Capitolo 22 - Il sorriso del mare

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Ricordate che si sarebbe dovuto aggirare intorno alle 3000 parole? Sono 4270... Scusate e reggetevi perché i dialoghi sono stati uno spasso da scrivere XD.

Quando bussarono alla mia porta ero già pronto. 

Come al solito Pervinca mi diede il buongiorno, dicendomi che Ra mi attendeva alla spiaggia. La ringraziai e feci per superarla, quando lei mi bloccò. 

«Aspettate, faraone!» Incuriosito, mi voltai. 

«Che succede?» 

Osservai le sue guance tingersi di rosso. 

«Ehm, ecco» fece, stringendosi nelle spalle. 

Era diventata piuttosto nervosa ultimamente, pensai. La cosa strana era che accadeva solo quando parlava con me. 

«Io... pensavo...» Prese a rigirarsi le mani, come se cercasse di trovare le parole nel groviglio delle sue dita. 

«Sì?» La incoraggiai a continuare. 

«Volevo darvi questo» espirò tutto d'un fiato, mettendomi davanti al viso qualcosa di luccicante. 

Rimasi totalmente spiazzato. Tra le sue mani a coppa stava un piccolo sole ambrato con una cordicella legata più volte intorno a un raggio. Per un secondo dimenticai come respirare. Poi allungai una mano per prenderlo e mi fu subito chiaro che non era ciò che avevo pensato. Il vero gioiello apparteneva a Ra. Quello che avevo in mano era solo una bella copia. Un ricordo di quello che avevo posseduto. 

«Ho notato che spesso vi toccate il petto, come se cercaste qualcosa» si spiegò, mentre io lo stringevo tra le mani. «Quindi ho pensato che, magari, avere qualcosa che somiglia a quello che avevate potesse farvi sentire meglio.» Mi sorrise e si affrettò ad aggiungere: «O almeno spero. Non vorrei aver fatto una scem-» 

«È un bellissimo pensiero. Ti ringrazio» risposi, sincero. 

Sentii il suo sguardo addosso, mentre mi misi il gioiello al collo. Lo strinsi in una mano e fu come se il buco che avevo sentito per un po' si riempisse almeno per metà. Era qualcosa ed era di sicuro meglio di niente. Le feci un largo sorriso e lei divenne ancora più rossa. 

«Ne sono davvero felice: spero possa esservi utile» espirò, facendo un inchino. 

Poi si voltò e camminò a tutta velocità verso le scale, scomparendo. Rimasto solo, ridacchiai. Pervinca aveva un modo tutto suo di fare le cose ed era davvero buffa quando si ingarbugliava con le parole. Ad ogni modo seguii l'esempio della ragazza e corsi giù per le scale. A pochi gradini dall'ultima rampa, spiccai un bel balzo. Oggi mi sentivo di poter volare e l'energia che questa mattina avevo raccolto per ore mi faceva battere forte il cuore dall'emozione. 

Finalmente, mi dissi correndo a perdifiato verso la spiaggia, oggi era il grande giorno. Il giorno in cui avrei rivisto la mia amata sorellina. Il mio mantello si gonfiò così tanto che mi parve di possedere un paio di ali blu. Raggiunsi la spiaggia, zigzagando tra le persone e le tende, ancora pieno di energie e un lieve fiatone. Con le mani dietro la schiena il dio mi dava le spalle e fissava il mare in attesa. 

«Vedo che oggi la tua energia è quasi al suo massimo, giovane faraone» esordì, voltandosi a guardarmi. «Ad ogni modo, prima di partire, vorrei avessi chiara una cosa. Stiamo andando in visita alla Terra di Iside in veste di rappresentanti del nostro popolo. Come ti ho spiegato, ho delle questioni di cui discutere con lei e vorrei che passassi il tempo a imparare le sfaccettature della Terra in compagnia della custode.» 

Annuii. Ricordavo perfettamente la discussione di ieri sera. Era giunto il momento di riunire i custodi e fare un ulteriore passo in avanti verso la riconquista della pace. Per Ra era importante raccogliere le idee con tutte le altre divinità. Io, invece, dovevo conoscere ogni custode così da poter creare un legame speciale. Dagli studi fatti con Heléna sapevo che il dio si riferiva a una stanza della piramide in cui non avevo ancora messo piede. E, per fare in modo di aprire quella stanza, dovevo incontrare i custodi per instaurare una rete di comunicazione tra le nostre Terre. 

Il Segreto del FaraoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora