Appena fu dimessa, suo zio la caricò in macchina e guidò fino al suo appartamento di Receda.
«Grazie zio» disse, mentre la aiutava a scendere.
«Non ringraziarmi, mi fa piacere» rispose lui, adagiandola sulla sedia.
Varcando la soglia, Morgaine si sentì improvvisamente al sicuro e tranquilla, si sentì a casa.
Poco dopo, passò la madre di Miguel a salutarla, ma lei si sentiva in colpa, il figlio di Carmen era messo peggio, lei almeno sapeva di poter camminare sicuramente.
«Mi spiace» le disse, quasi senza pensarci. Carmen la guardò addolcita.
«Non è colpa tua...» la rassicurò. Morgaine le prese le mani tra le sue.
«Giuro che farò il possibile per vedere Miguel in piedi, dovessi anche rinunciare io a camminare»
«Anche io» la appoggiò Johnny, posandole una mano sulla spalla. Era terribilmente fredda e malferma, ma non glielo fece notare.
«Restate a cena da noi?» propose la donna, commossa dalle loro parole. Non poterono rifiutare, quello sguardo era quasi supplichevole.
Dovettero pregare prima di mangiare, ma non essendo in casa loro non potevano lamentarsi.
«Vuoi dire qualcosa tu?» le chiese la mamma di Miguel, sorridendo. Morgaine non era religiosa, ma non voleva deludere nessuno. Guardò la donna negli occhi e colse la sua speranza, perciò annuì.
«Sono grata di essere ancora viva, fa che anche Miguel si rimetta presto e veglia su mio cugino... grazie»
«Amen» dissero in coro, per poi iniziare a mangiare.«Zio? Hai la Boor?» chiese una volta rientrati nel loro appartamento. Ne aveva bisogno, si sentiva uno strano peso nel petto che non riusciva a giustificare.
«No. Ho smesso di comprarla» disse lui, spostando alcune borse così che lei potesse passare. Sospirò, non capiva se era stanca, spaventata, annoiata o chissà che.
«Tutto bene?» chiese Johnny, buttandosi a sedere sul divano. Scosse la testa per annuire.
«Guardiamo un film» propose, stufa di rimuginare.~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~•~
Decise di tornare subito a scuola la mattina seguente. Non le piaceva fare l'inferma che se ne sta tutto il giorno in casa con il badante. Yasmine passò a prenderla con l'auto e la aiutò a salire, con l'aiuto di Johnny.
«Cone ti senti?» le chiese. Morgaine odiava quella domanda, le veniva ripetuta in continuazione e la faceva sentire stupida o comunque diversa.
«Bene Yas. Potresti smettere di chiedermelo? Me lo ripetono tutti in continuazione...» la pregò, strofinando le mani.
«Scusa, è che non so...sono spaventata da questa situazione...» ammise lei, girando il volante per prendere una curva.
Scesero nel parcheggio, non ci volle molto prima che la gente uscisse ad accerchiarla per chiederle come stesse o se sarebbe tornata a camminare. Sorrise a tutti e rispose gentilmente, anche se voleva gridare di lasciarla stare, che voleva solo essere trattata come prima.
Entrò, Yasmine al suo fianco. Un grosso striscione appeso alle scale le dava il ben tornato.
«Yasmine, accompagnami in classe per favore...» chiese, note tristi nella voce.
«Se vuoi andare via chiamami quando ti pare, andiamo a fare un giro noi due» le sorrise, per poi accompagnarla nell'aula di trigonometria. Si mise vicina a Kyler, che le sorrise nostalgico, lei fece lo stesso.Riuscì a resistere fino a pranzo, quando Yasmine la accompagnò al loro solito tavolo dove era seduto anche Demetri, l'amico di Eli. Non capì subito cosa ci facesse con loro, ma non fece domande.
«Vi conoscete già, vero?» chiese Moon, con la voce più falsa che Morgaine avesse mai sentito. Nonostante si fossero viste all'ospedale, continuava a non sopportarla.
«Si, certo che ci conosciamo» sorrisi a mezzo.
«Si, è vero» sorrise lui, era meno snervante di quando lo aveva incontrato la prima volta.
«Mi aiuta con biologia» sorrise Yasmine, con uno sguardo che non aveva mai usato che fece sospettare Morgaine.
Cercò Eli con lo sguardo, voleva andare a salutarlo. Era con i Cobra Kai, perciò si avvicinò un secondo per parlare anche con loro.
«Ciao ragazzi» sorrise. Erano molti meno di quanti ne ricordasse.
«Morgaine!» ricambiarono.
«Volevo passare al dojo oggi, dite che posso?» chiese. Non voleva starsene a casa come un'inferma, voleva continuare a vivere come se niente fosse successo.
«Non conviene, dammi retta. Oggi ci sono le selezioni e...Kreese ti rivorrà ancora di più se vieni...in queste condizioni» spiegò Eli. Le ultime parole la fecero arrabbiare, non sopportava che la trattassero così, quindi se ne andò senza salutare e chiese a Yasmine di portarla via.
«Dove andiamo?» le chiese, disponibile. Morgaine ci pensò su, poi si ricordò di suo cugino.
«Al riformatorio» comunicò, decisa.
«Che ci andiamo a fare?...»
«A trovare mio cugino. Mi sono rotta di vivere così Yas...»
«Lo so, ma devi solo avere pazienza e riprenderti con calma. La gente ti tratta così perché è spaventata o non capisce, vedrai che tra qualche giorno si abitueranno» la consolò l'amica. Da quanto era così saggia?
Scesero. La guardia le squadrò da capo a piedi.
«Se non c'è un maggiorenne...» iniziò.
«Se non c'è un maggiorenne cosa?...crede davvero che mi porterebbero qui in queste condizioni i miei?» chiese Morgaine, scocciata.
«Sei la ragazzina dell'incidente?» la guardò meglio.
«Si, sono io. Mi lasci passare» lo supplicò. Voleva parlare con Robby. La guardia esitò, ma poi la scortò nella stanza degli incontri e chiamò il ragazzo. Yasmine decise di aspettarla fuori per rispetto.
Robby la raggiunse al tavolo. La prima cosa che le saltò agli occhi era la sua stazza, visibilmente diminuita dall'ultima volta che si erano visti. Poi aveva un grosso livido attorno all'occhio.
«Morgaine!» la abbracciò,chinandosi alla sua altezza. Lei ricambiò.
«Robby che hai fatto all'occhio?» chiese lei, passando un dito sopra il livido.
«Nulla...una rissa...» ammise l'altro. Morgaine scosse la testa, ma non disse nulla.
«Sei dimagrito molto...hai mangiato oggi?» chiese ancora lei. Aveva paura che se avesse smesso di parlare le sarebbero piovute addosso le domande che le stavano facendo da tutto il giorno.
«Si, ho mangiato. Non è molto nutriente la roba qui» rise lui, ironico.
«Ma come hai passato le guardie?...» le domandò subito dopo.
«Beh, sono la ragazzina dell'incidente» alzai le spalle, ridendo.
«Vedo che stai bene» osservò Robby, senza rivolgerle la solita domanda.
«Si, sto bene. Devo solo riprendere a camminare, poi sto benissimo. Lo zio mi sta aiutando molto e non prendertela se non viene: è un po' giù in questo periodo...» raccontò lei, senza smettere di fissare il livido.
«Per Miguel?...» chiese lui, come se fosse geloso.
«Per tutto Robby. È stato difficile per lui ultimamente. Prima Miguel, poi io...poi tu qui. Sai, ti ha cercato con Daniel prima che...ti mettessero dentro...non odiarlo per favore»
«Non lo odio, non capisco cosa provo per lui. Rabbia...delusione...»
«Paura?...» Robby non rispose a quella domanda e Morgaine capì di avere ragione. Aveva paura di restarci male un'altra volta. Allora lei si alzò, reggendosi al tavolo e avvicinandosi piano a lui, che, confuso, non si mosse. Gli si gettò tra le braccia, per stringerlo con tutta la forza che aveva. Lui ricambiò. Rimasero così per un po', lei nascose il viso per nascondere qualche lacrima di gioia. Le era mancato tanto. Quando si staccò gli lasciò dei piccoli baci su tutto il viso, specialmente sul livido.
«Io ora devo andare. Ci rivedremo quando camminerò di nuovo, così riuscirò prima» lo salutò, per poi tornare da Yasmine e andare con lei al parco, giusto per divertirsi.
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•Cool Kid•
Fanfiction•TRAMA🌺 Sempre perfetta per tutto e per tutti, questa è la vita che deve condurre Morgaine. Ma la distanza dai genitori le darà il permesso di liberare un po' il suo vero essere. Vedrete da vicino la vita dei Cool Kids della West Valley High e sc...