序章 | Prologo

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!!!   Attenzione: Menzione/Presenza di temi NSFW in tutto il racconto   !!!

...
Tick
...
Tock
...


"助けて!" (Aiuto!)


Il ticchettio dell'orologio a pendolo risuonava cristallino nelle orecchie della bambina. Era l'unica altra cosa capace di sentire oltre al suo respiro affannato e al rumore dei suoi piedi che battevano contro il pavimento levigato. Le lampade di cartone sfarfallanti poste sul soffitto mettevano in risalto la sua piccola ed esile ombra sul muro destro del corridoio, il colore bianco sporco interrotto da piccoli pali di legno scuro. 

"逃げる."(Corri.)

Stava solo seguendo il suo naturale istinto di sopravvivenza, ma ormai, ogni passo che faceva era invano. Il suo kimono verde kiwi con motivi floreali era strappato e coperto per metà di sangue fresco non appartenente a lei. I suoi occhi non potevano dimenticare ciò che aveva visto;  strabuzzati, guizzavano in ogni direzione in un timore irrazionale che l'uomo potesse spuntare da ogni angolo, porta o muro nel corridoio, come nei suoi incubi. 

"逃げる"(Corri)

I suoi capelli scuri, raccolti in una treccia spettinata, ondeggiavano ad ogni suo passo. Aveva già corso tanto, i suoi piedi scalzi, sudici e doloranti non avrebbero resistito ancora a lungo. La lacrime le scorrevano sulle guance come le gocce di pioggia sul finestrino di un'automobile, il muco dal naso altrettanto. Il cuore le batteva talmente forte dall'affanno e dal terrore che le sembrava potesse uscirle dal petto da un momento all'altro. Sudava freddo da ogni poro. Aveva mal di testa dal pianto.

...
Tick
...
Tock
...

Era completamente esausta quando vide l'unica porta scorrevole aperta in fondo al corridoio. Tossendo, quando guardò la porta un senso di felicità la pervase: nella stanza c'era un armadio, si poteva nascondere. Mancava poco, solo qualche sforzo in più. All'improvviso, si accorse che il rumore dei suoi passi non era l'unico a riecheggiare nel corridoio: l'uomo era dietro di lei, completamente coperto di sangue altrui, un Tanto* affilato in mano, si muoveva con un'andatura minacciosa e torreggiante verso la ragazza. La aveva seguita.

"早く!" (Veloce!)

Mentre lui si avvicinava, lei si chiuse velocemente la porta scorrevole alle spalle. Sfortunatamente per lei, non aveva una serratura da bloccare né qualcosa per ostruirla, ed era troppo piccola e debole per spostare un mobile che bloccasse la porta. Si accorse di essersi ferita alle caviglie solo dopo essere inciampata sul tatami**, e si trascinò con la forza che le rimaneva verso l'angolo della stanza in cui era posto l'armadio, macchiando il tatami di sangue. Sfruttò le maniglie dei cassetti per sostenersi e aprire le ante di legno scuro, e digrignando i denti per il dolore, si arrampicò nell'armadio, chiudendolo appena si sedette. Dopo un paio di secondi che le parvero un'infinità, un rumore di legno sfondato che cadeva a terra la fece sussultare, e dei passi lenti e pesanti che giravano per la stanza. Aveva sfondato la porta. Si tappò immediatamente naso e bocca con le mani, tentando di nascondere i gemiti e il respiro ancora affannato. Nel lato opposto dell'armadio c'era un piccolo vaso con una Lycoris Radiata*** quasi appassita, ma lei non lo poté notare, poiché la luce che filtrava dallo spiraglino delle ante quasi non illuminava. Sentì degli scriccchiolii di legno, e strinse le braccia saldamente al petto, nel tentativo di rimanere immobile, temendo di essere la causa del rumore; ma capì presto che non lo era, ma erano i suoi passi  che si erano fermati davanti all'armadio. Riaprì un occhio per capire meglio, e vide dalla fessura delle ante che effettivamente l'uomo si era fermato lì davanti. Per il timore che potesse aprire l'armadio di scatto, serrò gli occhi. Dopo poco, li riaprì quando udì i passi scricchiolanti andare verso il corridoio e diventare sempre più lontani, per lasciare la stanza in un silenzio assordante interrotto dal suono soffocato dell'orologio a pendolo nel corridoio. Sbirciando dallo spiraglio, tirò un pesante e affannato respiro di sollievo: non c'era più nessuno. Aprì l'anta e posò i piedi per terra, con l'idea in mente di scappare dalla finestra. Sul suo volto si dipinse un'espressione di puro terrore quando sentì la mano di un uomo adulto che le coprì la bocca e un'altra afferrarle il braccio sinistro che stringeva già un altro oggetto. L'uomo la tirò su, e le mani che la tenevano diventarono una sola, intorno alla bocca e il braccio attorno al collo, lasciando quella armata libera. Dimenandosi e contorcendosi, cercò invano di liberarsi dalla stretta dell'uomo che la trascinò all'ingresso della stanza e poi nel corridoio, mentre le sue urla disperate erano soffocate dalla mano che ora le copriva quasi interamente la faccia. Tentò di liberarsi in ogni modo, ma realizzò che scalciare, mordere, graffiare o colpire, per quanto ci provasse era ormai inutile. Prima che le forze l'abbandonassero del tutto e svenire, un pezzo del suo kimono si incastrò sul vecchio pavimento in legno e si strappò, per poi sparire trascinata dall'uomo nella parte buia del corridoio della casa, dove la luce delle lampade sfarfallanti non arrivava.

Sulla scrivania accanto all'armadio c'era un piccolo vaso con una Lycoris Radiata***  appena fiorita, ma lei non lo poté notare.

...
Tick
...
Tock

Il ticchettio dell'orologio si interruppe bruscamente, e al posto della casa c'era un prato con un albero di ciliegio in fiore, dove una bambina da un kimono verde kiwi e capelli scuri giocava su una coperta, al riparo dal sole.

"Mmh, questo té è delizioso" La voce della bambina si era fatta più profonda disse."Grazie mille 兎 (usagi) -san, è matcha fatto da me poco fa. Ne vuole dell'altro?" La stessa bambina chiese in un'intonazione normale."No grazie, preferisco mangiare dei mochi**** alla ciliegia." Disse muovendo il pupazzo con l'intonazione profonda."Senz'altro!" La bambina prese un piattino vuoto accanto a sé e prese uno alla volta dei mochi immaginari che piazzò nel piatto davanti al coniglio. "Prego, non faccia complimenti".
"Potrei avere dell'altro matcha?" Disse con un'intonazione più acuta, muovendo un pupazzo a forma di volpe accanto al coniglio.
"Come si dice? Per-?"
"Favore!" 
"Certamente 狐 (kitsune)-chan, dell'altro té in arrivo!"  Disse, versando del té immaginario nella tazza della volpe con una teiera vuota, vecchia e malandata.
"Non avete parlato molto oggi, 犬 (inu) -kun, 猫 (neko) -kun. Va tutto bene?"
Mosse i pupazzi del cane e del gatto, intenti a mangiare mochi immaginario "No no, va tutto bene, è buonissimo!"
"Ne sono lieta."
"La ringrazio per questa splendida idea, Keiko-chan." Fece imitando un'intonazione da adulta.
La bambina si alzò e fece una profonda riverenza alla bambola dell'imperatrice, anch'essa vecchia e consumata, ma ben tenuta. "L'onore è mio vostra altezza"
Lasciandosi cadere all'indietro, si sdraiò supina allargando le braccia, e iniziò a ridere di gioia.

Il suono di un campanellino interruppe la risata della bambina, e fu buio totale. Non c'era più il prato o l'albero. Solo buio e una sagoma non definita, nella penombra.

La sagoma apparteneva a una donna, con lunghi capelli scuri che le cascavano sulle spalle. Apparve all'improvviso davanti a me. L'unica cosa che riuscii a distinguere della sagoma furono gli occhi spalancati, di un rosso intenso e la voce, stranamente familiare.

"Dimmi, Takeo. Sai cosa è accaduto a Keiko?"

La figura scattò in avanti all'improvviso, con un coltello da cucina affilato e dalla lama splendente in mano. I suoi denti umani emanavano una luce bianca quando parlava e mi guardò dall'alto in basso con la medesima espressione; ma anche così da vicino, non riuscii a capire chi fosse.

"E'   c o l p a    t u a ."

L'uomo si svegliò di soprassalto, sul letto del suo appartamento. Le lenzuola chiare e limpide erano bagnate di sudore, il silenzio interrotto dal suo respiro affannato. L'avvolgibile era quasi completamente srotolata, lasciando filtrare della luce dal balcone, vicino al pavimento. Erano le cinque del mattino, l'alba, il giorno prima della partenza. Quando si levò le coperte di dosso non era nudo, ma si capiva che più che un uomo era un ragazzo, un giovane adulto. Con le mani tra i capelli, cercava di riprendere fiato. Fu solo un sogno, ma le immagini risultavano impresse vivide e a fuoco nella sua mente, che tentava di disfarsene.

"Ma... che diavolo... è appena successo?"



Annotazioni

*Tanto: tradizionale pugnale giapponese simile a una piccola katana.
**Tatami: pavimento in paglia di riso delle tradizionali case giapponesi.
***Lycoris Radiata: Fiore rosso, Giglio del Ragno rosso, "il fiore degli anime", per i giapponesi è segno di brutti e dolorosi ricordi o presagio di morte.
****Mochi: Dolcetti di riso ripieni di crema di fagioli azuki, in questo caso si parla di sakura mochi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 02, 2022 ⏰

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彼岸花の呪 • Red Spider Lily's curseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora