La sua lealtà alla famiglia Medici era tutto ciò che aveva

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Scrivere questo capitolo e il successivo mi è costato molto...ma non crediate che siano i più tragici del libro...come ho detto domenica scorsa "era solo l'inizio"...non odiatemi!

"Mamma, guarda cosa mi ha insegnato Bea!" Rosa de' Medici volteggiò nell'erba alta e atterrò su un cespuglio. "Brava, tesoro!" Selene le rivolse un sorriso distratto e la invitò a tornare da Ginevra. Margherita, la sorella di latte di suo nipote Giovanni, stava supervisionando le gemelle che giocavano mentre i più grandi erano a lezione con gli insegnanti privati. Andrada e la sua migliore amica passeggiavano per il giardino, scosse. Non si erano rivolte una parola da quella mattina a colazione. "Mio marito è proprio stupido, stupido, stupido..." esclamò ad un certo punto Selene, a voce troppo alta. Si fermarono. "Calmati adesso, sorella." Le disse Andrada appoggiandole le mani sulle braccia. "Calmarmi? Hai sentito quello che ha detto?" Rispose stizzita l'altra. Andrada annuì: "sì, e ho anche visto che l'ha pagata cara." Affermò, pentendosi subito di quella leggera ironia dopo essere stata fulminata da due profondi occhi verdi. "Dai, vedrai che nessuno, neanche lui stesso, darà peso alle sue parole. Lorenzo è preoccupato come tutti noi, può capitare di dire qualche sciocchezza, stà tranquilla." Tentò allora Andrada. Selene non ebbe però il tempo di rispondere che delle grida feroci giunsero fin lì dallo studio di Cosimo. Le due sorelle si guardarono negli occhi e corsero fino alla porta della stanza, preoccupatissime. Avvicinandosi, riconobbero le voci dei loro mariti e quella, inaspettata, di Marco Bello. Quando però aprirono la porta, davanti ai loro occhi si parò una scena che entrambe, ma soprattutto Selene, non avrebbero mai dimenticato. Marco era al centro dell'ambiente e fissava con occhi ferini Cosimo, in piedi davanti a lui. Il dettaglio raccapricciante era, però, che il marito di Andrada teneva in mano una daga, puntata esattamente sul cuore della sua guardia personale. Marco portò una mano sulla daga e gridò: "fallo, fallo se lo pensi davvero. Uccidimi!" Lorenzo era accanto alla finestra e osservava la scena. Le due donne impiegarono un po' a capire cosa stesse realmente accadendo, tanto era assurdo. Quando lo compresero però, Selene si sentì mancare. Cosimo sembrava in preda a una forte indecisione e la sola idea che avrebbe potuto uccidere suo fratello la distrusse. Tentò di gettarsi in avanti ma Andrada la afferrò prontamente. "Stanne fuori, Selene." La freddezza nella voce di Marco le gelò il sangue nelle vene. "Ma cosa state facendo? Siete impazziti?" Selene era sul punto di scoppiare a piangere e cercò con lo sguardo suo marito, ma Lorenzo sembrava fuori di sè. Le ignorava. Marco gridò di nuovo. "Fallo!" Andrada guardò Cosimo, sconvolta. "Cosimo...Cosimo ti prego..." Selene era riuscita a liberarsi dalla presa di sua sorella e si schiacciò contro il muro, per sorreggersi, implorando il cognato. Fu quello che disse Lorenzo in quel momento a far precipitare la situazione. "Cosimo! Uccidilo, è stato lui! Lo sai...non c'è altra spiegazione!"  Il maggiore dei due Medici, incalzato dalle parole del fratello, spinse un po' più a fondo la spada sul petto di Marco, facendogli uscire qualche goccia di sangue. Andrada gridò sconvolta: "Cosimo, smettila...ma cosa stai facendo?" e Selene non riuscì più a trattenere le lacrime, accasciandosi a terra. La tensione si poteva tagliare con un coltello. Poi, improvvisamente, Cosimo ritirò via la spada. "Vattene." Fu l'unica parola che rivolse alla sua guardia personale. Marco non se lo fece ripetere due volte ed uscì, ben sapendo che quel "vattene" non voleva dire semplicemente "esci da questa stanza". Solo allora i due fratelli sembrarono rendersi conto della presenza delle mogli. Andrada, bianca in volto, li osservava stupefatta. Selene, ancora a terra, si teneva una mano sul petto per riuscire a respirare. "Ma che cosa...cosa diavolo vi è saltato in mente?" Riuscì a biascicare la nipote di Albizzi. Lorenzo, i capelli ancora leggermente bagnati, si rivolse a suo fratello e quasi lo spinse a terra. "Perchè l'hai lasciato andare Cosimo, perchè? Ha tentato di ucciderti, dannazione! E' un pericolo per la nostra famiglia, per i nostri figli!" Gridò. Cosimo non reagì, ma si avvicinò a sua moglie. "Credo di doverti delle spiegazioni." Le disse. Poi notò Selene e si accucciò per aiutarla ad alzarsi ma lei fissava suo marito con un'espressione indecifrabile e non degnò il Signore di uno sguardo. Fu solo in quel momento che Lorenzo realizzò cosa aveva appena fatto. "Selene...io..." lei si alzò in piedi a fatica poi, senza dire nulla, corse dietro a suo fratello.

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