te la lascio qui,
quando avrai
bisogno di qualcuno.
:)macarena's pov.
Vi è mai capitato di perdere la percezione della realtà?
Magari vi guardate allo specchio e volete cambiare ogni aspetto del vostro corpo, capelli, occhi, bocca e tanto altro.
Ci provate tante volte, ma non vedete nessun cambiamento dopo l'ennesimo tentativo e sprofondate nel buio più totale, senza trovare più quella luce che un tempo illuminava tutto quanto all'interno della vostra vita.
Vi sentite un peso nel petto causato da cosa esattamente?
Non lo sapete nemmeno voi.
Cercate disperatamente le risposte tramite le persone, le piccole cose più insignificanti e vi domandate se ne vale veramente la pena continuare a lottare per riprendere una realtà che non è più la vostra da tanto tempo.
E a volte ci sentiamo proprio come dei bambini: cerchiamo la felicità anche nelle cose più banali, cercando di sentire quei sentimenti fin dentro alle ossa.
Le piccole cose assumono più importanza delle cose grandi, infatti se le si guarda con attenzione e si entra in rapporto con loro esse possono farci intuire i valori autentici della vita.
Il punto è che non si può far capire la realtà tramite i valori autentici della vita.
Essa non si può capire con il ragionamento, ma immedesimandosi come fanno i bambini o i poeti."Hey tu." disse una voce facendomi riportare alla realtà e mi guardai attorno non riuscendo a capire da dove provenisse.
Avevo appena finito un turno devastante a lavoro e la stanchezza che provavo era veramente troppo grande.
Come sempre d'altronde.
"Bionda, sì sto parlando con te." disse una donna ridendo leggermente sedendosi davanti al mio tavolo.
"Ci conosciamo?" dissi inarcando un sopracciglio confusa, era maledettamente bella e mi ispirava tanta sicurezza.
"No, non lo trovi divertente?" disse mostrandomi i suoi denti bianchissimi e perfetti, sussultai leggermente davanti a quel gesto così inaspettato.
La squadrai per bene e devo ammettere che era veramente molto affascinante, i suoi occhi erano neri come la pece e subito mi misero in soggezione.
"Senti, non ho tempo da perdere con queste stronzate quindi me ne vado." dissi scuotendo la testa ma non appena feci per alzarmi la sua mano afferrò il mio polso facendomi risedere con forza.
Una scarica di brividi mi colpii in pieno e serrai la mascella infuriandomi.
"Stai scappando un'altra volta." sussurrò facendomi un sorriso rassicurante e sospirai toccandomi il viso nervosamente.
"Non sto scappando e poi chi sei?" sbottai togliendomi dalla sua presa guardandola male, il suo atteggiamento mi irritava, mi sentivo vulnerabile sotto al suo sguardo così penetrante e sicuro di sé.
"Zulema Zahir, piacere di conoscerti." disse porgendomi la mano con un sorriso magnetico sulle labbra e gliela strinsi svogliata, volevo solamente tornare a casa e rilassarmi.
"Macarena Ferreiro." risposi semplicemente non vedendo l'ora di finire questa conversazione al più presto.
"Ho notato moltissime volte che vieni in questo locale sai? Sei sempre così persa, dev'essere meraviglioso il mondo che hai dentro non è così?" disse facendomi sgranare gli occhi dallo stupore e mi misi comoda, non era male dopotutto.
"Sei una stalker? Fammi capire." dissi scoppiando a ridere ma la donna davanti a me scosse la testa con un ghigno sul viso, facendo un sorrisetto divertito.
"No, vorrei solamente farti capire alcune cose dato che so benissimo che stai cercando tante risposte." disse facendo spallucce e mi morsicai il labbro lentamente, come aveva fatto a capire che qualcosa non andava?
"E se io non volessi parlare?" mormorai appoggiando i gomiti nel tavolo porgendomi ancora di più verso di lei.
"Oh sì che vuoi parlare, lo fai sempre ma nessuno riesce a capire che anche con le semplici frasi che dici, dietro si nasconde un grandissimo significato." disse chiamando al cameriere e ordinando qualcosa da bere, erano le sette di sera e come diavolo faceva a bere un super alcolico?
Questa donna era veramente assurda.
"Cosa vuoi, Zulema?" dissi perdendo la pazienza fin da subito, odiavo quando qualcuno osava entrare troppo dentro la mia anima e la mia mente.
"Lo sai che talvolta gli sconosciuti capiscono meglio delle altre persone che hai accanto? E bionda, le tue amiche non capiscono un cazzo di te, ma io sì." disse cercando di afferrarmi la mano ma mi allontanai di scatto, ero stupefatta.
"Che intendi dire?" le domandai terrorizzata, le sue parole mi avevano colpita e volevo cercare di capire dove volesse arrivare.
"Hai paura e sbagli ad averne." disse sorridendomi piano, facendo risaltare tantissimo il trucco che aveva negli occhi.
"Non ho paura." dissi alzandomi bruscamente ma ancora una volta mi afferrò il braccio, stringendomelo con forza puntandomi un dito contro.
"Molte volte ti dimentichi che sei umana cazzo, guardati allo specchio qualche volta e smettila di piangere." disse serrando la mascella guardandomi dritta negli occhi facendomi letteralmente tremare.
"Io mi guardo allo specchio." dissi facendo una smorfia infastidita davanti al suo tono di voce così scontroso.
"Ti vedo ogni qualvolta che piangi, vieni qui cercando di nascondere il volto rigato dalle tue lacrime dietro ad una tazza di caffè, con le tue felpe super larghe e i capelli raccolti che fanno risaltare ancora di più i tuoi occhi verdi." mormorò dolcemente e arrossii non appena mi disse tutte queste cose, aveva osservato ogni minimo dettaglio su di me, la cosa non mi dispiaceva affatto però anzi volevo conoscerla anche io.
"Perché mi stai dicendo queste cose?" le domandai con un filo di voce, volevo togliere tutto il male che avevo dentro, tutto ciò che mi stava logorando da tempo evitando di essere me stessa al 100%.
Volevo piangere.
"Perché so cosa significa sentirsi soli per tanto tempo, e tu lo sei tremendamente tanto che anche con lo sguardo cerchi aiuto. Ma nessuno riesce a darti ciò che vuoi, ma devi sapere che purtroppo la vita è così e se esiti solamente per un attimo la paura si percepisce e sei fottuta." disse afferrandomi nuovamente la mano e dolcemente mi accarezzò le nocche, come se avesse paura di rompermi.
Che donna misteriosa.
"La paura è umana Macarena, non combatterla con il coraggio. E talvolta non sai quale dei due ti guida ma la scelta è solamente la tua. La vita purtroppo è così, lo so che è una grandissima figlia di puttana ma fortunatamente ha anche delle cose belle e tu non devi lasciartele scappare. Tu sei una di quelle, ad esempio. Non te l'hanno mai detto che sembri un sogno proibito? Tutti ti vogliono ma nessuno riesce e tenerti per davvero perché una volta che scappi da te stessa, scappi anche dagli altri." mormorò stringendomi la mano ancora di più.
"Ho capito che il coraggio non è la mancanza di paura, ma la capacità di vincerla ma non ci riesco." dissi debolmente e a quel punto una lacrima mi rigò il viso, cadendo all'altezza del tavolo.
"Perché sei distrutta, come quei fiori sciupati in mezzo al campo ma nonostante questo non hanno perso la loro bellezza. E tu ce la fai sempre, anche quando non ce la fai più e non hai abbassato nemmeno lo sguardo: l'hai sempre tenuto in alto guardando il mondo dritto negli occhi. E questo fa di te una vera combattente, non vedi quanto sei forte? Riesco a percepirla tutta quanta la tua forza, lo sento tremendamente il desiderio che hai nel sentirti felice per una volta. Cerchi da tanto quella spensieratezza e ti dico una cosa, arriverà se la vuoi veramente." disse ringraziando il cameriere e lentamente bevve l'alcool all'interno del suo bicchiere.
Guardai il movimento che faceva la sua gola e mi incantai a guardarla come un'idiota, era a dir poco bellissima e sembrava un angelo spedito da Dio.
Voleva rassicurarmi.
"Vieni con me." disse porgendomi la mano e senza pensarci due volte l'afferrai al volo non vedendo l'ora di passare altro tempo insieme a lei, anche se non ci conoscevamo mi trasmetteva tanta sicurezza e tranquillità.
"Dove stiamo andando?" le domandai senza staccare la mano dalla sua, e in tutta sua risposta intrecciò le dita con le mie portandosi una sigaretta alle labbra.
"Fidati di me." mi rispose facendo uscire il fumo lentamente una volta accesa, annuii e rallentò con il passo portandomi in alcuni negozi indicandomi alcune vetrine, facendo alcune battute idiote.
"Il dolore ti colpisce in tutte le sue forme: una fitta leggera, un po' di amarezza, un dolore che va e viene, la normale sofferenza con cui conviviamo tutti i giorni. Poi c'è un tipo di sofferenza che non riesci ad ignorare, una sofferenza così grande che cancella tutti gli altri pensieri, che fa scomparire il resto del mondo. E a un certo punto non riusciamo a pensare ad altro che alla nostra grande sofferenza. Come affrontiamo il dolore dipende da noi.
Il dolore: ci anestetizziamo, lo accettiamo, lo elaboriamo, lo ignoriamo. E per alcuni di noi il miglior modo per affrontarlo è conviverci. Il dolore devi aspettare che se ne vada, sperare che scompaia da solo, sperare che la ferita che l'ha causato guarisca. Non ci sono soluzioni né risposte facili, bisogna fare un respiro profondo e aspettare che il dolore si nasconda da qualche parte. La maggior parte delle volte il dolore può essere sopportato, ma a volte ti afferra: quando meno te lo aspetti ti colpisce sotto la cintura e non ti lascia in pace. Il dolore, beh devi solo conviverci, perché la verità è che non puoi evitarlo e la vita te ne porta sempre dell'altro." disse Zulema ad un certo punto buttando la cicca a terra, quelle parole mi avevano colpito come se fossero delle lame affilate e mi avevano squarciato l'anima in mille pezzi, letteralmente.
Mi fermai in mezzo alla strada e la guardai attentamente, dritta negli occhi.
Era questione di sguardi intensi e attimi folgoranti, chimica devastante e battito di cuore come esplosioni nucleari.
"E se me ne porta dell'altro cosa faccio?" le domandai avvicinandomi ancora di più a lei, la sua mano tolse una ciocca ribelle dal mio viso e le sorrisi.
"Lo lasci dentro di te e lo utilizzi per crescere, per trovare quella forza che un tempo avevi perso nel vuoto. E magari penserai che tutto questo non ha mai avuto un senso ma alla fine, cosa è normale?Fossi in te me ne fregherei un pochino delle cose che ci fanno stare male, allontanale come hanno fatto alcune persone con te in passato. Nessuno merita di essere trattato così, sopratutto tu che di male non hai fatto niente." disse riprendendo a camminare ma l'afferrai per un braccio e la spinsi contro il muro, rossa in viso.
"Perché mi stai dicendo tutte queste cose? Cosa vuoi da me? Come cazzo fai a conoscermi così tanto e sopratutto a sapere cosa voglio?" sbottai urlandole contro stringendole con forza il colletto della sua felpa, lei era una sconosciuta per me.
Cosa diamine voleva?
"Calmati, bionda." disse scoppiando a ridere leggermente e mi arrabbiai il doppio staccandomi dal suo corpo.
"Lo faccio perché voglio aiutarti e anche se tu non te ne accorgi i tuoi occhi raccontano tantissime storie." sussurrò afferrandomi dolcemente per la vita e con cautela mi abbracciò, aveva capito che stavo per piangere e infatti piansi tra le sue braccia nel mentre che mi accarezzava i capelli.
"Puoi colpirmi quante volte vuoi se lo desideri, non opporrò resistenza. Posso essere la tua persona, il tuo complice folle e ho due spalle sulla quale puoi appoggiarti e sfogare tutte le tue lacrime.Macarena, voglio aiutarti perché devi sapere che ci sarà sempre una seconda possibilità per ognuno di noi. Devi riconoscere il tuo valore e tenertelo stretto perché nessun altro lo farà per te, riesci a capirlo? Sei sola qui, in questo mondo di merda dove tutto è stereotipato. Quasi tutte le persone sono uguali e non sanno riconoscere un bel niente, perché la società è malata e se vuoi, tu puoi fare la differenza perché hai le capacità. Sì mi hai sentita bene, tu puoi e devi." la sentii dire nel mentre che singhiozzavo nell'incavo del suo collo, aveva un profumo particolarmente buono e chiusi gli occhi abbandonandomi a lei totalmente.
Mi lasciò piangere e ogni tanto mi lasciava qualche bacio tra i capelli, in quel momento sembrava che ci conoscessimo da una vita e se potessi non avrei voluto lasciarla mai più.
Era diversa da tutti.
Le sue parole le avevo incise dentro di me, era venuta come se fosse un angelo e mi aveva sbattuto letteralmente la verità in faccia raccontandomi di me stessa.
Perché Zulema non si basava sull'apparenza, lei stava sempre ad osservare anche la cosa più insignificante e banale.
E riusciva a capire che anche dietro ad esse, c'era una storia dietro.
"Non avere mai paura di usare la tua voce in qualsiasi momento perché meriti di essere ascoltata come si deve, come le poesie o le storie che hanno un passato a dir poco incedibile. La sento la voglia che hai di urlare al mondo intero perché sei terribilmente arrabbiata e delusa da te stessa. Ma sai che la delusione non porta a niente? Anzi, ti fa sprofondare ancora più in basso, e sappi che ti afferrerò la mano non appena ne avrò l'occasione. Lascia andare quelle voci che ti dicono tutto il contrario, sono cazzate bionda. E hai un mondo dentro che, vorrei poterci entrare per davvero e farti capire quanto sei meravigliosa ai miei occhi." disse afferrandomi il viso tra le mani asciugandomi le lacrime piano.
"Nemmeno mi conosci e come fai a dirmi queste cose?" le domandai staccandomi dal suo corpo guardandola con attenzione, avevo custodito le sue parole dentro di me.
Come se fossero la cosa più preziosa del mondo, letteralmente.
"Perché mi andava di farlo e sopratutto ricordati che non ho paura. Non dovresti averla nemmeno tu, perché se siamo in questa vita c'è per forza un motivo valido.
Smettila di piangerti addosso e combatti per ciò che ami, okay?" disse lasciandomi un piccolo bacio sulla fronte e chiusi gli occhi a quel contatto.
Io non credevo nell'amore a prima vista ma non volevo più staccarmi da lei, perché per tutta la vita avevo desiderato che qualcuno mi capisse così tanto nel profondo, senza pregiudizi.
"Perché non sei arrivata prima?" sussurrai sfiorandole il labbro inferiore con l'indice e sul suo viso spuntò un sorriso divertito, ma non mi rispose.
"Hai visto che stavo male, mi hai osservata tra tutta quella gente e mi hai fatto aprire gli occhi non so quante volte con le tue parole. Perché ora? Se fossi arrivata prima probabilmente potevi togliermi tanto di quel dolore che non ne hai idea." sussurrai sperando che mi potesse rispondere, volevo capire.
"Prima ti ho detto di guardarti allo specchio, però fallo per davvero. Guardati e pensa se ne vale la pena, hai tante cicatrici dentro al cuore e promettimi che non te ne causerai altre, per fermare un'emorragia interna devi prima bloccarla con forza. Hai tutto il tempo per sopravvivere." disse facendomi l'occhiolino incominciando a camminare nella parte opposta della strada, lasciandomi sola.
"Zulema!" urlai richiamandola e la vidi voltarsi nella mia direzione, sorridendomi.
"Perché?" le domandai semplicemente riferendomi al nostro incontro, così strano ma bello dopotutto.
I suoi occhi brillavano in mezzo a tutta quella oscurità e mi accorsi che era maledettamente simile a me.
In molti aspetti.
Zulema fece spallucce e si accese un'altra sigaretta, regalandomi un'altro sorriso sincero e compassionevole.
E mi parlò, ad alta voce, per poi sparire."Meritavi di ricevere le tue risposte dato che hai già raggiunto il fondo, bionda."
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no fear
Fanfiction➵ ZURENA. ONE SHOT. Distratte sensazioni di una sera, ritrovo voci che non ho scordato, nel cuore un urlo che trasale, di rabbia odio e furia animale. Chissà se in me qualcosa è cambiato, cerco risposte, ma non ho domande. Cerco le funi che dovevano...