Capitolo 50

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Eravamo in viaggio ormai da un paio d'ore.
Destinazione: Wakanda.
Clint aveva deciso di rimanere a casa con la sua famiglia, mentre il resto della squadra era in dirittura d'arrivo verso il posto in cui avrebbe avuto inizio la battaglia.
Non ero spaventata, ma lo ero per Tony.
Peter Parker, Tony e Strange risultavano dispersi, ed il mio sesto senso mi diceva che stavano progettando qualcosa di grosso, ma non troppo grosso per distruggere Thanos.
Speravo solo che Tony stesse bene e che tornasse a casa sano e salvo.
«Tornerà» Steve si sedette sul sedile del QuinJet affianco a me.
Percepii il suo stato d'animo malinconico ed addolorato  «Lui tornerà sempre da te» appoggiò la testa all'indietro esalando un leggero sospiro.
«Perché me lo dici?» chiesi stupita del fatto che fosse riuscito a capire i miei pensieri.
«Perché solo una persona è in grado di farti arrabbiare così tanto da farti uccidere in meno di due minuti un mini esercito alieno, ed al tempo stesso farti urlare di scendere da una dannata "ciambella volante"» ridacchiò nel ripetere come avevo chiamato la navicella spaziale.
Lo seguii anch'io.
«Attento al linguaggio, Cap» lo rimproverai.
Scosse la testa sempre con il sorriso sulle labbra «Non cambiare argomento» mi rimbeccò.
Lo guardai attentamente, per poi sospirare «Se potessi, lo prenderei a sberle» borbottai, riferendomi al miliardario.
Lui, con la testa sempre poggiata all'indietro, mi guardò con la coda dell'occhio, accennando un sorriso «Significa che gli vuoi bene».
Inarcai un sopracciglio «Non sono convinta che questa sia l'esatta dimostrazione del volersi bene» dissi sarcastica.
Lui voltò la testa verso di me «Nel vocabolario di Elizabeth Stark, si».
Rimasi interdetta dalle sue parole.
A volte mi stupiva quanto Steve mi conoscesse bene.
«E nel vocabolario di Steve Rogers questo» con le dita indicai entrambi «Cosa significa?» alzai lo sguardo per poter guardarlo negli occhi, ma lui tenne lo sguardo basso.
Prese un piccolo respiro per poi voltare la testa verso di me. I suoi occhi erano come calamite per il mio cuore.
«Il fatto che tu non mi abbia urlato contro, o perfino lanciato cose, non mi fa ben sperare».
Ridacchiai «È solo che ci sono questioni più importanti, ora».
Mi guardò scettico «Non è vero» ribatté «E non ti comporti così perché c'è un membro della tua famiglia che vuole sterminarci tutti, tu nascondi qualcosa» mormorò alzando leggermente il tono di voce, ma non così tanto da poter far sentire la nostra conversazione agli altri.
Mi morsi il labbro, cercando di trattenere ogni istinto che premesse di  rompere la barriera che si era creata tra di noi.
«Forse hai ragione» sussurrai «Forse non ho superato la nostra rottura come credevo, forse avrei voluto urlarti un milione di volte quanto mi mancassi, e quanto su quell'altare avessi voluto te e non Bucky» mi presi una piccola pausa, abbassando lo sguardo sulle dita delle mani e giocandoci leggermente «E non credere che non ti odi» rialzai lo sguardo incatenando i miei occhi nei suoi «Anzi, dal profondo del mio cuore, sento che da un momento all'altro potrei farti fuori» accennai un sorriso «Ma non posso permettermi distrazioni, né tantomeno un elemento mancante nel gruppo».
Alzò un sopracciglio «Sono una distrazione?».
Sorrisi «Un'enorme distrazione».
Poggiò la sua mano sulle mie, bloccando il tic frenetico che avevano preso «Steve..» cercai di rimproverarlo, ma in risposta, lui scosse la testa, stringendo ancora di più la presa «Ho smesso di avere paura. Quando ami una persona cerchi una soluzione, non butti via tutto quanto. Ci pensi bene, perché potrebbe non ricapitarti. Ed io l'ho fatto. Sono qui, sarò sempre qui, qualunque sia l'attesa».

***********

Una volta scesi dal QuinJet, ad attenderci c'erano il re del Wakanda, e le sue Dora Milaje fuori il palazzo reale.
«Dovremmo inchinarci?» sussurrò Bruce all'orecchio di Rhodey.
«Certo che si! È un reale!».
Non appena Bruce gli arrivò di fronte abbozzò un inchino.
T'Challa tentò di fermarlo, informandogli che non erano soliti fare inchini da quelle parti.
«Non ricordo un inchino quando ci siamo conosciuti» borbottai a Bruce, guardandolo con la coda dell'occhio.
Aprí la bocca formando una smorfia sorpresa, come se davanti a lui si fosse materializzata un'aliena «Senza offesa, ma ti sei presentata a noi con una bottiglia di bourbon in una mano ed un cartellone con scritto a caratteri cubitali "CHE IL DRAMA CI ACCOMPAGNI" nall'altra» disse ironico.
Lo guardai storto «Mi stai dando della superficiale?» dissi in tono stridulo.
Sulla sua bocca si formò una smorfia di sgomento «Ti sto dando dell'alcolizzata!».
Stetti per ribattere ma mi bloccò «E non mi dire che non sei melodrammatica! La prova vivente è la tua attuale situazione sentimentale».
«Single e felice?» dissi sarcastica, forzando un sorriso.
Mi scoccò un'occhiataccia «Instabile e deprimente».
«Stai per caso imitando Tony?» chiesi scettica notando che aveva indosso anche i suoi stessi vestiti.
«Ci sto riuscendo?» ed allargò anche le braccia.
«Dammi un po' di alcol, magari dopo un paio di bicchieri ne riparliamo».
Sbatté le mani sulle gambe «Tu hai dei seri problemi con l'alcol» mi fece notare lui.
«E tu» lo indicai «Con i dottorati. Ognuno ha le proprie ossessioni».
«Ragazzi..» Steve ci richiamò attirando la nostra attenzione con un colpo di tosse.
Quando ci voltammo, notammo che all'appello si erano aggiunti Shuri e la regina Madre.
Il re del Wakanda si avvicinò a me, con occhi sognanti «Sei splendida come l'ultima volta» prese la mia mano, e ne baciò il dorso.
Gli sorrisi.
Tutti ci guardarono confusi.
«Vi conoscete?» chiese Wanda che stava reggendo Visione sulle sue spalle aiutata da Sam.
«Non dirmelo.. Un altro ex?» chiese ironico quest'ultimo.
Lo fulminai con lo sguardo e lo stesso fece Steve «Vola basso uccellaccio dei miei stivali».
T'Challa ridacchiò «Nessun ex, l'ho conosciuta quando ero ancora troppo piccolo» si giustificò lui.
«Le stai facendo delle avance per caso?» chiese ironico Bruce.
Scosse la testa ridendo, ed alzando le mani al cielo «Prima o poi qualcuno dovrà pur sposarla».
«Mettiti in fila allora» scherzò Sam, indicando con lo sguardo Steve.
«Secondo voi di che portata sarà l'attacco?» chiese T'Challa, cambiando argomento.
Poi si voltò e ci fece entrare a palazzo.
Bruce cercò di raggiungerlo «Credo dovreste aspettarvi un grosso attacco».
«Come siamo messi?» si intromise Natasha.
«Ci saranno le guardie reali, la tribù del confine, le Dora Milaje e...»
«Un uomo centenario semi stabile»
Alzai lo sguardo lentamente, riconoscendo quella voce.
E lì vidi Bucky.
Ci guardammo per una frazione di secondo.
«E l'ex numero tre è tornato in campo» commentò Bruce a bassa voce.
Alzai gli occhi al cielo «Stai diventando irritante, quasi quanto Tony».
Ritornai a guardare Bucky.
Lui mi accennò un sorriso «Mettiamo da parte le ostilità?».
I miei occhi non lasciavano trapelare alcuna emozione «Mi hai mentito».
«Lo hai fatto anche tu» ribatté.
«Hai ucciso Howard».
«Tu mi hai tradito in un confessionale».
«Tecnicamente potrei accenderti come un fiammifero» lo minacciai.
«Ed io potrei ripeterti cos'hai detto a Steve, mentre stavi per sposare me».
«Hai per caso memorizzato quel discorso?» lo guardai sbigottita.
«Oh piccola» si intromise Loki «Nessuno può non averlo fatto».
Lo fulminai con lo sguardo «Non chiamarmi piccola» feci una smorfia disgustata «Perché non sono la tua piccola» poi tornai a guardare Bucky.
«Tregua?» mi chiese speranzoso.
Sospirai «Beh, entrambi abbiamo ingannato l'altro.. Quindi direi di sì, tregua» lui si avvicinò a me, prendendomi alla sprovvista ed abbracciandomi.
Sentii Steve grugnire e Bucky pochi secondi dopo sciogliere l'abbraccio.
«Shuri accompagnaci nel tuo laboratorio, dobbiamo smantellare Visione» dissi io.
Tutti mi guardarono accigliati.
«Che c'è?».
«Come sai del laboratorio di Shuri?» chiese confuso Steve.
Feci una smorfia scocciata «Non è palese?» ma il biondo continuò a non capire «È donna» dissi come se fosse la cosa più ovvia da dire.
Shuri mi fece un sorrisetto, per poi dirigerci verso il suo laboratorio.
Posizionammo Visione su un lettino e lei iniziò ad analizzarlo.
«La struttura è polimorfica» disse meravigliata.
«Esatto! Abbiamo dovuto collegare ogni neurone e non sequenzialmente» spiegò Bruce.
Shuri lo guardò come se davanti a lui ci fosse un'idiota «Perché non avete solo programmato le sinapsi per lavorare collettivamente?».

PHOENIX ☯︎︎//MARVELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora