สี่สิบเจ็ด (S̄ī̀ s̄ib cĕd)

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Il rumore della porta che si apriva fece spalancare gli occhi gonfi di pianto del ragazzo sdraiato nel letto che, con le palpebre pesanti mantenne lo sguardo vuoto rivolto verso la parete bianca dando volontariamente le spalle al suo interlocutore.

L'ausiliario lo stava pazientemente informando della sua condizione sostando sulla soglia.

Grazie alle medicine, somministrategli la sera precedente, al suo arrivo, era stato in grado di concedersi un sonno pesante senza incubi né sogni

Vuoto come il suo universo in quel momento.

"La persona che hai chiesto di avvisare sarà qui al più presto" esordì l'uomo affabilmente "Mi ha detto di dirti di non preoccuparti e di stare tranquillo. Per ora prenderai i medicinali che assumi di solito poi, dopo il primo colloquio con la dottoressa valuteremo se è il caso di cambiare la terapia. La tua terapeuta mi ha anche chiesto di riferirti che nonostante la tua maggiore età ha ritenuto opportuno informare la tua famiglia. Questa mattina tua sorella si è presentata qui e ti ha portato questa borsa. All'interno troverai tutto il necessario per il tuo soggiorno. Come da te richiesto non le abbiamo dato la possibilità di farti visita" continuò la voce maschile e profonda "La dottoressa Kim ti ha accordato le visite familiari quindi puoi comunicarci un eventuale cambio idea in qualsiasi momento. Ti lascio il vassoio della colazione, per favore cerca di mangiare qualcosa. Oggi ti è concesso di restare in camera, ma da domani dovrai rispettare gli orari prestabiliti. Se dovessi avere bisogno di qualsiasi cosa suona pure il campanello posto al lato del letto, passerò fra un'ora per vedere come stai." Detto ciò la presenza alle sue spalle, senza aspettarsi davvero una risposta, si richiuse la porta dietro di sé lasciandolo solo con sé stesso.

Davanti ai suoi occhi le immagini di un Kao terrorizzato si alternavano a quelle di Kanya spaesata ed infine il volto di Tar piangente che le scacciava entrambe per occupare tutti i suoi pensieri.

Mostro.

Alla fine l'aveva compreso che il vero mostro in quella favola senza lieto fine era stato sempre e solo lui.

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James si svegliò di colpo, il ricordo di April dopo tanto tempo era tornato a farsi vivo proprio quella notte. Stesa al suo fianco, abbracciata a lui Kanya, l'amore della sua vita. Dopo quelle ore, trascorse assieme, il ragazzo ne aveva ormai raggiunta la consapevolezza, lei, da quel momento in poi, sarebbe diventata il suo mondo. Distrattamente voltò lo sguardo verso l'orologio da parete: le nove e mezza. Si erano concessi diverse ore di sonno per darsi il tempo di recuperare le energie sia fisiche che mentali.

Il ragazzo, stando attento a non svegliare la compagna e concederle ancora qualche momento di riposo, si vestì velocemente per poi dirigersi nel minimarket più vicino alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti.

Mentre camminava per le strade affollate di una Bangkok completamente operativa ripercorreva con la memoria gli avvenimenti della giornata precedente.

Quando Kanya l'aveva raggiunto davanti alla clinica gli era corsa incontro senza parlare, piangendo e con il solo desiderio di trovare conforto fra le sue braccia. Sgomento ed incapace di sopportare tutto quel dolore James l'aveva stretta a sé cullandola e rassicurandola.

Fra le lacrime la giovane si era aperta a quel dolce ragazzo rendendolo finalmente parte integrante della sua esistenza.

Con coraggio e tristezza gli aveva raccontato tutto del suo passato, del perché per lei fosse così difficile guardare oltre il P' Lhong fragile ed indifeso che si era costruita nella mente senza accettare anche il suo lato oscuro.

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