L'ultimo saluto

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“Scendo dal taxi e mi avvio verso il palazzo abbandonato davanti a me. È costituito da quattro piani e c’è un’ampia scala che porta sul tetto da dove si riesce a vedere tutto il Colosseo. “Sono stanca”. Apro la porta ed entro. “Sono stanca di tutti”. Salgo il primogradino. “ Sono stanca delle persone che si fingono mie amiche”.Salgo il secondo gradino. “Di quelli che mi chiedono come sto e poi vanno via senza aspettare una risposta”. Salgo il terzo. “Di quelli che m’ignorano da tutta una vita”. Salgo il quarto. “Di chi m’insulta”. Il quinto. “Di chi mi dice che non valgo nulla”. Il sesto. “Di chi mi dice che non sarà mai nessuno”. Il settimo. “Di chi mi giudica senza conoscermi”. L’ottavo. “Sono stanca di vedere la vita degli altri e capire che la mia non sarò mai così”. Arrivo al primo piano. “Di non essere capace a far nulla”.Salgo il dodicesimo gradino. “Di non riuscire a rendere felice nessuno”. Il tredicesimo gradino. “Sono stanca di essere usata”. Il quattordicesimo. “Di essere abbandonata”. Il quindicesimo. “Di guardarmi intorno e vedere che il mondo va avanti, anche se non ci sono”. Il sedicesimo e il diciassettesimo. “Sono stanca di portare la solita maschera”. Arrivo al secondo piano. “Di essere sola”.Ventunesimo gradino. “Di essere ignorata”. Ventiduesimo gradino. “Di essere brutta”. Ventitreesimo. “Di essere grassa”. Ventiquattresimo. “Di essere bassa”. Venticinquesimo. “Di essere diversa”. Ventiseiesimo. “Di essere inadatta”. Ventisettesimo e ventottesimo. “Di essere sbagliata”. Ecco il terzo piano, sono quasi arrivata. “Poche persone mi sono state vicino in questo periodo”.Trentunesimo gradino. “Mamma”. Trentaduesimo gradino. “Lei andrà avanti”.Trentatreesimo. “Papà”. Trentaquattresimo. “Andrà avanti anche lui”.Trentacinquesimo. “Grace”. Trentaseiesimo. “Lei è forte, sopravvivrà”. Trentasettesimo. “La lista è finita”. Trentottesimo. “È troppo breve”.Finalmente il quarto piano. “Mancano ancora cinque gradini”.Quarantunesimo. “Magari si sentiranno in colpa”.Quarantaduesimo gradino. “Che cosa ipocrita”.Quarantatreesimo. “Prima ti distruggono poi piangono”.Quarantaquattresimo. “Non lascio nulla dietro di me”. Quarantacinquesimo. “Non ho nulla da perdere”. Apro la botola e arrivo sul tetto. M’incammino verso il bordo. Il cielo è limpido, non c’è nemmeno una nuvola. Si sente solo il rumore delle macchine che sfrecciano veloci sulla strada, ignorando il mondo che le circonda. Arrivo sul bordo. Guardo in basso. Alzo lo sguardo: vedo la mia amata Roma per l’ultima volta e sorrido. Mi lascio cadere e in un attimo … il vuoto!

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