...» chiese Morgaine, a cui Tory non sembrava tanto male e conosceva bene i comportamenti di Sam.
«Le ho chiesto se avesse rubato lei il portafoglio di mia madre e si è arrabbiata» ammise, sbuffando.
«Senti, forse lei non è stata molto...carina. Ma forse, se tu avessi chiesto le cose in un altro modo... Sam io voglio sistemare le cose con te, riconosco che non mi sono comportata benissimo. Capisco se non vorrai perdonarmi...» si decise. Aveva quasi ansia per quel discorso. Non le era mai capitato di dover fare una cosa del genere. Sam la guardò, stupita.
«Io...a me sta bene...mi sento sola Morgaine...»
Morgaine annuì e le sorrise. Un altro passo. Stava raggiungendo Moon, c'era quasi. Però si sentiva in colpa, stava quasi sfruttando la situazione di Sam. Non sapendo come comportarsi la abbracciò.
«Facciamo una cosa. Prendi il mio vestito, io torno col telo» le sorrise.



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