10 Giugno.
Erano giorni che non dormivo pensando al momento della partenza. Ogni volta che stavo per addormentarmi, rimuginavo sull'attimo in cui l'aereo sarebbe decollato, e il mio corpo ne ricordava la sensazione. Le gambe molli e tremolanti, il cuore in gola, la risata nervosa, la sensazione di vuoto allo stomaco.
Eppure sono qui, e l'aereo sta partendo. Accanto a me c'è una coppia gentile, per fortuna.
"Ho paura dell'aereo.."
"Non preoccuparti! Ti tengo la mano. È la prima volta che voli?" esclama la ragazza, con premura.
"No, ho volato spesso, ma ho paura del decollo"
Il viaggio comincia, lei mi tiene la mano sudata, mi appoggio alla sua spalla nonostante conosca la ragazza da pochi minuti perché la paura è troppa, eppure lei è divertita.Il viaggio è durato quattro ore, tra film, canzoni in cuffia, ed un bel riposino ristoratore con tanto di bava alla bocca.
Esco dall'aeroporto e scrivo a mio padre
"sono arrivata, dove sei?"
Mi manda la posizione, e dopo aver salutato i due ragazzi gentili mi dirigo verso la macchina di mio padre.
Lo vedo in lontananza che si avvicina, e sono felicissima di vederlo, evento più unico che raro.
Lo abbraccio e gli do due baci in guancia, lui come sempre ricambia rigido e un po' timidamente, si vergogna, ma io lo conosco e capisco che è fatto così. Entriamo in macchina e gli racconto com'è andato il viaggio.
"Hai fame?" dice lui
"Non molta, e tu?"
"No! Ho mangiato la carne dal Cordero prima"
Io sorrido, e rispondo che forse è meglio mangiare un boccone dato che si sta facendo tardi, e l'ora di cena si avvicina.
Decidiamo di andare a Los Abrigos, in una pizzeria dove un anno fa ho festeggiato il mio compleanno, ma dopo aver scoperto che non c'erano tavoli disponibili cambiano piano e ci dirigiamo verso un ristorante di pesce del posto.
Ci sediamo al tavolo ed ordiniamo un piatto di pesce fresco a testa, gamberetti conditi con maionese ed insalata, moscardini fritti e carciofi con prosciutto.
"Cazzo, è buonissimo!" esclamo, con la guancia ancora colma di carciofo.
"Allora? Come va?" mi chiede.
Eccola, la domanda definitiva. Potrei rispondere semplicemente "bene" e finirla lì ma decido di argomentare, dopotutto è tanto tempo che non ci raccontiamo come stanno andando le cose, ed io ho una carrellata di eventi arretrati della mia vita di cui parlare.
"Tutto bene"
Non è proprio vero, ma sto per vomitargli tutto, abbiate pazienza. L'introduzione dev'essere positiva, così posso decidere se raccontargli davvero come va, altrimenti se cambio idea ho tutto il tempo di raddrizzare il tiro, e fingere che vada tutto bene mentre sistemo la mia vita da sola, come faccio spesso.
E comincio.
Riesco a parlare un po' di me, e gli racconto annedoti di ciò che mi è accaduto in questi mesi dove ci siamo sentiti poco o niente data la distanza, e dato anche il nostro carattere simile e riservato. Gli parlo dell'Università, degli esami, di amicizie iniziate e finite precocemente, di lezioni di vita apprese durante l'anno, di come procede la vita a Roma da sola, dell'ultima esperienza lavorativa e degli ostacoli incontrati nel cammino. Mi ricordo di quanto è bello parlare con lui quando siamo felici e sereni, e durante il discorso, mi scappa una risata per l'entusiasmo che sento nello stare qui, a Tenerife, con lui, a mangiare pesce fresco insieme mentre parliamo. Era da tanto che non mangiavo cibo così buono e di qualità, senza doverlo pagare, e mi sento coccolata dopo mesi dove me la sono dovuta cavare da sola per la maggior parte delle faccende. Mangiare fuori era un lusso che non mi sono potuta permettere per tanto tempo per la mancanza di soldi.
Ma sapete, vivere da sola è l'unico modo che ho trovato per esprimermi al meglio. Non ho nessuno intorno che mi limita, mi controlla, mi comanda. Sono libera di vivere come preferisco, come sento giusto per me, e questo per me non ha prezzo..Dopo la cena torniamo a casa che, come ricordavo, è accogliente e splendida come sempre. Fuori un piccolo giardino ricco di piante, con davanti una statua che rappresenta Buddha, di cui gli abitanti di Tenerife vanno fieri a quanto pare, dato che ogni casa ne ha una all'interno. Entro, le mura bianche, il bagno vicino all'ingresso adibito per me, dato che mio padre ne ha uno in camera sua (fortunato), poi il corridoio e sulla sinistra la cucina in marmo nero, dopodiché il salotto e finalmente il pezzo forte...
Il balcone con vista mare.
Un luogo perfetto per rilassarsi, per pensare, per riflettere. Ricordo che spendevo molto tempo qui, l'anno scorso, e mi perdevo nel guardare il mare. Era un luogo d'ispirazione per scrivere i miei pensieri, talvolta per fumarmi una sigaretta e osservare il cielo. Una volta qui vidi addirittura l'alba, ed è uno scenario impresso nella mente come fosse una foto.
È bello essere a casa.
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Bozza di una vita
General FictionQuesto "libro" ha il solo scopo di essere terapeutico per me. È la mia vita, le mie giornate, che per quanto possano essere normali riescono ad essere a volte assurde, e romanzate. Tutto ciò che scrivo è successo davvero, pazzesco eh?