Capitolo13

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Beatrice's pov
Siamo arrivati alla meta a me sconosciuta e WOW quanta gente.
Mi sale l'ansia solo a vedere tutte quelle persone ammucchiate e appiccicate ad altre.
Bah, perchè ho deciso di venire sta sera?
Io: dobbiamo per forza entrare lí dentro? Mi blocco e faccio una smorfia.
Enu: certo, non vedi che bello che è? Dice con gli occhi sognanti.
Ev: ma tutta sta gente da dove sbuca fuori? Replica quell'altro.
Enu: dalle loro case, non pensi?
Ev: mamma che divertente che sei. Gli dà una spallata giocosa.
Io: fatto sta che non mi piace qua. Mi metto con le braccia incrociate.
Enu: ma daiii, che pallosa che sei. Mi incita prendendomi da un gomito e trascinandosi controvoglia all'interno della struttura.
È un bel posto, ma io non sono proprio il tipo da feste rumorose o puzza di alcool fino allo svenimento.
Ah e dimenticavo, io sono astemia.
Non mi è mai piaciuto bere fino a perdere i sensi.
Non lo faccio anche per la paura in realtà.
Ubriaca sarei incosciente delle mie azioni, non potrò sapere cosa gli altri farebbero su di me.
Voglio essere vigile sul mio corpo e controllarlo coscientemente.

La musica altissima mi fa sobbalzare una volta varcata la soglia del locale.
Come ben sapete la musica è la mia vita, ma questo tipo mi fa letteralmente schifo.
Mi mette solo nervoso.
Persa tra i miei pensieri mi accorgo di essere rimasta sola all'entrata vicino al bancone.
Mi hanno lasciata già da sola.
Ah, ecco Sangio.
È dall'altra parte della sala a parlare con dei suoi amici.
Ecco, con questa musica non riesco nemmeno a richiamarlo dalle sue chiacchiere.
Mi sbraccio ma nulla.
Decido di passare in mezzo alla folla e raggiungerlo.
Mi sento sola e disorientata.
Mi immergo tra la gente cercando di spintonarla.
Che puzza di mille odori sgradevoli.
Uscita.
Lo scuoto da una spalla richiamandolo.
Sangio: ei Bea? Gli altri? Mi urla in un orecchio.
Io: lo vorrei sapere anche io.
Gli dico lamentandomi.
Sangio: cosa? Che non ho sentito?
Io: dicevo, che vorrei saperlo pure io dove si trovano gli altri.
Sangio: fa nulla dai, ti faccio conoscere i miei amici.
Io: no no no no no, io non parlo con ragazzi ubriachi.
Sangio: sono quelli dell'altra volta al locale dove canti su!
Io: ti ho detto di no. Mi siedo su uno sgabello e faccio il broncio.

Sangio: se non con le buone, si fa con le cattive.
Io: cos..? Aaaaaa mettimi giuuú.
Mi ha caricato in spalla e mi ha portato dagli altri che si erano spostati vicino al bancone.
Io: Giovanni, ti ammazzo, mettimi giú.
Quando sento i miei piedi toccare a terra cerco di sistemarmi il vestito che nel frattempo si era accorciato.
Io: ti odio.

Sangio: ragazzi, lei è la mia cuginetta, Beatrice.
Si avvicinano per presentarsi uno alla volta.
X: piacere Leonardo! Si fa avanti un ragazzo con il sorriso.
X: Alessandro! Mi porge la mano, anche lui sembra un bravo ragazzo.
X: piacere Luca! Dice un ragazzo un pò sbronzo, biondo platino.
X: noi ci conosciamo già, comunque Dennis! Lui è innocuo, un minimo lo conosco.
Infine se ne avvicina uno che OH MAMMA MIA se è ubriaco.
X: Tancredi bambolina! Mi mette una mano sul braccio che sposto immediatamente con un gesto brusco.
Come si permette.
Io: Giovanni, mi aiuti a trovare Evandro e gli altri?
Sangio: ma daiii, che te ne frega, divertiti Bea. Mi incita leggermente ubriaco.
Io: ho capito faccio da sola.
Giro il culo e vado alla ricerca di quegli scemi.
Rosa: Beaaa, come sei bella mamma mia. Mi guarda con le mani sulle guance.
Io: grazie anche tu sei stupenda, hai visto mio fratello per caso?
Lei fa una faccia come se fosse stata presa di sprovvista.
Giulia: emh, vicino al bancone.
Si intromette la ridarella.
Io: non mi fregate, dove si è cacciato mio fratello, sono appena tornata dal lí e non c'era.
Dico seria e preoccupata.

Rosa: eh va bene, è in bagno con Enula.
Io: Ah va ben...COSA?!? wow, il mio fratellino cresce in fretta.
Rosa: eh già, lasciali stare sono cosí carini.
Guu: già, va bè noi andiamo a bere, tu vieni?
Io: no grazie Giuggi, sono astemia, avete visto invece Evandro?
Fanno un sorrisone.
Rosa: è uscito fuori a fumare.
Io: ora mi rispondi subito eh. Gli do una spallata.
Rosa: vai dal tuo cucciolino và.
Io: la smetti, e comunque sí, vado.

qualche sguardo sfumato...||Evandro|||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora