Prologo

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Non sono una professionista, tutt'altro, sono la classica persona che non è mai riuscita a concludere alcunché, lascio sempre tutto a metà, ho una dannata paura di arrivare al dunque, alla fine: mi spaventa enormemente l'idea di arrivare al termine di qualsiasi cosa, come mi spaventa l'ignoto, il buio, l'abisso. Al contrario scavare dentro di me e dentro gli altri è una cosa che faccio, mi attrae, scoprire cose nell'inconscio che fanno soffrire è una mia priorità? Decisamente sì, dovrei smettere? Chiaramente, affermativo. Ecco, quindi perdonatemi se sarò altalenante, sono un po' come Togashi, l'autore del manga Hunter x Hunter, si distrae facilmente e spreca il suo potenziale, lui nonostante queste mancanze, che un autore di fumetti non dovrebbe avere, è riuscito a costruire un'opera titanica che è seduta ben salda su un trono, nonostante le lacune del mangaka, l'opera brilla. Non mi permetto di paragonarmi a lui per i suoi lati positivi, chiaramente, ma lo faccio per quelli negativi: soglia dell'attenzione millesimale, dipendenza da tutto quello che non è il dovere, la procrastinazione selvaggia, non riuscire a mantenere le promesse e le scadenze, etc.
Come al solito mi perdo nei discorsi, i miei neuroni non vogliono collaborare, sto iniziando questo percorso di scrittura ma sento dentro di me di non esserne in grado, se avrete consigli etc. scrivetemi pure nello spazio per i commenti.
Non so come iniziare, strano, chi l'avrebbe mai detto, che banalità che è l'essere umano, il prossimo capitolo probabilmente lo prenderò come se fosse una pagina di un diario segreto nascosto nell'armadio: sotto i maglioni invernali o nei mucchi di costumi estivi. Scriverò pensieri che mi baleneranno in quel momento, senza un vero senso logico, d'altra parte questo tratto è uno dei pochi sempre presente in me, dovrò pure mantenere quel poco di identità che mi appartiene.

LE MIE MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora