«Vaffanculo!» con una forza che non pensavo di avere, assestai a Changbin una spinta che lo fece staccare completamente da me. Prima mi insultava e poi pretendeva anche che lo aiutassi? No, 'fanculo l'accordo, 'fanculo lui, 'fanculo tutti. Avevo chiuso con lui, tanto non l'avrebbe mantenuta comunque la promessa.
Stavo quasi per uscire dalla porta principale dei bagni, quando, per l'ennesima volta, e stavo davvero iniziando a stufarmi, venni preso da dietro, questa volta per i fianchi, e ritrascinato a forza nella cabina.
Sentii un groppo in gola e gli occhi che iniziavano a bruciare, così, trovandomi nuovamente in quello spazio ristretto e non volendo farmi vedere da Changbin, mi girai dall'altro lato, incrociai le braccia sulla porta, e nascosi il viso nel loro mezzo.
Provai a trattenere il più possibile i singhiozzi, cercando di concentrare la mia attenzione sui numeri di telefono scritti sul legno.
«Oi...» per un attimo non riconobbi il tono del ragazzo, era la prima volta che lo sentivo così esitante «Ti sei offeso davvero?» chiese.
Rimasi in silenzio continuando a leggere le scritte. Non era la prima volta che succedeva, sapevo come andava a finire: prima mi insultavano e mi deridevano, poi fingevano di essere dispiaciuti per riavvicinarsi a me, ed in fine tornavano ad attaccare con più cattiveria di prima. Non era la prima volta, non sarebbe stata l'ultima.
«Oi...»
Mentre leggevo la lista degli ipotetici servizi orali che una certa Jane sembra disposta ad offrire, con tanto di listino prezzi, un fragile verso mi sfuggì di bocca.
«Stai piangendo?» chiese Changbin.
Lo sentii fare un passo avanti per quanto fosse possibile in quello spazio così piccolo, e fermarsi a pochissimi centimetri dalla mia schiena.Forse sarebbe stato meglio presentare Changbin a quella Jane, a giudicare dalla quantità e diversità dei servizi che offriva, avrebbe potuto essere un'ottima insegnante; forse a lei avrebbe risparmiato gli insulti e le continue umiliazioni.
D'improvviso mi sentii cingere i fianchi «Va via» la mia voce uscì come un debole mormorio, mentre scacciavo le sue mani da me, per poi tornare a coprirmi la testa.
Lui poggiò nuovamente le mani sui miei fianchi e con una premura che non gli si addiceva, le spostò fino ad arrivare a circondarmi la vita. Poggiò il mento sulla mia spalla, portando il viso vicino al mio collo. Il suo petto poggiato contro la mia schiena.
«Non volevo offenderti» sussurrò contro il mio orecchio.
«Be', l'hai fatto!» sbottai singhiozzando, ormai rassegnato al fatto che sapesse che stavo piangendo.
Come se fosse la prima volta che ti vede piangere.
«Non ti piace la parola con la "f"?» chiese iniziando a strofinare delicatamente il viso contro il retro del mio orecchio.
«P-perché dovrebbe?! A t-te piace così tanto, che me lo d-dici in continuazione?!» cercai di rispondere, anche se i miei pensieri erano troppo offuscati dalla rabbia e dalle lacrime per poter formulare un pensiero coerente.
Changbin continuò a stringermi contro la porta, senza smettere di accarezzarmi il collo col viso «Non volevo offenderti» aumentò un poco la stretta.
Stavo per rispondergli che non mi importava niente se non voleva farlo, perché in sostanza l'aveva fatto comunque, quando la porta del bagno si aprì, facendo entrare quelle che, dal rumore dei passi, sembravano essere due persone.
«Quel coglione di Jisung! Ah, se non gliela faccio pagare!» imprecò quella che riconobbi subito come la voce di Hyunjin.
Alzai immediatamente lo sguardo impaurito e Changbin, senza esitazione, mi voltò, mi afferrò per la vita e mi sollevò dal pavimento.Portò le mani sul mio fondoschiena per avere una presa salda su di me.
Inizialmente, avvinghiai le gambe attorno a lui per evitare di cadere ma subito cercai di scendere; piuttosto che stargli così vicino preferivo farmi sentire da Hyunjin.
Cercai di smuovermi ma Changbin me lo impedì, alzai gli occhi ancora bagnati ed arrossati per guardarlo. Era serio. Lentamente, portò un dito alla bocca, facendomi segno di restare in silenzio, poi, con lo stesso dito, indicò il pavimento.
Probabilmente avrà pensato che se Hyunjin avesse visto due paia di scarpe spuntare da sotto la porta della stessa cabina, si sarebbe fatto due domandine.
«È passato un anno ma è un idiota come sempre» si lamentò Hyunjin aprendo il rubinetto dell'acqua.
«Lascia, faccio io» si offrì una voce che non conoscevo.
Per un po' si sentì solo lo scrosciare dell'acqua. A quel punto, decisi di poggiare il viso sulla spalla di Changbin così che almeno non avesse modo di osservare i postumi del pianto da lui causato.
«Ho saputo di Changbin» disse poi Hyunjin, e sentii il ragazzo appena nominato irrigidirsi.
«Quello stronzetto si è dato da fare in mia assenza» potei immaginare l'espressione scocciata.
«Già, è diventato un po' una troietta» rispose l'altra voce.
«Vedrò di rimetterlo al suo posto» rise Hyunjin.Ma di cosa stavano parlando? Prima della partenza di Hyunjin per l'America, lui e Changbin erano ottimi amici, quasi quanto lo sono Changbin e Jisung o come me e Yuni.
Lo scorrere dell'acqua cessò «Peccato, sembrava simpatico prima» rispose il ragazzo misterioso, mentre sentimmo i passi allontanarsi verso l'uscita.
«Changbin è sempre stato e sarà per sempre solo un ingenuo» sentenziò Hyunjin «nulla di più» aggiunse prima che la porta si chiudesse definitivamente alle sue spalle.
🌈🌈🌈
Ehilà.
Auguri di buona Pasqua a chi crede e a chi non, perché è sempre un buon giorno per augurare felicità a tutti. Spero mangiate bene e che passiate una bella giornata.
Buon proseguimento.
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It's Just About Experience
Fanfiction«Vedi, tu puoi avere tutta l'esperienza che vuoi con le ragazze, ma non sai come comportarti perché pensi solamente al tuo piacere». «Magari io non l'ho mai messo in pratica, ma so quali parole usare per farle bagnare, dove e quanto a lungo devo toc...