Capitolo 31

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Scoppio a ridere.

Erald mi guarda scioccato e incredulo: "Perché diamine ridi?"

"Perché potresti vincere il premio per l'affermazione più ovvia dell'anno! Ora vieni qui che cerco di capire come toglierti la freccia."

Lui si avvicina e si volta verso di me facendo una smorfia di dolore. Osservo la ferita con attenzione e la freccia penetrata in profondità.

Lo guardo seria negli occhi ombrati dalla sofferenza: "C'è una buona notizia e una cattiva."

Lui sospira: "Dimmi quella cattiva."

"La freccia è fatta in modo tale che si apra come un fiore una volta colpito il bersaglio. In questo modo quando la tiri fuori fa ancora più danni di quando è entrata. Appena la estraggo di fatto ti distruggo la spalla squarciandoti muscoli e tendini in profondità, causando una sanguinamento massiccio."

"Ottimo... e qual è allora la buona notizia?"

"Beh, sei un mutaforma quindi anche se la freccia è argentata e al momento ti impedisce di rimarginare la ferita, non appena la tolgo inizierai a guarire e in pochi minuti dovresti riprenderti."

"Ottimo! Allora tirala fuori tu, almeno puoi sfilarla dritta, così cerchiamo di limitare i danni."

Mi posiziono di fronte a lui: "Ok, al mio tre. Uno, due..." e la sfilo con una mossa decisa. Erald grugnisce ma non urla, stoicamente. Il rumore dello squarcio risulta quasi assordante alle mie orecchie. La ferita inizia subito a spruzzare sangue in modo copioso, allora prendo la sua mano sinistra e ce la piazzo sopra.

Lui mi guarda torvo: "Non l'hai tolta al tre."

Lo scruto divertita mentre avvicino lo zaino: "Non fare il bambino, è stato meglio così. Il sangue sta già diminuendo, inizi a guarire."

Prima di aprirlo, osservo la freccia e la annuso con attenzione.

Lui mi guarda di sbieco: "Mak, cosa fai?"

"Sto sentendo se è stata imbevuta in qualche sostanza tossica o velenosa. Non si sa mai. Mi sembra di no per fortuna, anche perché pure io sono stata colpita."

Soddisfatta e tranquillizzata, prendo alcune bende dal kit di pronto soccorso che ci siamo portati dietro e gli fascio la spalla. Poi ne sfilo altre due e mi occupo anche del mio braccio e del polpaccio.

Noto che Erald sta già riprendendo colore, per fortuna, e con voce stanca ma decisa, gli dico: "Dobbiamo andare. Ormai sanno che siamo qui e non ci resta che provare il tutto e per tutto. Qualche idea di piano d'azione?"

Lui corruccia le sopracciglia, serio e pensieroso: "La collina è piuttosto allo scoperto, pochi posti dove ripararsi. L'arciere si sarà spostato in modo tale da fare il tiro a bersaglio ed impedirci di raggiungere il portale. Io ora assumo la mia forma guerriera e cercherò di raggiungerlo velocemente per poi eliminarlo, in modo che tu possa avere campo libero. Tu avviati verso il portale e fai fuori qualsiasi altro stolto che avrà voglia di prendersela con te. Ti raggiungerò il prima possibile."

"Ok, può funzionare. Però non farti infilzare questa volta."

Detto questo, si toglie le scarpe e i calzini per poi metterli nello zaino ed inizia la trasformazione. Mossa saggia dato che a New York gli serviranno ancora e non vuole rischiare di ridurli a brandelli.

A quel punto usciamo dal nostro nascondiglio e ci affacciamo circospetti sulla discesa che porta verso il portale. Mi giro verso di lui e quasi bisbigliando: "Ma dov'è? Non lo vedo."

Lui indica un punto e poi biascica un po' le parole, ora che le zanne sono prominenti: "Lì alla base della collina, tra quei due piccoli alberi e rocce, c'è il portale. Da qui non si vede ma appena ti avvicini noterai che l'aria si increspa sulla superficie, come fosse fatta d'acqua."

La via d'uscita da questo incubo dista circa sessanta metri più in basso. Così vicino e eppure così lontano. Mi cresce l'ansia perché so che l'arciere è pronto e ci sta aspettando, ma soprattutto non sarà di certo venuto solo.

"Mak, ora provo ad alzarmi così capisco dove si nasconde. Poi inizio a correre come un dannato. Appena scatto, tu vai verso il portale."

Mi giro verso di lui: "Guarda che non ti lascio qui, non me ne vado senza di te."

Lui sorride in modo sghembo ma sincero: "Lo so, ma tanto non sarà venuto qui da solo. Aspettati di tutto."

A quel punto si alza di scatto e il sibilo parte. Lui si abbassa evitandola. Poi dopo aver controllato meglio ed essere sicuro di averlo individuato nella boscaglia, si lancia in avanti talmente veloce che non riesco a vederlo.

Io allora mi alzo con la spada spianata e mi avvio cauta verso il basso.
Le frecce continuano a sibilare ma sono tutte dirette verso Erald.
Mi guardo intorno tenendo d'occhio anche lui, in apprensione. Ecco, l'ha raggiunto, fa un salto poderoso sull'albero, con un ringhio prende l'arciere e lo butta a terra. Anzi, la butta a terra.
È un'elfa scura.
Ha i capelli lunghissimi e viola, la pelle bluastra, tendente al nero ed ha un'armatura che scintilla sotto il sole.
Una volta caduta a terra, lascia andare arco e frecce, dato che sulla corta distanza sono inutili, e tira fuori un lungo coltello ricurvo mettendosi subito in guardia.
I due cominciano a studiarsi girandosi intorno.
Poi attaccano nello stesso istante, ad alta velocità, con movimenti fluidi e ipnotici.

Intanto ho percorso circa una quindicina di metri, ma ad un tratto sento un tonfo dietro di me che fa tremare il terreno e quasi perdere l'equilibrio.
Mi giro di scatto pronta ad affrontare la nuova minaccia.

Oh merda...

The Bounty Hunter - Hunted (Vol. 4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora