<<Ventisette, vent'otto, venti nove e trenta>>, il ragazzo si alzò da terra dopo aver completato il suo allenamento. Si passò un asciugamano sul petto mentre osservava le gocce d'acqua che formavano dei rivoli lungo le finestre. Non riusciva a smettere di pensare alla questione nata tra lui e Mr Kasim. <<Volevo semplicemente un amico che stesse con me tutto il tempo. Ho sbagliato a fidarmi di lei>> disse la sera prima urlando, seguito dallo sbattere della porta della camera 621. Era furibondo per aver visto ciò che in teoria gli apparteneva in mano a qualcun'altra.
Il giovane dagli occhi castani, il viso quadrato e i riccioli biondi si stava preparando per scendere a fare colazione. Indossati una t-shirt verde e un pantalone grigio, imbracciò la sua macchina fotografica e scese.
Come al solito ordinò una tipica colazione inglese, che però consumò con amarezza. Finito di mangiare si mise a girovagare fino ad arrivare in biblioteca.
Anche se non la conosceva prese l'iniziativa, afferrò una poltrona e sbattendola a terra la mise davanti ad Alexandra, cercò di non urlare e mettendo la testa di traverso disse <<Ti diverte così tanto sbattermelo in faccia?>>, <<Come scusa?>>, <<È così bello e non posso accarezzarlo. L'ho desiderato così tanto. Voglio stringerlo e giocarci tutta la notte>>. Ormai distaccata dalla lettura provò ad alzarsi ma lui la bloccò <<Che cosa vuoi da me?>>. <<Dammelo adesso>> guardandola fisso negli occhi e sporgendosi ancora di più in avanti, <<Credo che tu abbia sbagliato persona>>. <<Io non ho sbagliato affatto tu hai una cosa mia!>>, <<Che?>> il viso di Alexandra esprimeva tutto lo sconcertamento che provava, ed era pronta a colpire se necessario. <<È mio!>> indicando con la mano Milo che lo guardava incuriosito. <<Aspettavo da settimane il suo arrivo. Perchè ce l'hai tu? Hai sborsato più di me? Sai che ti dico tienitelo>> e dicendo questo gettò la schiena all'indietro e mordendosi le unghie continuava a fissare l'esserino. Alexandra aspettò qualche istante per vedere se potesse succedere dell'altro, poi con tono calmo disse <<Forse ho capito ma non credo ti piacerà>>, volontariamente aggiunse una pausa ad effetto e continuò <<Suppongo che tu abbia parlato con un uomo di colore che sta qui in hotel, un certo Kasim, e che sia stato lui a proporti la compravendita di questo batuffolino. Ti ha fatto sborsare una gran cifra, rifilandoti una fonte di problemi legali, dato che non ci sono documenti che certifichino nulla, dico bene?>>. Piegandosi nuovamente in avanti e con tono presuntuoso disse <<No, si sbaglia. Io ho visto qualcosa che non dovevo vedere e se se lo sta chiedendo non le dirò cosa; comunque lui mi disse che in cambio del mio silenzio mi avrebbe fatto concludere un super affare, ovvero ottenere un lemure alla metà del suo prezzo originario>>, <<Capisco, anche se la metà di un mucchio di soldi rimane in ogni caso un mucchio di soldi. Ma quindi tu gli hai visto concludere dei suoi loschi affari e ha comprato il tuo silenzio spingendo sulle tue fragilità>>, concluse Alexandra. Il ragazzo ci pensò un secondo e disse <<Ehi io non ho punti deboli>>, <<Si si certo>> rispose lei mentre era sovrappensiero; date le ultime notizie giunse alla conclusione che sarebbe stato utile non inimicarsi questo giovane ragazzo, <<Comunque io sono la nuova proprietaria dell'hotel, Alexandra Crane e tu chi sei?>>, <<Tu saresti la nuova proprietaria?! Ma non farmi ridere sei troppo giovane e non conosci per niente questo posto>> disse con saccenza. <<Beh allora perchè non mi dai una mano Mr so tutto io>>, <<Prima di ogni cosa mi chiamo Nick Jackobs e secondo perchè dovrei farlo?>>, <<Perchè così vedrò se sarai in grado di prenderti cura di Milo>>, <<Di chi?>>, <<Di lui>> disse Alexandra indicando il lemure che faceva su e giù nella spalliera, <<E magari te lo lascerò tenere>>. Senza titubanze disse <<Accetto! Da cosa cominciamo?>>, Alexandra si alzò, prese il libro che stava leggendo se lo mise sottobraccio e con Milo di nuovo sulla spalla aggiunse <<Iniziamo da te. Se non sbaglio sei tu che hai una camera a tuo nome per tutto l'anno>>, <<Diciamo che non vado pazzo per la mia famiglia e loro non sono pazzi di me, così per non dare problemi a nessuno rimediano ad ogni mio bisogno a patto che io faccia il bravo. Quindi vado in giro per il mondo con la mia macchina fotografica>>, <<E come mai hai un posto fisso qui?>>, <<Perchè mi piace, conosco tutti e non mi disprezzano più di tanto e il posto è davvero bello. Considera che ho prenotazioni in ogni Monticelli Palace del mondo>>.
Alexandra andò verso la finestra che si stagliava fino al soffitto seguita da Nick. Il cielo aveva perso la colorazione calda che aveva assunto per tornare ad essere grigio e la pioggia ricominciò a cadere con forza. Con Milo sulla spalla che provava a toccare le gocce d'acqua che scendevano sul vetro, guardava la strada riempirsi d'acqua. Il ragazzo gli scattò una foto, ma lei era immersa nei suoi pensieri. Ogni tanto lo faceva, staccarsi dalla realtà per riflettere. Milo gli strofinò la testa sotto il mento, si ricollegò e chiese <<Che ne pensi del blackout di ieri sera?>>, <<Strano>> <<Strano in che senso?>>, <<Nel senso che cose così non accadono qui. È tutto superefficiente e fatto alla perfezione o quasi. Se non ricordo male un anno fa l'impianto era stato controllato>>, <<Sai da chi?>>, Nick alzò le spalle in segno di ignoranza.
Dei passi sicuri e pesanti si facevano sempre più vividi dietro di loro, una mano strinse una delle spalle del ragazzo e la voce di un uomo disse <<Che succede?>>. Quando si girarono si ritrovarono davanti due ragazzi di grande stazza e praticamente identici, l'unica cosa che permetteva di distinguerli era il colore degli occhi dato che avevano entrambi spalle larghe e i capelli castani, oltretutto indossavano un completo nero che faceva risaltare i loro lineamenti squadrati. Loro dovevano essere i gemelli di cui aveva letto il curriculum, pensò Alex mentre Milo senza esitare era passato dalla sua spalla a quella dell'addetto alla sicurezza più vicino. <<Abbiamo ricevuto delle segnalazioni di possibili molestie da parte di alcuni ospiti>> disse il fratello dagli occhi verde chiaro rivolgendosi a Nick e continuò l'altro dagli occhi verde scuro girandosi verso Alexandra <<Lo scusi Miss Crane, non lo fa a posta e che ha questa tendenza ad essere inopportuno>>. <<Ehi ma non è vero. Non gli creda>>, il primo fratello prese la parola <<Dobbiamo ricordarti cosa facesti quando perdesti quella partita a carte?!>>, Nick trattenne il respiro e con un dito rivolto verso quella montagna di ragazzo e puntando i piedi disse <<Non osare>>, dopo queste parole i gemelli si misero a fissarlo intensamente con uno sguardo torbido. Non passò neanche un minuto che cedette <<Ok ok. Starò buono. Diamine quanto siete inquietanti certe volte>>. I due non ebbero bisogno di guardarsi che si batterono il pugno e sui loro volti tornò il sorriso.
A parte una iniziale serietà, non aveva smesso di trattenere le risate neanche per un secondo, ad Alexandra piaque troppo quella scenetta, poi prese la parola <<Alla fine sono riuscita a conoscervi. Voi dovete essere i gemelli Morrison, gli addetti alla sicurezza dell'hotel>>, il fratello dagli occhi verde scuro disse sorridendo <<Esatto Miss Crane io sono Luke e lui è Duke>>, <<Come sapete chi sono? Non ricordo di aver mai avuto il piacere di conoscervi>>, <<Ci ha parlato di lei Mr Brown prima che passasse a miglior vita>>. Alexandra era sbigottita, non si aspettava una tale premura nei suoi confronti, nonostante non si conoscessero lui di era preoccupato per la sua incolumità. <<Va bene, visto che è tutto ok noi torniamo a perlustrare l'hotel>>, <<Buon lavoro>> gli augurò Alexandra, invece Mr Jackobs disse con finto disinteresse <<Si si ciao>>. Alexandra fece segno a Milo di tornare da lei, saltò ma questa volta atterrò sulla testa di Nick, per lo spavento iniziò a muovere le mani come fosse attaccato da uno sciame di insetti e dicendo <<Scendi scendi scendi. I miei poveri capelli... >>, Alexandra si allungò per prenderlo, ma Milo si spostava in continuazione per non essere acchiappato. I gemelli si allontanarono ridendo mentre Alexandra usciva da una tasca dei semini, non appena il lemure li vide si gettò sulla mano di lei facendoli cadere in terra, un altro salto e si mise a mangiare. Nick stava sistemandosi i capelli quando disse <<Ti puoi fidare di me, quello era il passato, non faccio più certe cose>>, <<Quando è stata la famosa partita a carte?>>. Non rispose subito, strinse le labbra tra i denti e roteando gli occhi borbottò qualcosa, ma Alexandra con la sua espressione fece intendere che Nick avrebbe dovuto ripetere, lui borbottò un pò più forte e lei alzando il tono e mettendo una mano su un fianco disse <<Ti dai una smossa>>, <<Ok ok, otto giorni fa>>, <<Vuoi dire una settimana fa>>, <<No no, otto giorni>>, <<Una settimana, e cosa è successo esattamente?>>. Nick si mise le mani in tasca e guardando prima le scarpe e girando poi lo sguardo sull'arredamento <<Ho capito me lo dirai a cena>> stabilì lei.
Dopo che tornarono a sedersi la loro conversazione fu interrotta dal giovane Sparkle che consegnò un messaggio ad Alexandra : "Con la qui presente la invitiamo a pranzo. Siamo stati informati da Miss Simpson del vostro appuntamento e ci ha comunicato che sarebbe lieta se partecipassimo anche noi. Cordiali saluti Mr Ratiko e Mr Carter". Uno sbuffo di sdegno seguì la lettura del biglietto, <<Che cosa c'è scritto?>> chiese Nick, <<Sono stata invitata a pranzo da due uomini particolarmente sgradevoli che si sono intromessi in un appuntamento già prestabilito>>, i due ragazzi non afferrarono subito così Alex gli passò il foglietto ed un sonoro e allungato "Ah" mise in chiaro le cose.
Alexandra stava per congedare Tom quando all'improvviso le luci si spensero, l'hotel era di nuovo al buio. La giovane donna non indugiò un attimo <<Dobbiamo correre al quadro di controllo>>.
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ALEXANDRA CRANE E IL MISTERO DEL MONTICELLI PALACE
Misterio / SuspensoQuesta è la storia di una ragazza semplice in cerca di un nuovo inizio. Alexandra Crane sarà travolta da eventi inaspettati, che cambieranno il corso della sua vita. Sta a lei scegliere in che direzione andare.