Parte 3

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Iniziai davvero bene quest'anno scolastico, senza troppi pensieri e senza troppe distrazioni dalla scuola, ma solo con un grande dubbio, su chi fosse realmente quel ragazzo che mi scrisse quel bigliettino.
Durante la ricreazione andai assieme a due mie amiche al bar della scuola per sederci nel solito tavolino a parlare di come fosse andata la prima metà della mattinata.
Una volta sedute iniziammo a parlare con la solita preoccupazione sui risultati della verifica, fino a quando arrivò un ragazzo, alto con i capelli biondi, con degli occhi azzurri che solo a vederli ti si ghiacciava il cuore, non lo avevo mai visto a scuola.
prese la sedia e si mise accanto a me , con un panino in mano.
Visto quel panino pensavo fosse uno dei tanti ragazzi che mi volesse prendere in giro dandomi cibo come se fossi una spazzatura invece, me lo lascio sul tavolino e mi disse " mangia che sei troppo magra", lo guardai è l'unica cosa che feci è sorridere e ringraziarlo per questo gesto, lui però mi guardò e sorridendo disse "non te lo dicono spesso immagino, comunque sei molto carina, io invece non sono carino, sono Luca"
"Devo scappare in classe ci vediamo a scuola".
Rimasi li quasi scioccata mentre le mie amiche sorridevano e facevano versi simili a quelli delle oche ma io non riuscivo a riprendermi da quello che era successo... non ero abituata ai complimenti della gente.
Ero stupefatta e non riuscivo ancora a togliermi dagli occhi il suo sorriso che mi fece perdere per un secondo la cognizione del tempo, mi sembrava di essermi persa,
Mi sembrava di essere sopra una zattera in mare durante una tempesta.
Tornai a casa, aprii la porta e urlai "mamma devo dirti una cosa"
"Oddio cosa succede Letizia?"
"Ho visto un ragazzo, ceh simpatico, ceh era bello, ceh ceh, mi ha fatto stare bene mamma.
"Letizia mi preoccupi, è la prima volta che mi parli di ragazzi, come lo hai conosciuto?"
"Io ero seduta e lui è venuto lì e mi ha dato un panino mamma!"
"Un panino... è La Rosa dei giorni d'oggi?"
"No mamma non puoi capire"
Salii in camera urlando e ascoltando la mia solita canzone di Jovanotti senza mai fermarmi e cantando fino a perdere la voce, in una notte in cui il silenzio faceva da sfondo ai miei sorrisi, quei sorrisi rari che non facevo da molto tempo.

CAMPIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora