Harmony
Per la prima volta dopo tanto dormo tranquilla, senza sveglie, né coinquiline con la musica alta di prima mattina.
Questa sì che si chiama pace.
Ma il mio sonno, ovviamente, doveva essere interrotto da qualcuno.
Sento qualcuno che mi lecca in viso.
Mi scosto, però continua.
Apro un occhio e prendo Sammy tra le braccia, lo accoccolo sul letto cercando di tenerlo buono e farmi dormire ancora, però nulla da fare.
Continua a leccarmi viso e mani.
«Sammy, lasciami dormire ancora, saranno le dieci ed io non mi alzo mai a quest'ora. Su dai, dormi anche tu»
Nessun verso di calmarlo.
Sbuffo e mi sveglio.
Apro gli occhi e la mia stanza è sommersa dal buio.
Mi allungo per vedere che ore sono sulla piccola sveglia sul comodino e segna le 11:30.
Ah.
Ecco perchè mi stava chiamando.
Scosto le coperte da un lato e vado in bagno a lavarmi il viso.
Il barboncino salta giù dal letto e mi segue, come sua abitudine.
Scendo per le scale arrivando in cucina.
Sull'isola un biglietto con scritto "Lavoriamo fino a stasera le 20, in forno c'è la lasagna, basta che accendi e se ti serve qualcosa, fai riferimento a Matthew".
Presumo che per le 12:30 accendo il forno.
Cammino tra le stanze della villa, come a ricordarmi la sua struttura.
Sembra passata un'eternità da quando sono a Milano, eppure sono otto semplici mesi.Dopo pranzo, mi cambio mettendo un pantalone di tuta, una t-shirt e le sneakers.
Esco sul retro mentre Sammy mi sta dietro.
Passeggio tra i vigneti e a tratti corro.
Mi sento così libero quando sono qui, nell'aperta campagna.
È così bello.
Non hai pensieri.
Nessuno che ti chiama, dato che lascio il cellulare in casa quando cammino.
Nessun altra persona che ti disturbi.
Siamo solo io e Sammy.
Noi due e basta.
Mi distendo sul prato, vicino ad una vecchia casa abbandonata da anni.
Osservo il cielo così limpido e azzurro sopra di me.
Non ci sono nuvole.
Non posso nemmeno fantasticare sulle loro forme, ma fa niente.
Allungo una mano verso di esso e punto il dito.
Sembra quasi di sfiorarlo, anche se sono a più di cinque metri di distanza.
Faccio pure finta di disegnarci sopra, come fosse un foglio fatto apposta per essere impregnato di inchiostro.Quando il colore del cielo comincia a tingersi delle sfumature del tramonto, mi alzo da terra, prendo il mio barboncino e ritorniamo in casa.
Il buio cala e il mantro sopra di noi color blu notte, lascia spazio alle stelle e alla luna ad illuminarlo.
I miei genitori tornano e ceniamo in silenzio.
Nulla di solitamente nuovo.
Vorrei raccontare a loro un pò qualcosa, ma mi astengo, dato che la cena la preferisvono passare nel più totale silenzio, poichè all'azienda ci sono rumori fissi e vogliono un pò di pace.
Certo li capisco, ma vorrei delle volte del dialogo, cosa che oramai da dieci anni a questa parte, è svanito.
Purtroppo non posso fare nulla.
Auguro loro la buonanotte e mi rintaso in camera.
Sblocco il cellulare notando una cinquantina di messaggi da parte del gruppo per Pasquetta, due da Stella, uno da Angelica e nove da Genevieve.
Parto da chi mi ha scritto poco, fino ad arrivare a mia cugina che mi dice di rispondere sul gruppo.
Risalgono tutti a questo pomeriggio.
Apro la chat di gruppo e man mano li leggo, notando cinque numeri che non tengo segnati in galleria.
Non faccio caso a chiedere chi siano e rispondo ai messaggi in cui sono interessata.
Passo la notte a maneggiare con l'oggetto tra le mie mani, leggendo una fanfiction in sette ore.
Poi lo spengo e invano, cerco di addormentarmi.
STAI LEGGENDO
Contre les portes de la nuit // sightanc
FanfictionTancredi è sempre sommerso da like, tag e qualunque cosa che faccia parte del mondo del web o di chi è diventato popolare grazie a quello. Ama i suoi fan e quando gli chiedono autogragi o foto, ma in tutto ciò c'è un lato negativo: non ha più la sua...