PHOENIX ☯︎︎//MARVEL

Capitolo 48

«All'alba dell'universo, non c'era nulla. Poi, bom! Il Big Ben scaraventò sei cristalli elementari, chiamate le gemme dell'infinito» Wong aveva appena proiettato le sei gemme davanti a noi.
Sei cristalli, ognuno di un colore diverso: azzurro, rosso, arancione, viola, giallo e verde.
«Si, si» commentai facendo una scrollata di spalle «Sappiamo già delle gemme».
Wong mi fulminò con lo sguardo e continuò a parlare

E va bene!
Prenditi il tuo momento di gloria.

«La Gemma dello spazio, realtà, potere, anima, mente e..» guardò il dottore, quest'ultimo allargò le braccia a livello del ciondolo che portava al collo e lo aprí «Tempo».
Io e Tony eravamo seduti su un divanetto color Borgogna rimuginando sulle nozioni che ci erano appena state date.
Conoscevo fin troppo bene quella storia.
E questo nuovo nemico era intenzionato a prendere il potere dell'universo.
«Thanos ha già due gemme con sé: quella dello spazio e del potere, non ci metterà molto a capire che qui sulla Terra ci sono le altre» disse Loki preoccupato.
Inarcai un sopracciglio confusa sull'affermazione del Dio «Come le ha prese?» chiesi.
«E dov'è Thor?» continuò per me Tony.
«Non lo sappiamo, Thanos ha distrutto la nave con tutti gli abitanti di Asgard dentro, Heimdall è riuscito a trasportarci qui per avvisarvi dell'imminente battaglia» rispose Bruce.
Io guardai Loki, sapevo ci stesse nascondendo qualcosa «Che significa?» chiesi più confusa di prima.
«Lunga storia, Asgard è stata distrutta dal Ragnarok» disse Loki frettoloso.
Inarcai un sopracciglio «Il tesseract non dovrebbe essere stato distrutto insieme ad Asgard?» chiesi scettica.
«Beh..» tentennò il Dio «Prima di far scatenare il Ragnarok, ho preso il tesseract».
Mi misi le mani in faccia in segno di frustrazione «Sei assurdo!» esclamai prendendomela con il Dio «Tutto per poter tornare al punto di partenza, ed ora guarda cos'hai fatto!» la rabbia cominciò ad espandersi dentro di me.
Non era cambiato nulla.
Loki non aveva imparato dal passato.
Ed io stupida che pensavo potesse essersi affezionato alla Terra.
«Che volevi fare? Scatenare un altro esercito?» chiesi allibita.
Lui scosse la testa mortificato «Volevo proteggervi».
Lo guardai incredula non credendo alle sue parole.
«Dobbiamo trovare una soluzione» si intromise Bruce «Thanos sta per arrivare, l'attacco a New York era opera sua, e Loki ha preso il tesseract per evitare succedesse un'altra volta» spiegò il dottore.
Tony si alzò dal divanetto, iniziando a camminare avanti ed indietro «Tempi previsti?» chiese preoccupato.
Bruce allargò le braccia scuotendo la testa «Chi lo sa, ha già le gemme del potere e dello spazio, solo così è la creatura più potente dello spazio, se mettesse le mani su tutte e sei le gemme potrebbe distruggere la vita in una misura ad oggi inimmaginabile».
Mi alzai anch'io dal divanetto e mi affiancai al miliardario «Quindi cosa si fa?» dissi incrociando le braccia.
«Dov'è Visione?» chiese Bruce.
Io ed il miliardario ci guardammo nello stesso momento «Due settimane fa Visione ha spento il suo transponder, è offline» rispose Tony.
Sospirai.
Non avevamo idea di dove fossero lui e Wanda.
«Chi potrebbe riuscire a rintracciarlo?» chiese Strange.
Tony abbassò la testa, giocherellando con le dita delle mani «Forse Steve Rogers».
In quel momento tutti si girarono nella mia direzione.
«No» esclamai «Non se ne parla».
Tony si avvicinò a me e mi prese le mani, intrecciandole alle sue «Sei l'unica che può farlo. Lo sai bene».
Scossi la testa negando, lui in risposta strinse di più la presa fra le mie dita «Cosa credi sia quel tatuaggio? Quel simbolo vi collega».

No. No. No.
Continuai a scuotere la testa negando quella che era l'evidente verità.
Ero arrivata anch'io a quella conclusione, ma mi rifiutavo di crederci.
I sogni.
Le visioni quando sfioravo quel tatuaggio.
Tutto, mi ricollegava a lui.
Gli occhi mi si inumidirono per lo sgomento.
Mi scostai bruscamente dalla presa di Tony.

«Troveremo un altro modo» così dicendo, creai un portale al centro della stanza che mi avrebbe portata di nuovo al Complesso, mi ci tuffai dentro, lasciando tutti interdetti.