Capitolo 6.

1K 77 48
                                    

Harry si svegliò a casa di Louis (a casa loro, direbbe lui) che erano da poco passato le 7 del mattino. Si stiracchiò appena il tanto che bastò per realizzare dove fosse e chi avesse accanto. Lui e Louis erano schiena contro schiena entrambi rannicchiati su un fianco. Harry aprì gli occhi, respirò i loro odori mischiati, l'odore che aveva sentito per anni ogni mattina. Sorrise e si girò dall'altra parte. Abbracciò Louis nel modo meno delicato che avrebbe potuto escogitare. Lo sentì sobbalzare e poi rilassarsi una volta realizzato di chi fossero le braccia che lo abbracciavano, che era nel suo letto e che nessuno lo aveva appena aggredito.

"Sei pazzo? Mi è preso un colpo" bofonchiò Louis cercando di coprirsi il viso con il lenzuolo.

Le braccia di Harry ancora lo stringevano, lo stritolavano. Sentì anche i ricci appoggiarsi alla sua spalla prima di un: "Buongiorno Lou" che fece perdere al più grande almeno due battiti.

"Buongiorno Harry" disse.

"Buongiorno Lou".

"Lo hai già detto" rispose Louis sorridendo e cercando di mettersi di schiena. Harry si spostò appena e poi si appoggiò al petto del più grande.

"Lo so, ma voglio dirtelo per sempre. Ogni mattina".

Louis scosse la testa e gli accarezzo i capelli. Si guardò intorno mentre domandava: "Ma che ore sono? Dov'è la sveglia?"

"Boh" rispose il più piccolo allungandosi verso il comodino. Si mise seduto e prese il telefono: "Sono le 7 e 10. Credo la sveglia sia caduta stanotte" disse sorridendo con fare allusivo "È stata una nottata movimentata" aggiunse mentre notava quattro messaggi da leggere.

Tre erano di Liam ma ad attirare la sua attenzione, mentre Louis gli rotolava accanto e lo abbracciava, fu un messaggio ricevuto da un numero sconosciuto.

Louis appoggiò il mento sulla spalla del più piccolo mentre questi apriva il messaggio.

Incurvarono entrambi le sopracciglia nel leggere il testo.

 

 

"Ciao sono Nick. Sono sempre il tipo del treno. Sono a Doncaster ho bisogno di parlarti di una cosa importante. Richiamami".

 

 

"Chi cazzo è Nick?" domandò Louis staccandosi.

"Ehm" sorrise Harry guardandolo "... solo un tipo che ho incontrato in treno mentre venivo qui... tornavo da Holmes Chapel e.."

"È lì che sei stato?" domandò Louis prima di mettersi a ridere e scendere dal letto "Dio quanto sono idiota. Ti ho perdonato senza nemmeno chiederti dove cazzo sei stato per otto mesi. Sono un idiota che si è fatto fregare ancora da te".

Harry lo guardò a bocca aperta: "Ma che cazzo dici? Smettila. Non ricominciare".

"Certo. Figurati. Tanto sei tu quello che ha sofferto vero?"

"Dio Lou ma qual è il problema? Sono stato ad Holmes Chapel, sì. Mio padre viveva lì quando non stava con mia madre. E quindi? Ero nella sua vecchia casa. Semplicemente ancora non ne abbiamo parlato ma ne parleremo. E tu non mi hai perdonato. Mi perdonerai giorno dopo giorno, fidandoti di me. Ma non capisco cosa c'entra adesso".

Louis alzò le spalle guardandosi intorno. Scrutava il pavimento in cerca di qualcosa: "Non lo so Harry. Non lo so. Comunque vai pure da Nick..." disse.

"Ma perché mai dovrei? L'ho conosciuto in treno mentre tornavo da te, mentre tornavo qui. Non è assolutamente nessuno".

"Non si direbbe dato che ha il tuo numero. Posso sapere dove cazzo sono i miei boxer?" disse Louis con un tono di voce molto vicino ad una crisi di nervi.

L'attimo prima di dopoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora