XXXIV

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"Scusatemi."mi alzo e Mr. Morris mi domanda dove io debba andare così arrabbiata.
Tom avanza a passo svelto verso il ristorante ed io gli corro incontro. Non capisco cosa debba farci qua, a quest'ora.
"Cosa stai facendo?"domando, appena lui mi nota e con i pugni stretti si avvicina sempre di più.
"Katherine mi ha avvertito. C'è un ragazzo che ci sta provando e per lo più ti fanno domande scomode."lo indica, contraendo la mandibola e superandomi. Ma riesco a prenderlo per un braccio.
"Non ti fidi di me, ovvio."rispondo.
"Del bastardo mi sto fidando."alza le mani in segno di arresa e si guarda intorno.
"Ma non c'entra niente. Sto facendo una cena di lavoro, non c'è bisogno di fare scalpore anche qua."sbuffo.
"Anche qua?!"ripete "C'è un altro bastardo che vuole rubarmi la ragazza. Guarda come sei bella stasera, cazzo.".
Arrossisco, poi mi riprendo e borbotto: "Non faceva niente di male ed io non lo consideravo. Puoi fidarti di me?".
"Fidati di lei."sorride Noah dietro di me.
Tom paonazza dalla rabbia, prima di urlare: "Cosa vuoi tu? Ti ho per caso interpellato?".
"Adesso hai il tuo successo sui giornalini. Immaginavo che succedesse."sorride ancora.
"Noah smettila."lo riprendo.
"E tu sei ancora più un bastardo. Immaginavo che succedesse."risponde Tom, abbozzando un sorriso beffardo.
Cerco di trattenere una risata, prima che Noah stringa i pugni e si avvicini a me. Ma Tom mi prende per un braccio e si stringe al mio bacino. Così mi volto a guardarlo e lui mi fa l'occhiolino.
Riusciamo a capirci e non ci pensiamo due volte: saliamo in macchina e dallo specchietto noto Noah fermo sulla strada, mentre sul suo volto nasce solo quel senso di rabbia.
Tom alza la mano fuori dal finestrino per salutarlo ed io non smetto di ridere.
"Credo che con soggetti del genere, non bisogna molto stare a discutere."mi informa ed io non posso che dargli ragione.
Così passiamo da McDonald per prenderci qualcosa da poter mangiare e ci dirigiamo verso casa di Tom.
"Sei pazza, ma mi piaci."ammette ridendo.
Poi, davanti a noi, mentre siamo fermi al semaforo, notiamo una famiglia di turisti attraversare la strada.
Un piccolo bambino stringe le mani dei due genitori che gli fanno fare "vola vola la farfalla" mentre lui li guarda con occhi sognanti e con sorriso sul volto.
"Ti piacciono?"mi domanda Tom e appena mi volto, noto che mi sta fissando con un sorriso dolce.
"Sono una bella famiglia."ammetto. E Alex appare di nuovo tra i miei pensieri.
"Sono convinto che saresti una bravissima mamma."dice ancora.
"Tom, io non so se è normale"inizio euforica e mi volto verso di lui "ma io desidero una famiglia. Alex ha creato un po' di questi pensieri nella mia testa.".
"È normalissimo."mi interrompe serio, fisso sulla strada.
"Tu vorresti avere un figlio?"domando.
Lui accenna un sorriso e annuisce: "Certo che vorrei averlo, lo desidererei davvero tantissimo. Ma con il lavoro sarei poco a casa.".
"Tanti attori hanno dei figli."lo riprendo e lui sospira, rimanendo però in silenzio.
"Okay, magari sono giovane."mi arrendo e su questo argomento non mettiamo più bocca.

"Devo ancora conquistarti?"chiede, con un mezzo sorriso, mentre mangiamo il nostro panino in un parcheggio totalmente abbandonato. È interessante come due come noi amino il semplice e come la nostra relazione sia così particolare ed emozionante.
"Ovvio, che domande."lo riprendo. Credo che alla fine mi attiri questa parte di Tom che cerca di riprendere il mio cuore, anche se è sempre stato solo suo e continuerà ad esserlo.
Ma appena davanti alla sua abitazione un gruppo di paparazzi ci aspetta impaziente.
"Che..."borbotta Tom, spaventato. Non riesco a crederci.
"Ecco Tom Felton!"esclama a gran voce un uomo, affiancando la macchina. Un rumore di flash e la luce abbagliante ci acceca al nostro arrivo.
"C'è anche Sara! Fermateli!"urla un altro, facendosi spazio.
"Cosa facciamo?"chiedo preoccupata a Tom che stringe il volante. Poi alza una mano e mi fa segno di aspettare.
"Stai scherzando?"chiedo mentre lo vedo pigiare il pulsante per abbassare il finestrino. Da ogni parte che io mi giri ci sono persone che sembrano voler entrare in questa macchina, oltre che nella vita di Thomas.
"Potreste gentilmente uscire da qua? È la mia abitazione e sarò lieto un giorno di potervi raccontare. Ma la privacy prima di tutto."cerca di spiegare l'attore. È inutile. Loro non se ne vanno.
"Com'è stato riprendere una relazione così con una semplice ragazza? Sara, quanti anni hai? Dove lavori?"insistono, spingendosi tra loro "Come ha reagito agli insulti di alcune persone che credono che tu voglia stare con Tom per la sua fama?".
Improvvisamente, sento un dolore nascermi nello stomaco. Una sofferenza, un piccolo nodo.
La parola "insulti" mi fa deglutire, non li avevo ancora letti e non credevo che qualcuno avesse messo in dubbio questo fatto.
"Ripeto, potreste gentilmente andarvene e farmi entrare in casa con la mia ragazza?"chiede ancora Tom. Non so dove trovi tutta questa pazienza, ma lo ammiro veramente tanto.
"Credete di mettere su famiglia un giorno?"sorge tra le domande e un altro nodo stringe il mio stomaco.
Ma per fortuna, quattro uomini vestiti di nero si fanno spazio tra i paparazzi e ci costringono a scendere di macchina.
"Amore, tu scendi dalla tua parte. C'è Christopher che ti aspetta."indica l'uomo di fianco a me, che cerca di allontanare tutte quelle persone.
"Ci vediamo nell'altra macchina."mi sussurra ancora e in mezzo a quella sua disperazione, noto un dolce sorriso sulle sue labbra.
Appena scendo dall'auto, sento sulla pelle tutte quelle domande che insistentemente vogliono sapere notizie per poi poter far scalpore sulle riviste.
Christopher cerca di allontanarli il più possibile, senza abbandonare quel sorriso confortante. Credo che il mio volto spaventato possa parlare più di mille parole.
Non sono abituata a tutto questo, a trovarmi in mezzo ad un gruppo di paparazzi insistenti che nonostante tutto vogliono sapere.
La parola "insulti" è nella bocca di ognuno, facendomi ogni volta sempre più male. Oggi non ho avuto tempo di poter vedere quello che dicevano sul mio conto, o semplicemente non sono abituata a farlo.
È di questo che mi parlava Philippe e non posso che guardare i suoi occhi che approvano appena entriamo nella sua macchina.
"Come fanno a sapere dove abito? C'è Willow là dentro."borbotta arrabbiato Tom, sul punto di piangere.
"Christopher lo andrà a prendere. Dovrai andare in un posto più sicuro, la tua casa non lo è più."dichiara con una voce quasi impassibile a quello che è appena successo.
Tom non abbandona la mia mano, continua a stringerla e nello stesso momento ad accarezzarmi la gamba con dolcezza.
"Potresti venire da me."riferisco "Non credo ci possano essere problemi. Alla fine Anna ne sarebbe solo felice.".
"Non se ne parla."dichiara Philippe "Verrai da mio padre.".
Appena in cucina con Steve, il vecchio si siede disperato sulla sedia.
"Non sono mai stati così insistenti."mi informa.
"No, perché Tom è sempre riuscito a seguire le regole."lo riprende il suo manager continuando su e giù per la stessa direzione da quando siamo arrivati.
"Su figliolo, ti sembra il momento?"alza la voce il padre. Tom tiene lo sguardo fisso a terra, pare vagare tra i suoi pensieri.
"Sta facendo di testa sua e poi si ritrova così. Ti avevo detto di cercare di non uscire di casa stasera viste le notizie."borbotta Philippe, ignorando il commento di Steve.
Ma ancora nessuna reazione dal suo interlocutore.
"Di quali insulti stavano parlando?"chiedo.
"Insulti?"domanda Steve confuso.
"Non ce n'è bisogno."si alza in piedi Tom e finalmente ha pronunciato qualche parola.
"Sara deve essere messa al corrente."si arrabbia Philippe, tirando un colpo sul tavolo.
"Le faremo solo del male."prosegue il mio ragazzo, alzando la voce.
"Adesso basta!"esclamo arrabbiata "O mi dite cosa sta succedendo o me lo farò dire da loro stessi.".
"Questi insulti."mi fa notare il display Philippe.
Parole sgradevoli capitano sotto i miei occhi: "troia", "puttana", "una buona a nulla con il bisogno di usufruire dei soldi di Tom", "ma è veramente orrenda", "Tom non se la merita", "tanto poi si lasciano", "si vuole fare fama con il nostro Tom", "vai a lavorare che ne hai bisogno a quanto pare" e molti altri che preferisco non citare.
Un brivido percorre la mia schiena e uno schifo fa stringere di più quel nodo. Tom cerca immediatamente la mia mano ed io gliela stringo così forte che noto poi nei suoi occhi il dolore che gli sto tramandando.
"Smettila!"strilla a Philippe che me ne sta leggendo altri. E appena incrocio lo sguardo del manager, lui mi osserva preoccupato.
"Sono persone invidiose."mi dichiara Steve. Ma non ce la faccio, così corro verso la grande libreria e mi rinchiudo lì dentro.
Dovrò solo abituarmi, ma sono parole forti per una ragazza così sensibile come me.
"Cara."mi chiama Steve, trovandomi rannicchiata dietro un grande scaffale pieno di libri.
Si siede accanto a me e mostra un sorriso dolce, appena incrocia il mio sguardo.
"Sei una ragazza veramente splendida e Tom è fortunato ad averti."mi sussurra.
"Per...Perché sono... Perché ci sono persone così cattive?"singhiozzo.
"Sono persone veramente invidiose che hanno bisogno di trovare un modo per sentirsi meglio. Vorrebbero essere loro a scopare Tom Felton."mi dichiara.
"Steve!"lo riprendo ridendo e lui si tappa la bocca divertito.
"Vorrebbero esserci loro con Tom. Tom è innamorato delle sue fan, ma quelle che lo amano con il cuore. Quelle che accettano la sua felicità.
Invece quelle che lo insultano non sono affatto fan e alla fine sono coloro che lo reputano solamente un Draco Malfoy.".
Steve ha ragione, certamente. Ma quelle parole feriscono e sono difficili da dover digerire.
Sono sempre stata spettatrice di quello che era il mondo della "fama". Vedevo magari il fidanzato o la fidanzata del personaggio famoso essere presi di mira, considerati troppo inferiore rispetto al partner. Così mi domandavano spesso come quelle persone dovessero stare a vedere tutte quelle offese inutili.
Alla fine quella persona ama un'altra semplice persona che fa un lavoro che desidera e che la porta ad interagire con il mondo.
Adesso percepisco quel dolore, quella delusione e quel peso nello stomaco che credevo di non dover mai provare .
"E poi, se non sbaglio tu eri grande fan di Tom."mi ricorda, sorridendo.
"Lo sono tutt'ora e avrei desiderato la sua felicità, qualunque ragazza avrebbe avuto."dichiaro. E in quel momento alzo gli occhi e lo noto davanti a me, con un sorriso dolce sul volto. I suoi occhi luccicano: so che la sofferenza che sto provando desidererebbe che la dividessi con lui così da avere un peso in meno.
"Alzami figliolo."chiede Steve e Tom gli da una mano per aiutarlo.
Ma appena se ne va, si volta e borbotta: "Io sarò lieto di accogliervi nella mia vecchia casa.".

Tengo tantissimo a questo capitolo. Credo che purtroppo sia davvero ripugnante leggere dei commenti negativi sotto i post di fidanzate o fidanzati di personaggi famosi.
Per questo, ho voluto provare ad immedesimarmi completamente in una situazione del genere.
Spero che potrete riuscirci anche voi❤️

Non so se sei solo un sogno || Tom FeltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora